Parte seconda - Viene tutto a galla

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- Vorrei proprio sapere dove hai imparato a fare una carbonara così buona - si complimentò Fuoki, facendomi ridacchiare. Stavamo cucinando come eravamo solito fare il venerdì. Teneva i capelli rossi come il fuoco legati in uno chignon legato da una matita e stava smuovendo la pancetta che sfrigolava nell'olio.

- Un mago non svela mai i suoi trucchi - ribatté guadagnadomi un'occhiataccia. Non potei a meno di ghignare, mi divertiva troppo infastidirla. La verità era che avevo imparato a cucinare la carbonara in prigione. Nessuno l'avrebbe mai detto ma c'erano dei giorni - come a Natale o a Capodanno - in cui si potevano mangiare anche pasti più sfiziosi.

Mi erano stati assegnati dei turni in cucina e avevo fatto amicizia col cuoco della prigione, che ogni tanto mi insegnava qualche ricetta. Ripensare alla mia permanenza in prigione non faceva altro che riportarmi alla mente quanto mi sentissi solo e dimenticato lì dentro, i pensieri autolesionistici e, a volte, suicidi che avevo fatto lì.

Per questo non volevo mai parlarne. Preferivo di gran lunga parlare dei miei viaggi quando ero ancora libero o cosa avrei voluto fare una volta finita l'impresa. Mi piaceva anche raccontare a Fuoki degli episodi del nostro passato insieme, mi metteva un senso di tranquillità. Quello era stato uno dei pochi periodi belli della mia vita.

- Mi immagino te che ti intrufoli in una cucina per imparare la fantastica cucina italiana - non potei negare che sarei stato in grado di farlo. Ero un ladro di nascita e intrufolarmi nelle case e nei locali altrui era un passatempo davvero divertente. Una volta per divertimento ero entrato dalla finestra della camera delle ragazze spaventando a morte Korall. Ovviamente dopo lo spavento si tolse una ciabatta e mi picchiò con quella.

Fuoki mi aveva preso in giro per settimane. - Continua a immaginare, potrebbe essere vero - le feci l'occhiolino, facendole alzare gli occhi al cielo. Scosse la testa e tornò al suo lavoro. Non potei fare a meno di sbirciarla mentre era impegnata. Lo facevo spesso ultimamente.

Non riuscivo a credere che quella bambina dai capelli infuocati che avevo conosciuto da bambino fosse diventata una ragazza così bella. Ero abituato a sentir decantare la bellezza di Korall dai ragazzi della discoteca, ma personalmente credevo che tra le due cugine la più bella fosse la rossa.

Korall era una bellezza gentile, che metteva a proprio agio. Non so bene come spiegarlo, la sua bellezza era data dai tratti del viso delicati e armoniosi, dal nasino piccolo, dalla forma del viso né troppo tonda né troppo spigolosa. Era piccolina, ma proporzionata e aveva un portamento raffinato ed elegante.

Fuoki era diversa. I suoi tratti erano più affilati, più spigolosi, anche se comunque belli. Aveva il viso più allungato e il naso un po' più lungo di quello della cugina, ma si somigliavano nel taglio dell'occhio e nella forma delle labbra, anche le loro espressioni erano differenti.

Gli occhi di Korall erano quasi sempre in una posa che suggeriva disponibilità, gentilezza, buon umore. Sorrideva quasi sempre e se voleva poteva mettere a proprio agio tutti e li portava a volerle bene. Fuoki, invece, aveva un carisma più oscuro. Anche se il taglio degli occhi era lo stesso, la rossa li teneva spesso socchiusi per lanciare occhiatacce e sorrideva poco.

Aveva un sorriso davvero bello, però. Gliel'avevo visto quando guardava la cugina e qualche volta lo aveva rivolto anche a me. Mi rendeva davvero felice essere la causa del suo sorriso, quelle rare volte. - Ragazzi, la cena é pronta! - mi riscosse dai suoi pensieri.

Korall era rannicchiata sul divan avvolta in una coperta come un involtino primavera a leggere. Michael era seduto sulla penisola a guardare la tivù. Questo mi sembrò strano. Di solito la sera guardavano un film insieme e spesso finivano per addormentarsi abbracciati sul divano.

Fuoky e Korall: Missione TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora