Prologo

99 3 0
                                    

questa storia è totalmente di MIA fantasia quindi vi prego di non copiare da nessuna parte







prologo

Le storie d'amore catastrofiche contraddistinte da ossessione sessuale sono un mio interesse professionale ormai da molti anni. Si tratta di relazioni la cui durata e la cui intensità differiscono sensibilmente, ma che tendono ad attraversare fasi molto simili: riconoscimento, identificazione, organizzazione, struttura, complicazione, e così via. La storia di Kim Taehyung è una delle più tristi che io conosca. Taehyung era un uomo profondamente frustrato, che subì le prevedibili conseguenze di una lunga negazione e crollò di fronte a una tentazione improvvisa e soverchiante. Come se non bastasse, era una romantica. Traspose la sua esperienza con Jeon Jeongguk sul piano del melodramma, facendone la storia di due amanti maledetti che sfidano il disprezzo del mondo in nome di una grande passione. È stata una vicenda il cui corso ha distrutto quattro vite, eppure Taehyung, ammesso che abbia mai provato qualche rimorso, è rimasto fedele alle sue illusioni fino alla fine. Io ho cercato di aiutarlo, ma lui mi ha tenuto lontano dalla verità finché non è stato troppo tardi. Non aveva scelta. Non poteva permettersi di lasciarmi vedere le cose come stavano: sarebbe stata la rovina delle poche, fragili strutture psichiche che le erano rimaste.

Non aveva scelta. Non poteva permettersi di lasciarmi vedere le cose come stavano: sarebbe stata la rovina delle poche, fragili strutture psichiche che le erano rimaste.

All'epoca dei fatti Taehyung era sposata con Kim Namjoon, uno psichiatra criminale; avevano un figlio di dieci anni, Charlie. Il padre di Taehyung, un diplomatico, era stato rovinato anni prima da uno scandalo, ma adesso sia lui che la moglie erano morti. Quando sposò Namjoon, Taehyung aveva sì e no vent'anni. Namjoon era un uomo riservato, piuttosto malinconico, con buone doti di amministratore, ma debole, e senza fantasia. Fin dal nostro primo incontro capii che non era la persona adatta per un uomo come Taehyung. Quando Namjoon fece domanda per il posto di vicedirettore, lui e Taehyung vivevano a Londra. Namjoon venne da noi per un colloquio; fece buona impressione sul consiglio direttivo, e soprattutto sul direttore, Min Yoongi. Nonostante il mio parere contrario, Yoongi gli offrì il posto, e qualche settimana dopo i Kim arrivarono in ospedale. Era l'estate del 1959, e il Mental Health Act era appena diventato legge.

Anche se dio solo sa se non si è preso i miei anni migliori, questo è un posto spaventoso.

È un istituto di massima sicurezza, una cittadella fortificata che sorge su un alto colle e domina la campagna circostante: fitte pinete a nord e a ovest, bassi acquitrini a sud. È costruito secondo il tipico schema lineare dell'architettura vittoriana, con i bracci che si irradiano dai corpi principali in modo che tutti i padiglioni abbiano la vista libera sull'aperta campagna al di là del Muro. È un'architettura morale, che esprime regolarità, disciplina e organizzazione. Tutte le porte si aprono verso l'esterno, perché non si possano barricare, e tutte le finestre hanno le sbarre. Solo le terrazze digradanti, che scendono fino al muro ai piedi della collina e ricoperte di alberi, manti erbosi e aiuole fiorite, ingentiliscono e rendono in qualche misura più umana la tetra architettura carceraria che le sovrasta.

La residenza del vicedirettore si trova a un centinaio di metri appena dal Cancello principale. È una grande casa scura di pietra grigia, uguale a quella dell'ospedale, un po' in disparte dalla strada interna e nascosta fra i pini. Costruita in un periodo in cui i medici arrivavano con famiglie numerose e almeno due domestici, era decisamente troppo grande per i Kim. Prima del loro arrivo era rimasta vuota per anni, e il giardino, abbandonato a se stesso, era inselvatichito. Con mia grande sorpresa, Namjoon si preoccupò immediatamente di risistemarlo. Fece pulire lo stagno sul retro della casa, ci rimise l'acqua e i pesci rossi, e potò le siepi di rododendro che correvano tutt'intorno al prato, facendole rifiorire.

Il progetto che lo interessava di più, tuttavia, era il restauro della vecchia serra in fondo all'orto. Era una grande costruzione ornamentale del secolo scorso, che era servita per coltivare orchidee, gigli e altre delicate piante tropicali. A suo tempo era stata una struttura ariosa e imponente, ma all'arrivo di Namjoon e Taehyung si trovava in un tale stato di abbandono che si era parlato di abbatterla. Quasi tutti i vetri erano rotti, e i pochi sopravvissuti erano coperti di polvere e ragnatele. La vernice si era scrostata, e in molti punti le parti in legno erano marcite e crepate. Dentro gli uccelli avevano fatto il nido, topi e ragni erano di casa, e tra le fessure del pavimento di pietra crescevano le erbacce.

Ma Kim Namjoon aveva una passione per il vittoriano, e l'architettura esotica della serra, coi suoi ghirigori di legno e vetro e gli slanciati archi romanici delle finestre, sembrava piacergli in modo particolare. Fortuna volle che tra i pazienti in semilibertà dell'ospedale c'era un uomo che sosteneva di poter restaurare la serra. Quell'uomo era lo scultore Jeon Jeongguk.

Jeongguk era uno dei miei. Io sono sempre stato affascinato dalla personalità artistica; credo dipenda dal ruolo vitale che l'impulso creativo svolge in psichiatria, o quantomeno nel mio lavoro clinico. Quando arrivò da noi, Jeon Jeongguk era già una figura di spicco nel mondo dell'arte, anche se quello che ci trovammo davanti la prima volta era un uomo confuso e molto scosso, che si trascinò in ospedale come una grande bestia ferita e rimase ore e ore piegato in due su una panca tenendosi la testa fra le mani. Mi colpì subito, e quando riuscii a calmarlo e a farlo parlare scoprii che si trattava di un individuo dalla personalità molto forte, con una mente originale, e dotato di un notevole fascino, se solo decideva di usarlo. Tra di noi si sviluppò rapidamente un rapporto basato su un affettuoso antagonismo, che io incoraggiavo con uno scopo ben preciso: volevo che sentisse di avere un rapporto speciale col suo medico. Al tempo stesso diffidavo di lui, perché aveva un'intelligenza irrequieta e subdola, pronta a cogliere i meccanismi dell'ospedale e sempre molto attenta al proprio interesse. Sapevo che avrebbe sfruttato ogni situazione a suo vantaggio.

ciao a tutti!
ben venuti in questo nuovo libro, questo libro è stata un ispirazione per me da appunto il libro di follia di un autore inglese, i nostri protagonisti come al solito sono taehyung e jeongguk, questo prologo è stato totalmente preso dal libro così da farvi capire di cosa tratterà, sarà un romanzo totalmente psicologico, cambierò alcune cose anche perché non lo farò proprio identico al libro, lascerò solamente l'anno dove si trovano e il rapporto dei personaggi, ci saranno anche altri personaggi nella storia.
e nulla spero che ci piaccia e lasciate un commento ed una stellina!

Follia {Kookv} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora