21. Ethan, ti ho fose baciato?

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Io abbandonata alle mie vane lacrime, lui che cercava di consolarmi. Ethan è sempre stato un bravo ragazzo, timido con tutti ma dal cuore d'oro. La dimostrazione è d'avanti ai miei occhi, le sue braccia attorno a me in un abbraccio. Siamo seduti sul mio letto. Io tengo la testa bassa appogiata alla sua spalla.

- Scusami.
- Scusami, Ethan. Non avrei voluto farti conoscere questo lato di me. Questa non sono io.
Poi fisso ancora le mie mani sanguinanti, come chi ha commesso un omicidio e subito dopo se n'è pentito.

Ethan: - Ognuno ha il proprio lato che tiene più nascosto agli altri, ed è proprio in quel momento che gli altri devono aiutare a superarlo.

Più lo guardavo e più mi domandavo perché lo stesse facendo. Quegli occhi scuri ma calmi e preoccupati allo stesso tempo.

- Il mio passato mi ha segnata molto. È questo che rovina ogni cosa, sono io che faccio appassire qualsiasi cosa bella che capita nella mia vita.

Gli spiego ingoiando la saliva, che sapeva ancora di liquore. Poi continuo sospirando:

- Non riesco a stare calma, tutto mi riporta a loro. Ai miei genitori. Loro che erano tanto felici, ma quando lui la tradì e lei lo scoprì persi la fiducia in qualsiasi essere umano.

Ethan ascoltava in silenzio attentamente, mentre cercava di calmarmi stringendomi ancora a lui. Le lacrime rigavano ancora il mio viso, forse per ciò che dicevo, forse perché ero completamente ubriaca o forse per entrambe le cose.

- I miei passavano tutto il giorno a litigare, a picchiarsi, a picchiarmi.

Qui mi fermo. Non ce la faccio più ad andare avanti, ma Ethan mi tiene la mano e con gli occhi lucidi mi mostra un sorriso timido come per dire "ci sono io".

- Vivevo in un inferno, giorno e notte. Il mio porto era la musica. Solo lei riusciva a tirarmi su. Quando i miei litigavano io uscivo, correvo, correvo più forte che potevo per arrivare al parco.
Lì io cantavo, cantavo per dimenticare e per vivere in un universo tutto mio.

- A 18 anni io e mia sorella abbiamo deciso di trasferirci, per scappare da tutto questo.
Adesso lei mi ha abbandonata. Francamente non so dove sia in questo momento.

La voce mi tremava, le mani pure.

- Con Damiano ho trovato il mio nuovo porto, la mia tranquillità e felicità. Ma al solito, tutto ciò che tocco si trasforma in polvere.

Ethan: - Questo non è vero. Sei una ragazza fantastica, simpatica e bellissima.
Damiano è fortunato ad essere stato scelto da te.

Sulle mie labbra si stampa un lieve sorriso.
Inizio ad alzare il mio sguardo e a guardare il suo.

Ethan: - Dico davvero. Dimentica per un attimo tutto. Damiano non è come tuo padre. Lui ti ama, ci tiene tanto a te. Da quando sta con te è cambiato, dico in meglio. È uno stupido innamorato e non ti farebbe mai del male, né ti farebbe soffrire. E se qualche volta fa una cazzata fa parte del suo essere "Damiano".

Qui mi scappa una risata. Con la manica della felpa mi asciugo le lacrime.

Ethan: - No no così aspetta.

Con le sue mani morbide e calde asciuga le lacrime che erano cadute sulle mie guance.
Io gli sorrido.

Ethan: - Ohh così va molto meglio.

- Grazie.
Gli dico io in un mezzo sorriso e con gli occhi ancora sfocati dalle lacrime.

I suoi occhi ora mi sorridevano.

Quel ragazzo timido e introverso mi aveva fatta ritornare in me per un attimo. Non conoscevo Ethan fino a questo punto. A dire la verità parlavo con lui, ma non avevo mai fatto conversazioni di questo tipo.

Senza dire una parola lo abbraccio.
Riesco a percepire che è molto teso dai battiti velocizzati del suo cuore, l'unica cosa che si sente nel silenzio oltre ai nostri respiri.

In quel abbraccio trovo tutta la sicurezza e il coraggio di cui avevo bisogno. Adesso anche lui mi stringe più forte, sempre di più. A prescindere di quello che sarebbe successo non so se me ne sarei ricordata una volta ritornata in me.
Mi stacco lentamente da lui mantenendo il contatto visivo.
I suoi occhi adesso sono lucidi e tristi.
Dalla tasca dei jeans tiro fuori il pacchetto di sigarette. Ne tiro fuori una e la porto subito dopo alla bocca. Poi le porgo ad Ethan.
- Vuoi?
Ne prende una e anche lui la porta alla bocca.
Con l'accendino accendo prima la sua sigaretta e poi la mia.
I suoi occhi erano stupiti, mi guardava in modo strano.

Ethan: - Da quando fumi tu?

Prima di rispondere inspiro tutto il fumo, che mi entra in gola e mi fa tossire.
Si vedeva che ero ubriaca. Si vedeva che detestavo fumare.

- Da oggi. Rispondo io

Cerco di buttare il poco fumo che mi era rimasto all'interno.

Ethan: - Perchè lo fai?
Il suo sguardo si acciglia mentre dalla sua bocca esce dell'altro fumo grigio che piano piano si andava a smaterializzare nell'aria di camera mia.

A quella domanda io non sapevo rispondere. Non riuscivo nemmeno a ragionare. Avevo un blocco mentale.

Fissando il vuoto del soffitto tiro un sospiro.

- Dicono che fumare svuoti la mente. Che il fumo te la annebbi. Io voglio svuotare la mia. Sono stanca di affrontare i problemi, per una volta preferisco dimenticarli. Preferisco affogarli nelle mie lacrime e nel fumo grigio.

Ethan: - Allora vuoi distruggerti? Così non li affronti i problemi, te ne crei altri mille.

Mi fissa aguzzando gli occhi, come se stesse cercando qualcosa all'interno dei miei.

Ethan: - Vuoi davvero che accada questo?

Scuoto la testa.

Allora vieni con me.
Mi prende la sigaretta di mano e la spegne gettandola.
Si alza di scatto.
Io rimango seduta con lo sguardo verso il pavimento.
Mi porge la mano.
Ethan: - Vuoi ballare?
Alzo il viso. Una scossa.
Il mio cuore si ferma. Sento un battito saltare e poi riprendere più velocemente, sempre di più. Nella mia mente penso a Damiano. Anche lui lo aveva fatto con me. È da quel ballo che tutto partì.
La mia mente si era svuotata per riempirsi dei bei momenti passati insieme al mio Dam.
Afferro la mano di Ethan e anche se non mi reggevo in piedi lui mi teneva stretta a sé.
Ricordo ancora la volta con Damiano. Non avevamo la musica, il cellulare si era spento, perciò cantò lui.
Sto ballando un po' a caso lo ammetto.
Adesso abbraccio Ethan con le mani al collo.
Ricordo ancora quando abbracciai Damiano allo stesso modo. Eravamo vicini, tanto vicini.
Non riesco a respirare correttamente. Ma questa sensazione è stranamente bella ma allo stesso tempo una confusione incredibile. È come se non riuscissi a distinguere la realtà da ciò che sto pensando.
"Ah perché ho bevuto tutta la bottiglia?"
Mi rimprovero nella mia testa.

"Ma Damiano?"
"Sei tu?"
Queste domande ruotano nel mio cervello.
Ero felice, il cuore mi batteva come la prima volta.
Lo baciai. Lo baciai aggrappandomi alla sua camicia bianca, che sapeva di muschio. Lo baciai ad occhi chiusi e ricordando tutto ciò che abbiamo passato insieme. Sto abbracciata a lui ancora per un po'. Ho ritrovato il mio principe e adesso non voglio più lasciarlo. Voglio chiedergli scusa. Voglio dirgli ti amo.
Sento però all' improvviso una voce diversa da quella di Damiano.
Era Ethan.
Aspetta un attimo. Cosa ho combinato?!

HO BACIATO ETHAN.

Torna a casa || Damiano David Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora