Capitolo 3

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Quella gelida sera di inizio novembre, Hayun aveva finalmente indossato il giubbotto pesante che Namjoon le aveva comprato e costretto a mettere.

Non lo avrebbe mai ammesso, ma gli era grata. Si ostinava ad andare in giro con magliette leggere o maglioncini, ma a Seoul l'autunno non era per nulla buono: in quei giorni la temperatura massima era stata 11º e la sera faceva davvero molto freddo.

Hayun aveva detto a Joonie che aveva trovato un lavoro come segretaria in uno studio di un'artista, e che fra un paio di mesi avrebbe iniziato a cercare un posto dove stare. Non gli aveva mentito del tutto, Jungkook era un artista.

Persa tra i suoi pensieri, ne venne risvegliata quando urtò una ragazza.

"Scusami!" Hayun si affrettò a dire.

"Oh, non preoccuparti" le aveva sorriso l'altra ragazza. "Ehi, tu sei la nuova ragazza che lavora da Skinart, vero?"

Hayun sembrò sorpresa. Guardò meglio la donna che si trovava davanti, e i suoi capelli arancioni, insieme ai lineamenti delicati e i piercing al naso e al labbro, le fecero immediatamente ricordare di lei: in settimana era passata da Jungkook, al negozio, a fare un tatuaggio sulla schiena. Ricordava anche il suo nome: Bongseon.

"Sì, sono io! E tu sei..."

"Bongseon! Seonnie, per le amiche!" si affrettò a finire la frase per Hayun. Il grande sorriso che le rivolse le scaldò il cuore.

Si scambiarono i numeri, e Hayun pensò che sembrava proprio una scena da film. Era felice: in quella grande città aveva finalmente un'amica.

Il giro di amicizie si allargò con il passare delle settimane. Seonnie la introdusse a tutti i suoi amici di Seoul, durante delle feste, delle uscite il venerdì sera, i caffè presi al bar nei pomeriggi di domenica...

Fu così che un giorno, mentre era impegnata a lavoro con Jungkook, il suo telefono si illuminò.

Ehi, Yunnie, cosa fai domani sera?

Cosa avrebbe fatto di giovedì sera?

Boh, mi deprimo sul divano?

BENE! Se non hai niente da fare incontriamoci alle 19 qui.

E le mandò una posizione: nella periferia di Seoul. Questo voleva dire almeno un'oretta di viaggio da dove viveva lei con suo fratello. E non aveva neanche una macchina. Stava pensando anche a un modo carino per declinare perché proprio non le andava di prendere i mezzi pubblici per spostarsi che un altro messaggio le apparve sul display.

Mandami la posizione, passo a prenderti io! Non accetto un no come risposta.

Cedette, e le inviò la posizione della casa di Namjoon.

Quando avevi intenzione di dirmi che sei ricca?

È la casa di mio fratello.

Quando avevi intenzione di dirmi di avere un fratello ricco? È single?

È gay.

Oh no.

Hayun sorrise e spense il suo telefono.

"Perché ridi?"

"Non sto ridendo."

"Fantasmino, ormai ti conosco."

"E sta zitto un po'."

Anche Jungkook rise, prima di tornare a concentrarsi sui suoi fogli; "sei una roba impossibile. Oggi chiudiamo prima." Hayun non fece domande, annuì solo, tornando al suo lavoro.

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