07 gennaio 2015
«Mustang o BMW?» chiesi urlando verso le scale.
Ero davanti all'ingresso pronta a prendere le chiavi per ottenere il comando. Avrei guidato io.
«Sappiamo tutti che vuoi la Mustang, Nana» commentò Doukas con voce cavernosa, sfiorandomi il collo scoperto.
«Bene, allora vada per la BMW» ribattei fingendo stizza. Gli passai le labbra sulle dita con cui mi aveva appena toccato e le sfiorai lasciando leggeri e morbidi baci.
Non avevo più bisogno di impormi limiti con lui, ma era parte di me.
Quel bisogno di avere l'ultima parola, di chiudere la bocca, di troncare una discussione faceva diventare tutti matti, ma non lui. A lui piaceva questo mio bisogno di comando perché subito dopo mi dimostrava che con lui non funzionava. Era lui ad avermi in pugno e non viceversa, ma non lo avrei ammesso ad alta voce.
«Se vuoi che tuo fratello ci becchi, sei sulla strada giusta» sottolineò cingendomi in vita e, di risposta, mi scansai con il sorriso più malizioso di cui ero capace.
«Jay, muoviti!».
Doukas mi voleva e avrebbe dovuto aspettare. Aveva aspettato anni, qualche ora in più non avrebbe fatto la differenza.
Il calpestio pesante lungo le scale ci avvertì dell'arrivo di mio fratello e noi ci allontanammo l'uno dall'altra.
Fingere di non essere nulla era come avere un sassolino nella scarpa in un momento in cui non puoi liberartene.
Terribilmente noioso.
Lo sbattere delle portiere segnò la partenza e il rombo che feci fare al motore spinse mia madre a uscire e raccomandarsi di non fare cavolate.
«Questo motore voleva ruggire!» mi giustificai scatenando una sua risata.
Con me alla guida, vigeva la regola che il conducente sceglie la musica, così misi il mio CD preferito. Fortunatamente era anche quello di Jay e Doukas.
Meglio così.
Era un vecchio CD rigato dagli anni e quando arrivammo alla dodicesima traccia, si incantò.
«Merda» commentai a denti stretti e sottovoce. Non ne avevo portato altri, così fummo costretti ad ascoltare la radio.
E andò bene per un paio d'ore, poi si interruppe per via di interferenze date da Dio sa cosa.
La spensi sbuffando.
«Quindi, da quanto?» esordì Jay.
La domanda sembrò rivolta all'intero abitacolo e non ebbe risposta.
«Da quanto tempo scopate?» puntualizzò dissipando ogni ragionevole dubbio.
«Cristo Santo, Jay!» urlai. «Come ti salta in mente? Sarà anche Doukas-Scopami-Stawks al campus, ma per me resta Doukas-Stronzo!».
La voce era troppo acuta per essere indice di tranquillità e le parole erano troppe. Era un chiaro indizio che mentivo. Quando volevo convincere qualcuno delle mie parole, ne usavo in eccesso.
Jay, che mi conosceva come le sue tasche, lo capì e lanciò a Doukas un'occhiataccia. Ultimamente gliene riservava parecchie, alcune senza motivo.
«È tutto a posto, Marsh?» chiese dal sedile posteriore.
«Certo» risposi io, peccato che la domanda non fosse rivolta a me. Era per l'altro Marsh nell'abitacolo.
L'aria condizionata andava a manetta, eppure ebbi la sensazione che Jay stesse risucchiando tutta l'aria con il suo respiro pesante e irregolare.
STAI LEGGENDO
NANA.
Mystery / Thriller🏆WATTYS 2022 mistero/thriller «Ho sempre amato tutto di lei. Anche ciò che non comprendevo. Avrei voluto amarla più a lungo, avrei voluto fare amicizia con i suoi demoni molto prima». Lei era solo una bambina quando incontrò il diavolo per la prima...