Capitolo 5

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Charlene

Dopo la sfuriata che avevo fatto contro mio padre, avevo voglia di svagarmi e divertirmi. L'idea era di passare la serata con qualche bel ragazzo, chiarendo ovviamente che non avrei voluto nient'altro che una nottata casuale. Non ero una di quelle ragazze che si innamorava di qualunque ragazzo le donava attenzione, altrimenti sarebbe stato più difficile fare quello che facevo senza pretendere qualcosa in più che una semplice nottata di fuoco.

Mi accorsi di essere arrivata a destinazione quando una villa di modeste dimensioni mi sbarrò la visuale facendomene rimanere affascinata.
Era decisamente graziosa, meno bella di quella di Tayler ovviamente.
Aprii la porta dell'auto e la sbattei con cortesia, stando attenta alla carrozzeria. Amavo quell'auto e sicuramente non l'avrei rovinata per nessun motivo, mi diressi con passo deciso verso la stradina di ghiaia che conduceva alla porta d'ingresso.

Stetti attenta a camminare con i tacchi impegnativi che avevo indossato, tanto che persi l'equilibrio e qualcuno da dietro mi afferrò in tempo salvandomi da una brutta figura gratuita.
Sentendo la presa imponente capii subito fosse Ashton, mi girai verso di lui e mi lasciò con sguardo divertito «non osare a ridere» gli puntai un dito contro il petto allenato e lo guardai con serietà «non è facile camminare su questo terreno con scarpe del genere» mi giustificai e una risatina lasciò la sua bocca, sbuffai sorridendo e mi girai tornando a camminare con decisione verso l'ingresso.

Passammo svariati ragazzi seduti sulle scale dell'entrata e potei individuare un ghigno malizioso verso di me da uno di loro. Precisamente un moro con i capelli rasati, svariati tatuaggi gli coprivano la pelle ambrata e indossava una collanina in argento con la fantasia di una catena.
Scoccai la lingua sul palato e alzai un angolo della bocca, ricambiando il sorriso tutto fuorché casto.

Superai la porta d'ingresso, già aperta, e potei vedere il biondino assieme agli altri due, vicino agli alcolici.
Mi diressi da loro seguita dai due dietro di me e sorrisi ad Adam appena mi venne incontro.
«come va la gamba?» domandò con interesse e formò un sorriso dolce sul suo bel viso «bene Adam, grazie per averlo chiesto» mi posò la mano sulla spalla e lo superai con un sorriso, mi diressi affianco al biondo per prendere qualcosa da bere.
Vidi un bicchierino bianco di plastica con all'interno del liquido strano rosa, aggrottai la fronte e lo presi fra le dita.

Ne bevvi una piccola parte mentre passavo gli occhi sul ragazzo di prima, era entrato e mi stava guardando mentre sedeva sul divanetto beige in mezzo al grande salone. Lo buttai giù d'un fiato mentre avevo gli occhi fissi verso quel ragazzo, sorrisi mollando il bicchierino sul tavolo in legno scuro e mi girai posando una mano alle estremità del mobile.
«nuova preda, Charlene?» arrivò al mio fianco il biondo e passò il braccio dietro al mio corpo afferrando lo stesso alcolico che avevo bevuto pochi secondi fa «non ne ho idea, sembra ci stia» mormorai indecisa sul farsi e posai lo sguardo sul braccio teso e sulle vene sporgenti, alzai la mano e senza pensarci ne toccai con delicatezza una in particolare.

Era quella più visibile sotto al tatuaggio di una rosa in mezzo alle fiamme, avrei voluto sapere cosa significasse quel tatuaggio. Lo sentii sospirare sotto il mio tocco e tornai alla realtà, staccai il dito come se l'inchiostro mi avesse ustionato e alzai il viso verso di lui.
«scusami» dissi non sapendo il significa che si celava dietro, sorrise e scosse la testa per tranquillizzarmi «cosa significa?..» mi fermai di colpo non sapendo se fosse stato opportuno chiederglielo «se posso sapere» mi affrettai a finire la frase e lui deglutì passando lo sguardo verso il cielo, tornò a guardarmi e buttò giù l'alcolico togliendo il braccio dalla mia vista.

«è complicato da spiegare, Charlene» affermò il mio nome in maniera delicata e per un attimo ne rimasi affascinata, annuii e stetti zitta.
Non avrei dovuto domandare il perché di quel tatuaggio, avrà avuto un significato importante e magari anche un tema per niente facile da spiegare e di cui parlarne.
«scusami davvero» mormorai subito dopo aver capito di aver detto qualcosa di cattivo da parte mia, dovrei tenermi la bocca chiusa certe volte.
«tranquilla, sei solo stata curiosa» mi sorrise dolcemente e io annuii togliendomi dalla testa la cazzata appena fatta, dovevo divertirmi non essere triste.

Ignis facit bonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora