3. La notte in cui perdi anche la pazienza (e non dormi)

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[Rimando di un capitolo il prompt di domani, FIRST TIME, che vedrete magicamente comparire domani appena avrò pronto il capitolo.

Nel mentre, godetevi la mia pessima ironia e la mia incapacità di scrivere commedie.

Vi ricordo di dare uno sguardo al calendario che trovate sul mio profilo (seguitemi per non perdervi niente) e a "Nudo con i brividi" la mia long su loro due.

Non dimenticate di commentare e lasciarmi una stellina!

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22.10, chiamata in arrivo: Michelangelo senza le ali.

22.11, hai 119 chiamate perse.

22.13, Michelangelo senza le ali: Si può sapere cosa cazzo hai combinato, Riccardo?

22.14, Michelangelo senza le ali: Ringrazia che Margherita sia troppo piccola per parlare.

22.15, Michelangelo senza le ali: Se non mi rispondi entro cinque minuti chiamo Alessandro e mi faccio spiegare da lui.

22.19, Michelangelo senza le ali: Tu sei uno psicopatico.

22.20, chiamata in arrivo: Michelangelo senza le ali.


3. La notte in cui perdi anche la pazienza (e non dormi)


Ore, sono qui che cerco te da ore
Persa tra gli sbalzi tuoi d'umore
Che cerco di cucire ogni mio errore

(Sissi, Dove sei)


Riccardo è una trottola impazzita, saltella da uno stato umorale al suo opposto in una frazione di secondo, facendogli girare la testa – è che il mondo di Alessandro oscilla pericolosamente, da quando lo conosce e, con quel perenne mal di mare, non ci capisce più un cazzo. Ma, quando Michelangelo telefona a Riccardo per chiedergli una banale cortesia, Alessandro se ne rende conto: sicuramente lui non capisce un cazzo, ma a Michelangelo sfugge anche il precedentemente detto cazzo, perché investire Riccardo di qualsivoglia responsabilità è come sfidare Morandi a una gara di schiaffi a mano aperta, come provare a battere Irama a chi ride per ultimo, come cercare di spiegare a Tananai la sportività. Non può funzionare, quel ragazzino è allergico a ogni tipo di responsabilità e, quando dal vivavoce Alessandro sente la natura della banale cortesia, rischia di strozzarsi.

Glielo domanda, a voce eccessivamente alta, a Michelangelo, se per caso non sia impazzito del tutto o se non abbia rubato qualunque sostanza poco legale sia circolata a Sanremo tra metà dei cantanti, con buona pace di Amadeus: ne ottiene una risata e nemmeno uno straccio di spiegazione, non una sensata almeno. Gli spiega che è venuto il momento di una cena tra marito e moglie, quella volta l'anno in cui non deve far da padre a Riccardo e a sua figlia, e la babysitter ha dato forfait inventandosi un'influenza, un attacco di rinite e saturno contro. Così, di tutte le soluzioni sensate che Michelangelo avrebbe potuto adottare, ha scelto quella più insensata – chiedere al suo secondogenito, ampiamente maggiorenne e ampiamente testa di cazzo, sperando che il cielo la mandi buona.

Alessandro, con tutta la gentilezza e nemmeno troppa di cui è capace, gliel'ha spiegato, che non affiderebbe a Riccardo nemmeno un oggetto inanimato per più di cinque secondi. Quel ragazzino ha come hobby segreto girare la manopola della lavatrice per vedere se riesce a bollire i panni, come si può avere il coraggio di affidargli una bambina di nemmeno due anni?

Notti in Blanco || BlamoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora