fili d'erba

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i raggi del sole accarezzarono dolcemente il suo viso, svegliandola dal suo sonno, il profumo dolce dei fiori di glicine sopra la sua testa le fecero tirare un sospiro, assaporando quel buon odore di legno e fiori intorno a lei. quando aprì gli occhi si ritrovò li, dove era andata quella notte data la difficoltà a dormire, mettendosi con la schiena appoggiata al tronco e le mani ad accarezzare i fili d'erba.
quando tornò di nuovo in camera sua cominciò a sfiorare le pagine dei libri immaginando quelle parole muoversi e formare immagini, mentre la tazza di thè fumante aspettava di essere bevuta.
dalla finestra aperta passava qualche filo d'aria accarezzando i capelli corvini e corti come la notte, i quali le contornano un viso docile e fresco, pallido, accompagnato da due occhi sognanti e profondi quanto il mare, dorati come il sole, caldi come il fuoco.

le dita esili tracciavano piccoli segni in aria, disegnando figure e scrivendo parole mentre i suoni che la circondavano erano attutiti da una nuvola che circondava la sua testa, con il mento sui pugni e i gomiti sul banco, il chiasso delle persone sembrava una colonna sonora mentre lei scriveva la sceneggiatura di un film, un film romantico questa volta, in cui incrociava lo sguardo con quella persona, in cui affogava nelle pozze viola di quello sguardo affilato.

quegli occhi, quello sguardo, quel viso, quel corpo, se li immaginava stesi sul letto senza nulla a nascondere la loro bellezza; immaginava le sue dita sfiorare la sua pelle morbida mentre affondava con le labbra nel suo collo assaporando ogni centimetro di pelle, immaginava di unire le labbra con le sue e poter affogare in quegli occhi per ore magari sul suo letto, ad ascoltare musica.
nonostante conoscesse quel' anima così bene, alle volte sembrava sconosciuta, lei aveva paura di quel'anima, o meglio aveva paura di perderla e ciò frenava la sua voglia di prenderla per i fianchi e baciarla, nonostante gli venisse quasi d'impulso farlo quando chiamava il suo nome, quando le lettere del suo nome a lei ormai appartenente cadevano una dopo l'altra da quella bocca a forma di mezza luna caduta, così luminosa e bella da poterla guardare senza mai stancarsi.

Era inverno, il freddo pungente bruciava i polmoni e il vento faceva lacrimare gli occhi, nonostante il sole fosse alto le nubi non lasciavano passare neanche un po di calore.
La sua sciarpa e il cappotto erano appesi vicino alla porta, accanto ai suoi; gli urletti e le risate delle due rimbombavano per tutta la casa mentre il caminetto scoppiettava e irradiava di luce il salotto buio dove chiacchieravano le due.
nonostante fosse a poche decine di centimetri da lei i suoi occhi non riuscivano a sembrare meno distanti, quegli occhi scuri che ricordavano il miele di bosco o il legno di una quercia, come quella dove giocavano da bambine, come quella da dove cadevano le lettere del suo nome quando aveva paura.
di solito, da piccole, salivano sulla quercia nel campo vicino la scuola, si arrampicavano e rotolavano nell'erba, facendo corone con le margherite e bracciali con le foglie; spesso salivano in alto, sui rami più lontani da quello che era l'immenso mare verde, e li dove sembrava di poter toccare le nuvole allungandosi un po' che aveva paura, che quei capelli neri e attaccati al viso chiamavano il suo nome
Lara
quattro lettere che cadevano leggere e che si mischiavano con le foglie, e ce ora su quel divano si mischiavano con le risate, non potendo fare a meno di andare ad infilarsi nel suo cuore, accendendosi in fiamma e andando a far brillare quegli occhi viola, possessori del nome.

silenzio
erano ormai passati vari attimi di silenzio per lara, che si stava perdendo nei lineamenti del suo viso, mentre chiamava il suo nome; si risvegliò come da una trance e chiese scusa, non sapeva perchè, ma gli era venuto spontaneo, forse perchè del suo assentamento, forse perchè sentiva di sbagliare ad amarla. Amare, gli faceva paura quella parola, eppure l'aveva appena usata, gli avevano detto che amavi quando senti lo stomaco bruciare, come quando hai l'ansia, quando pensi solo a quella persona, quando la vuoi tutta per te e vuoi solo che sia felice; quindi la amava, si, sentiva che quella parola era dedicata a lei, sentiva di amarla. Lei amava Kaila, e sperava di essere amata anche lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 02, 2023 ⏰

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