𝚂𝚊𝚟𝚎 𝚖𝚎

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ANGOLO AUTORE:
Il titolo è preso da un'altra canzone dei Queen, Save Me, è meravigliosa.
Mi scuso per i possibili errori di battitura

Lo stava evitando.
Era palese che Charlie lo stesse evitando.
Ma non sapeva il perchè.
Aveva chiesto a Tao e ad Elle, ma loro, più confusi di lui, non gli avevano dato una risposta soddisfacente allo strano cambiamento d'umore di Charlie.
Di solito, riuscivano a comunicare, a parlare delle proprie paure e delle proprie emozioni. Ora, Nick non sapeva come comportarsi con lui, perchè non sapeva cosa gli stesse frullando nella sua testa.
E, sinceramente, si stava preoccupando.

Non veniva più a scuola e, a quanto pareva, aveva spento il cellulare.
Aveva tirato su delle barriere che nessuno -nemmeno Nick- poteva buttar giù.
Era seduto in uno dei tavolini fuori la scuola, la bottiglia di succo ancora intatta, così come il suo pranzo.
-Non lo mangi?-
Sentì una voce familiare davanti a lui e vide Tao addentare un panino alla marmellata di ciliegie.
-No, non ho fame. Se vuoi, mangialo tu...-
Tao si sedette di fronte a Nick e gli prese il pranzo.
-Sono preoccupato per Charlie.
Non lo sento da settimane e sua sorella copre la sua assenza...-
-Avete litigato?-
-No! Andava tutto a gonfie vele e, all'improvviso, POOF!-
Gesticolava esageratamente.
Tao riusciva a sentire l'aura della sua preoccupazione e della sua paura.
-Spariva spesso, l'anno scorso.
Aveva questi attacchi d'angoscia e noi cercavamo di aiutarlo, ma è sempre stato lui a tornare...!-
-Ma non posso aspettare!
Andrò a casa sua e gli parlerò.
Abbiamo sempre parlato...affronteremo questa cosa...!-
Tao lo fissava, mentre Nick si alzò dal suo posto e prendeva lo zaino.
-Nick...-
Nick si voltò verso Tao.
-Non essere brusco con lui...d'accordo?-
Nick annuì e lasciò Tao gustarsi il suo pranzo.

Camminava piano verso casa di Charlie.
Stringeva lo zaino e una strana ansia lo pervase all'improvviso, scatenando domande nella sua mente che non avevano intenzione di andarsene.
"E se si fosse stufato di me?"
"Gli ho fatto qualcosa che non dovevo?"
"Se volesse lasciarmi?"
A quell'ultima domanda, i passi di Nick si congelarono, così come i suoi battiti cardiaci.
Guardava la punta delle sue Vans scure, fermo ed immobile. Pareva pazzo.
Forse, doveva andarsene, lasciare a Charlie il suo spazio e seguire il suggerimento di Tao.
Ma amava troppo quel piccoletto e la sua preoccupazione stava superando i limiti prestabiliti.
Alzò, allora, lo sguardo, ricacciando indietro le lacrime, e andò verso casa sua.

Bussò la porta un po' troppo forte, visto che le nocche avevano cominciato a pulsare.
Batteva il piede destro sul pianerottolo e si guardò velocemente intorno, sentendo la serratura scattare.
E gli sembrò di tornare a respirare, vedendo la figura di Charlie, ma non era come l'aveva lasciata, allegra e un po' stanca: aveva delle marcate occhiaie e gli occhi gonfi, i capelli arruffati come nido di rondine e indossava un pigiama malmesso e sgualcito.
Non appena vide Nick, Charlie chiuse subito la porta.
-Apri, Charlie!
Ti prego, sono io. Sono Nick!-
Batteva i palmi contro il legno della porta, fino a cessare del tutto.
Poggiò la fronte contro la porta e cadde per terra, sistemandosi a gambe incrociate sul pianerottolo, togliendosi lo zaino.
-Allora, starò qui fino a quando non mi aprirai. E non sto scherzando, Charlie!-
Dal suo zaino, fece uscire un paio di cuffie e il suo telefonino, collegandole ed iniziando ad ascoltare la musica.
Quando partì la loro canzone, Nick lanciò uno sguardo fuggitivo alla porta e sospirò sconfitto. Si diede, però, due forti schiaffi sulle guance per ritirarsi su.
Charlie lo guardava dalla finestra, voleva abbracciarlo. Lo voleva davvero. Ma non voleva mostrarsi così...così debole ai suoi occhi.

Ormai, il sole era calato.
Si stava alzando un leggero vento fresco e Nick imprecava per non aver portato una felpa.
-Fantastico...-
Bevve un sorso d'acqua dalla borraccia e si accucciò meglio per ripararsi dall'imminente freddo.
Ma sentì qualcosa -o meglio, qualcuno- accarezzargli la guancia e a togliergli delle ciocche di capelli dal viso.
-Entra, si gela qui fuori...-
La voce di Charlie gli pareva un miraggio, quasi uno scherzo del suo subconscio.
Lo seguì fin dentro casa: voleva toccarlo, abbracciarlo, baciarlo addirittura. Dirgli quanto gli fosse mancato...
-Mettiti in salotto, io ti porto del té caldo...-
Guardava il salotto: il muro di fronte a lui era illuminato da un'ombra rossa creatasi dalla fiamma del camino.
C'erano scaffali pieni di libri e foto di famiglia, alcune anche buffe.
Osservando una di quelle miriadi di foto, sentì dei passi felpati in lontananza, Charlie con due tazze di tè fumanti e la coperta sulle spalle a mo' di mantello alla Severus Piton.
-Tieni...-
Charlie gli porse la tazza e, con un cenno del capo, lo invitò a sedersi sul divano.
Rimasero seduti in silenzio per, almeno, una decina di minuti, l'unico rumore udibile erano i loro sorsi.
Nick posò la tazza sul tavolino, si sfregò le mani sulle gambe, pronto per parlare, ma Charlie lo anticipò.
-Scusami...-
Charlie giocherellava con le proprie dita e non lo degnava di uno sguardo, fissava in basso.
-Ho avuto dei problemi, e non volevo coinvolgerti...-
Nick sospirò e rilassò le spalle.
Era così bello sentirlo parlare, anche di cose tanto delicate, che erano i suoi pensieri.
-Ogni volta che parlo di quelle cose con te, mi sembra di...darti un peso...-
-Cosa ti fa pensare una cosa del genere, Charlie?-
Finalmente, Charlie gli accennò un'occhiata, ma durò veramente poco. Quasi impercettibile.
-Non lo so...-
Nick si avvicinò a lui, prendendo il suo mento tra le dita e sfiorando la sua fronte con la propria.
-Ti amo, Char... i tuoi problemi sono anche i miei...ma capisco se vuoi isolarti un po'...- un breve pausa, un sospiro - Solo, avvertimi la prossima volta.
Mi sono preoccupato davvero tantissimo...-
Charlie accennò una risatina e percepì le sue orecchie scaldarsi. Adorava quel nomignolo.
-D'accordo, Nicks...!-
Nick lo baciò, prendendo le sue guance tra le mani e accarezzandole con i pollici.
Charlie si aggrappò ai gomiti della sua felpa blu, e tornò a respirare a pieni polmoni.
-Sai che facciamo adesso?-
Nick si era separato dalle labbra screpolate di Charlie e lo stava fissando dolcemente ed attentamente negli occhi.
Charlie scosse la testa, curioso, e Nick si alzò dal suo posto.
Vide, in lontananza, il vecchio giradischi del nonno di Charlie e mise su un disco interamente strumentale.
Gli porse la mano e si inchinò leggermente, come nei balli che venivano organizzati a palazzo.
-Mi concede un ballo...?-
Charlie rise e gli prese la mano, seguendo i passi di Nick e le note del pianoforte.
Charlie poggiò il mento sulla spalla di Nick, mentre quest'ultimo gli stringeva la schiena.
-...voglio ballare questa canzone al nostro matrimonio...- gli vennero dal cuore quelle parole.
Sapeva che non avrebbe mai più provato lo stesso amore che provava per Charlie verso un'altra persona.
Se lo sentiva sin dentro le viscere, sarebbe stato lui la persona che avrebbe portato all'altare e con cui avrebbe passato il resto della sua vita.
Charlie rimase sbigottito da quelle parole, ma sorrise e continuò a tenerlo stretto a sé.
-...anche io...-
Una relazione non è solo rosa e fiori. Esistono quei momenti no, sia per uno sia per entrambi i componenti della coppia.
L'importante è che, dopo una caduta, ci si rialzi insieme.

ANGOLO AUTORE
Sì, sono passati un po' di mesi dalla pubblicazione della mia prima FF su Nick e Charlie, ma eccomi di nuovo qui con questi due cuori di panna.
Avete capito che io amo il cliché del ballo? Ed io amo immaginarli danzare...!
Spero che vi sia piaciuto!!!
Attila/Dimi

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