La morte non piove solo dal cielo

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Svetlana dorme con mascherina nera e tappi nella sua casa di Kiev. Tiene il telefono sotto il cuscino.
Il telefono inizia a vibrare e lei lo lascia continuare finché smette, ma poi ricomincia. Si solleva la mascherina da un occhio per scoprire chi sta disturbando il suo sonno. Sono le 19:00.
Riabbassa la mascherina e si rimette sdraiata, ma il telefono non vuole saperne. Si toglie un tappo e risponde.


-Scappa! Vai via da lì!- dice sua madre dall'altro lato.
Svetlana si solleva e non capisce. Toglie la mascherina e l'altro tappo.
-Le bombe! Putin!
I serramenti isolano bene il suo appartamento.
Le risponde che sta bene e che non c'è da preoccuparsi e mentre dall'altro lato la madre strilla lei la saluta e mette giù.

Si avvicina alla finestra, scosta la tenda e alza la tapparella. Colonne di fumo e bagliori in lontanza.
Per un paio di minuti resta in piedi a guardare.

Quando ritorna alla finestra ha una tazza fumante in mano. La poggia sul tavolino e avvicina la poltrona in ecopelle alla finestra, sollevandola per non strusciarla sul tappeto. Prende la tazza, appoggia la schiena e guarda fuori e aspetta, con l'intenzione di non alzarsi più.

Il telefono vibra sul lenzuolo spiegazzato.

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