[Capitolo lievemente più breve dei miei soliti, ma ho dovuto troncare per non scivolare dritta nel prompt successivo, che riguarda il capitolo 3.
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8.15, Chiamata in arrivo: Alessandro Mahmood.
8.16, Hai 25 chiamate perse.
8.16, Alessandro Mahmood: Se non la smetti di manomettere le mie lavatrici ti soffoco mentre dormi.
8.22, Hai 27 chiamate perse.
2. La notte in cui perdi il controllo (e non dormi)
Ho i tuoi baci sul collo, sono come ferite
Tu mi sai fare male, sì, tu mi fai impazzire(Blanco, Sfera Ebbasta, Mi fai impazzire)
Sta diventando estenuante – Alessandro è uno che ama avere il controllo, ma cercare di mettere Riccardo in riga è come provare a convincere Irama a partecipare al Fantasanremo, come cercare di privare Morandi del suo jogging mattutino, come togliere lo spacciatore a un cocainomane. Non ci sono cazzi, Riccardo non è il tipo da film e copertina tutte le sere, e fosse quello il problema meno grave: Alessandro, con orrore, sospetta che Riccardo semplicemente non sia il tipo da Alessandro e basta così.
Perché ha diciannove anni e vuole vivere e, sebbene Alessandro si reputi tutto meno che un tipo tranquillo, non regge il ritmo – o, forse, è semplicemente che Riccardo si sta mettendo d'impegno per demolirgli ogni certezza. Inizia a fare l'inventario di tutte quelle piccole abitudini che Alessandro ha costruito in trent'anni di vita, distruggendogliele come se non gliene fregasse niente.
E Alessandro ci esce pazzo, perché quel ragazzino troppo polemico la deve smettere di insinuarsi nella sua routine come se avesse la capacità di condizionarla e poi farlo anche per davvero – sa che sono piccole vendette, quelle di Riccardo, perché sono tre settimane che fa il pendolare con casa sua e ancora Alessandro non ha raccattato il coraggio di mandare tutto a fanculo e infrangere la barriera del contatto. Non lo nega nemmeno troppo implicitamente, quando lo guarda con il viso contorto in una risata sarcastica e gli domanda: vogliamo continuare a guardarci romanticamente negli occhi?
Alessandro dice sempre di sì, e non solo perché una parte di lui continua a pensare che prima o poi si troverà la madre inferocita di Riccardo sotto casa e anche una pattuglia dei carabinieri, perché no, ma soprattutto perché fare un passo avanti significherebbe doverci fare i conti. Che è perso di un ragazzino e non sa come gestirlo, che è il solito sottone e che Riccardo questo lo ha ben chiaro.
Per cui, accetta di guardarlo romanticamente negli occhi, ma poi appena Alessandro volta l'occhio s'intrufola in bagno e gli mette un pacchetto di fazzoletti di carta nella lavatrice da avviare, gli nasconde il caricabatterie del cellulare nel frigorifero e poi gli mette sempre una manciata di pasta cruda nella pentola pronta per essere scolata, solamente per il gusto di vederlo domandarsi come cazzo sia possibile che metà della pasta sia cotta e metà cruda. Lo lascia fare, perché Riccardo si diverte da matti nel tentativo di farlo impazzire e, alla fine, un po' di sanità mentale è quel che vale la pena per non finire in prigione a trent'anni. Lo lascia fare perché Riccardo ha diciannove anni e ha bisogno di prendersi le sue piccole vittorie, anche se la prossima volta che lo costringerà a rifare una lavatrice per uno dei suoi scherzi, probabilmente Alessandro dovrà mettergli le mani al collo e stringere. Che è un pensiero che deve bloccare con un certo grado di prontezza, perché se Riccardo lo percepisse inclinerebbe il collo e con aria fintamente innocente gli direbbe. Proviamo?
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Notti in Blanco || Blamood
FanfictionAlessandro non è ipocondriaco, ma magari soffre d'insonnia. Riccardo ha deciso che dormire è sopravvalutato e, allora, insiste nel togliergli il sonno. Breve storia delle notti in Blanco di Alessandro, da quando Riccardo decide di dirgli che gli pia...