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era in mezzo al campo, alla ricerca di uno sguardo, di un viso, un sorriso, il suo. appena lo incontrai fu come la prima volta e mi chiesi perché i tuoi occhi che tanto mi ricordavano le colline, si mischiassero ai miei dipinti dal ghiaccio bloccandomi.
la sua ragazza scosse voracicamente la mano davanti ai suoi occhi come per risvegliarlo dai suoi pensieri, per poi tirarlo dalla camicia blu, facendogli cenno di andare via. mi voltai un'ultima volta, per poter incontrare nuovamente il tuo sguardo e poter provare quel mare di emozioni, ma il tu ti eri già dileguato e al tuo posto era rimasto un cumulo di polvere.

quella notte, buia e spaventosa, a detta del moro, lui ed ella si ritrovarono senza vestiti a consumare un amore povero di sostanza, quegli ansimi uscivano col desiderio di sapere di te, venendo poi spezzati dalle tenebre, risucchiate da un vortice che io stesso avevo creato guardandoti. eppure non era la prima volta che lo facevo, eppure ora ti voglio qui tra le mie braccia, eppure non ci sei.
quella notte, phil non dormì, i suoi pensieri erano rapiti da un ragazzo, da due occhi che talvolta prendevano il colore degli smeraldi, altre della terra, altre ancora erano due pozze nere senza fine, che se lo volevano trascinare con sé.

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