CAPITOLO 10

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"Hai caricato tutto, capo?" chiese Samaire, dopo che River ebbe chiuso il baule.

Il peso del suo sguardo preoccupato e della sua allegria un po' forzata lo disturbava alquanto. A dire il vero, dopo quel viaggio in California, dopo tutto quello che era successo lì, qualsiasi cosa in tutto il globo lo avrebbe disturbato.

"Sì. C'è tutto. Guido io," annunciò, chiedendosi come fosse possibile essere così dannatamente felice di vedere Samaire quando allo stesso tempo, non avrebbe voluto incontrare proprio nessuno.

"Oh, no, River. Guiderò io. Tu sei stanco," replicò lei, sedendosi al posto di guida. "E parecchio arrabbiato."

Gli sorrise dolcemente.

"Ho sempre pensato che quando si è arrabbiati non si deve guidare."

"Se fosse così, non ci sarebbe più nessuno in giro," commentò lui, prendendo posto sul sedile del passeggero e chiudendo lo sportello.

"Esatto! Non sarebbe magnifico?"

Mise in moto e uscì dal posteggio dell'aeroporto. Dopo qualche istante, prese un CD e lo infilò nello stereo. Le note familiari di una chitarra riempirono l'abitacolo. Tom Petty... River fece un sospiro e cercò di rilassarsi.

"Lo sai?" incominciò lei, calma, mentre prendeva la tangenziale. "Se non fossi così felice di vederti, mi sarei davvero offesa per come mi hai parlato in aeroporto."

"In quale modo?" chiese lui, anche se lo sapeva benissimo.

Lei gli lanciò un'occhiata veloce.

"Non sono affari tuoi!" citò lei imitando il suo tono di voce.

"È così," insistette lui. "Non sono affari tuoi."

Le guance di Samaire si arrossarono. Sterzò improvvisamente e si fermò in una stazione di servizio. Poi si voltò a guardarlo.

"Sono tua moglie, asino arrogante che non sei altro! Se c'è qualcosa che ti turba, puoi stare certo che sono anche affari miei!"

River non aveva visto spesso Samaire in quello stato. Guance rosse, occhi lampeggianti e una lingua pronta a farlo a pezzi.

"Asino arrogante?"

"Certo! Solo un asino arrogante non direbbe a sua moglie cosa lo preoccupa."

"È che non voglio che ti agiti..."

"Ma falla finita, River! Ho lavorato accanto a te per tre anni. So reggere un po' di notizie scomode, a giudicare dalla tua espressione. E poi, sai bene quanto me, che non hai sposato un fiorellino delicato. Se ho sopportato lavorare per te in certi ritmi, posso sopportare benissimo che tu mi dica quello che è successo in California."

"Qualcuno... Un'altra società... si sta preparando a rilevare la CG Enterprises."

Lei rimase in silenzio per un lungo istante.

"Se è per i soldi, Samie, non ti devi preoccupare. Potremmo vivere di rendita anche se io non lavorassi più. Tu e il bambino..."

Lei gli coprì la bocca con una mano.

"In questo momento, Riv, sono molto più preoccupata per te."

River sentì nel cuore l'emozione più strana e sconcertante che avesse mai provato. Non sapeva come affrontarla. Sapeva solo che non era affatto male.

"Sto bene, piccola," disse lui piano. "Devo solo mettere insieme una strategia per capire come difendermi... Dovrò stare in ufficio fino a tardi," l'avvertì.

UNA NOTTE NON BASTA (1 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora