Primo giorno

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La sveglia è suonata troppo presto questa mattina. Cerco con la mano il telefono sopra al comodino, con il solo risultato di sporgermi troppo e cadere dal letto.
"Fantastico Vane, sono solo le cinque del mattino e già inizi in questo modo. Sará proprio una bella giornata..." penso mentre cerco di rialzarmi. Mi faccio una doccia veloce con l'acqua gelida e poi raccolgo i capelli in una coda di cavallo stando ben attenta a lasciare in bella vista il mio ciuffo tinto. Non ho voglia di truccarmi, d'altro canto non lo faccio mai. Torno svogliatamente in camera per vestirmi. Non so cosa mettere ma non m'importa più di tanto. Nella clinica dove sono stata trasferita fanno indossare lunghi camici bianchi. "È più professionale" dicono.
Ma a me pare una scemenza.
Opto per un paio di skinny jeans blu e un maglioncino leggero bianco che lascia libera tutta la parte del collo fino a metá spalla. Infilo le mie Nike nere e scendo a prepararmi un caffè.
Odio i primi giorni. Non sai mai come comportarti.
Ripongo la tazzina sul lavello, raccolgo lo zainetto con tutto l'occorrente, infilo il cellulare in tasca e finalmente prendo le chiavi dell'auto per partire.
Dopo un viaggio estenuante finalmente arrivo al nuovo indirizzo assegnatomi.
Dicono che sono brava e ho delle doti eccezzionali, per questo trasloco di clinica in clinica.
Oh non vi ho ancora detto la mia professione: io sono una psicologa, sapete, una di quelle "strizzacervelli" un po' strane che si trovano nei manicomi. Ecco io sono una di quelle.
Comunque, la clinica ha un aspetto molto vecchio e trascurato, le mura bianche e quasi non si legge il nome stampato in rosso sopra la porta: Clinica Summer.
Varco la soglia e scopro che all'interno la clinica è molto moderna, c'è una videocamera in ogni angolo e dritto di fronte a me si trova una segreteria molto grande.
Mi chiedo a cosa serva in una clinica del genere una segreteria delle dimensioni di un bar da discoteca. Mah.
Mi avvicino con calma e noto una donna sui sessant'anni suonati con i capelli corti e bianchi e abbastanza in carne. Indossa un paio di jeans e la maglia è coperta dal famoso camice bianco abbottonato fino al collo.
"Wow, in quel camice ci entro come minimo tre volte!" Penso cercando di alleviare la tensione e un sorriso cerca di farsi spazio sulle mie labbra.
"Buongiorno, sono Vanessa, sono appena stata trasferita." Abbozzo alla donna. Quest'ultima alza finalmente la testa dalle sue scartoffie e noto subito un gran sorriso sul suo volto e grandi ed espressivi occhi verdi che in qualche modo riescono a calmarmi.
"Ciao Vanessa, io sono Rose, la caporeparto, nonchè proprietaria e fondatrice della clinica Summer."

Number 158 (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora