Have you ever been in love?

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CHAPTER 1.

Avete presente quelle giornate in cui tutto, ma proprio tutto, sembra andarvi proprio di merda? Quelle giornate in cui la sveglia sembra essersi dimenticata del fatto che deve suonare per far si che tu possa svegliarti; quelle giornate in cui tua madre entra in camera tua infuriata del fatto che per causa tua, che non ti sei ancora svegliata, sta facendo tardi al lavoro; quelle giornate in cui cerchi di rimediare ai mille danni fatti solo in una mattinata, ti metti a correre per tutta casa e, puntualmente, inciampi in qualche tappeto del quale ti eri perfino dimenticata l'esistenza e cadi a terra facendoti un male assurdo. Ecco, gente, questa é una di quelle giornate.

La mattinata non é iniziata nel migliore dei modi, anche perché oltre ad aver fatto incazzare mia madre, mi sono procurata un bellissimo e carinissimo ematoma sul ginocchio e, come se non bastasse, mi son beccata mio fratello maggiore che tranquillamente usciva dalla doccia mentre la sottoscritta si fiondava in bagno. Posso garantire che lo spettacolo non é stato dei migliori.

Ma, ovviamente, una splendida mattinata non puó che terminare in meglio; a causa del mio ritardo a scuola, e anche per aver dimenticato di svolgere gran parte dei compiti, mi son beccata ben tre punizioni da tre prof diverse: Genetica, Francese e Greco. Questo, naturalmente, sta a significare che oggi pomeriggio, invece che uscire per negozi con Giada, la mia migliore amica, dovró starmene chiusa in biblioteca a fare queste fottutissime ricerce. Tecnicamente dovrei consegnarle tra due settimane, ma sta di fatto che prima me le levo, meglio é.

Il suono della campanella che sta a segnalare l'ultima ora mi richiama dal mio stato di trance e, non appena realizzo tutto, mi catapulto fuori dal mio adorato Liceo Linguistico e, credetemi, non potrei sentirmi piú libera di cosí.

«Ehi Giul, mi dai uno strappo a casa?» domanda Giada raggiungendomi con calma, vicino alla mia splendida panda mezza scassata che, a breve, potrebbe tranquillamente cadere a pezzi. Sono una neo-patentata e, come da copione, mia madre e miei zii hanno deciso di regalarmi come prima macchina, una che apparteneva alla seconda, se non alla prima, guerra mondiale. Sta di fatto che a me, Harold (cosí ho deciso di chiamare l'auto), piace parecchio, nonostante abbia un motore ridotto peggio dei polmoni di uno che fuma da decenni.

«Dai, sali» le rispondo sorridendole; saliamo entrambe in macchina e, dopo neanche dieci minuti ci ritroviamo davanti casa sua.

«Vuoi fermarti a pranzo, Giul?» chiede sorridendomi e aggrappandosi con la mano destra sullo sportello dell'auto che, a quel contatto, cigola lievemente. Sono estremamente tentata di accettare piú che volentiri, visto che Grazia, sua madre, cucina che é una favola ma, il pensiero della prof di Greco che mi minaccia con una riga di metallo, mi torna alla mente e quindi, sono costretta a rifiutare.

«Ok, va bene Giul. Ci vediamo domani! E studia!» urla chiudendosi lo sportello alle spalle e raggiungendo di corsa l'appartamento.

Bene, che la tortura pomeridiana abbia inizio!

Arrivo in libreria dopo neanche un paio di minuti, dopo essermi fermata al bar per prendermi giusto un panino da mangiare mentre saró abbastanza impegnata a cercare quei maledettissimi libri per quelle maledettissime ricerche.

«Posso aiutarla, Miss?» domanda la bibliotecaria, sorridendomi ampiamente come se volesse mostrarmi il pezzo di prezzemolo che l'é rimasto incastrato tra i denti mentre mangiava la sua adorata insalata durante la pausa pranzo. Sorrido quasi sforzatamente e nego con la testa

«Oh no, la ringrazio» e con queste parole mi allontano il piú possibile da lei visto che, comunque, piú che gentile o cordiale mi sembra assatanata. Mi dirigo verso il reparto di filosofia Greca e, quando finalmente trovo il libro su Carneade, mi sento realizzata e disperata allo stesso tempo: 1240 pagine su un uomo vissuto non so quando e non so dove da riassumere in 2, per di piú in lingua greca! No ma, qualcuno, puó spiegarmi come diavolo io possa riuscirci?! Insomma, credo veramente che anche Superman o Batman, al mio posto, se la sarebbero data a gambe per un'isola tropicale sotto false sembianze.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 14, 2013 ⏰

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