13|| INTIMITÀ

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joaquin⭐️
sono qui a Milano
cosa?
hai capito bene, sono qui
e quando avevi intenzione di dirmelo?
volevo farti una sorpresa
dove sei?
in hotel
hai davvero prenotato una camera di hotel?
perché?
niente lascia stare, mandami la posizione che ti raggiungo
📍La mia posizione
va bene allora ti aspetto qui

Qualche minuto dopo sentii bussare alla porta, mi affrettai a raggiungerla ed aprirla sapendo chi mi aspettasse dietro di essa. << Ciao >> mi salutò sussurrando << Ehi >> i suoi occhi mi squadravano spigolosamente, senza aggiungere nessuna parola, lì sulla soglia. In uno scatto si avvicinò a me cercando le mie labbra, travolgendole in un lungo bacio appassionato, desideroso, percepivo quella sua voglia di me dopo quei due mesi che l'avevano fatta accrescere, percepivo l'amore immutato che provasse nei miei confronti. Non riuscivo a staccare le mie labbra dalle sue nonostante il fiato mi mancasse, continuando a baciarci entrammo dentro la stanza richiudendoci la porta alle spalle. << No puedes entender cuanto te extrañé >> disse con il fiato corto staccandosi leggermente << Quanto? >> chiesi con un leggero sorriso. Mi baciò un'altra volta << Tanto >> questa volta non cercò le mie labbra, mi guardò semplicemente negli occhi << Troppo >> aggiunse con un filo di voce. Annullai nuovamente le distanze provando a fargli intendere quanto realmente io abbia sentito la sua mancanza. Gli tolsi la giacca che indossava, la lasciai ricadere sul pavimento, ormai eravamo a pochi passi dal letto ed era percepibile il bisogno che avessimo l'uno dell'altro. Entrambi ci levammo le scarpe continuando ad intrattenere quello stretto contatto, tolte le scarpe seguirono lentamente gli altri vestiti finché non ci ritrovammo nudi l'uno di fronte all'altro.

Guardava i miei occhi, soltanto quelli, il suo sguardo non ricadeva sul mio corpo, come se stesse cercando di leggere la mia anima ed unirla alla sua.

Finimmo per fare l'amore, su quel letto che non apparteneva a nessuno, su cui magari qualcun altro lo aveva già fatto ma per noi era la prima volta e quel letto sembrava appartenere a noi, solo a noi, sembrava improvvisamente suonarci familiare, sembrava cullare ogni nostro singolo movimento.

I nostri corpi si muovevano all'unisono e, nonostante fosse la prima volta, conoscevano esattamente i movimenti da fare lasciandosi guidare dall'altro avendone la piena fiducia.

Le nostre anime erano strette tra loro come le nostre mani e non facevano cenno a staccarsi.

Era la prima volta.
La prima volta dettata dall'amore, dalla lontananza, dal dolore, dal desiderio, dalla passione.  Una prima volta non rincorsa, non sperata, non immaginata, una prima volta inaspettata, una prima volta esasperata, una prima volta affannata, una prima volta da innamorati. Probabilmente se non fosse stato per la lontananza, per la rabbia e l'odio che ci eravamo sputati addosso, per i litigi mai portati a termine, per la delusione, per i malintesi, per le notti trascorse da soli senza chiudere occhio aspettando che il tempo passasse e cancellasse ogni traccia di quell'amore finito, per tutte quelle chiamate mai fatte, per tutti quei messaggi mai inviati, per quella proposta di matrimonio, per l'amore che aveva iniziato a scorrere nelle nostre vene da quel primo incontro e che da allora non aveva mai smesso di farlo, per quel bisogno che avvertivamo di sentirci vicini per almeno un'ultima volta, per quella passione che ardeva in ogni bacio, in ogni movimento, non avremmo mai fatto l'amore, saremmo sicuramente seduti sul quel divano a farci le "coccole" , a baciarci innocentemente e dolcemente, a ridere e sorridere di gusto.

<< Sei bello >> dissi accarezzandogli i capelli sdraiata di fianco a lui. Mi sorrise lasciandomi un bacio a stampo sulle labbra << Siamo un disastro >> sussurrò sbuffando << Un bellissimo disastro >> aggiunse osservandomi. Non sapevo realmente che intendesse, era sua abitudine lasciare le frasi a metà senza alcuna spiegazione, però questa volta avevo capito benissimo, avevo decifrato il suo messaggio e sapevo che aveva ragione, che nonostante i nostri disastri rimanevamo sempre noi e quel noi era qualcosa di bellissimo.

<< Sai penso che questo non sia il momento più intimo che abbiamo trascorso >> sussurrai rompendo il silenzio che si era creato. Spostò il suo volto dalla mia spalla, continuando a cingermi i fianchi, per guardarmi meglio << In che senso? >> mi domandò << Secondo me il sesso non è il momento più intimo che si possa vivere, questo per esempio è un momento intimo, stare abbracciati in silenzio sul letto >> provai a spiegare << Fammi capire, pensi che un abbraccio sia più intimo di fare l'amore? >> sollevò il busto mettendosi comodo, io feci la stessa cosa << Intimità non vuol dire essere nudi uno davanti all'altro, non è dato da quel fattore, l'intimità è una vicinanza emotiva non fisica, l'intimità è un concetto talmente complicato da spiegare >> sbuffai non trovando le parole << Allora... è più intimo un bacio a stampo o uno pieno di passione? >> mi domandò voltandosi verso di me << Un bacio a stampo >> risposi senza alcun dubbio << Ok, sappi che da adesso te ne darò solo a stampo >> affermò ridendo leggermente << Meno si fa più è intimo il momento. Il bacio a stampo è qualcosa di naturale, è qualcosa di semplice, è qualcosa di una grande importanza, di un grande spessore nonostante la sua breve durata, il messaggio che vuole far trapelare è immediato, con un bacio più lungo e travolgente l'attenzione viene catturata da qualcos'altro. Io non penso che tu mia abbia voluto dire che mi ami, mi concentro sull'intensità del bacio >> i suoi occhi mi osservavano confusi ma allo stesso tempo colpiti, si avvicinò a me e mi lasciò un bacio sul naso provocando la mia risata << Vedo che inizi a capire >> mormorai lasciandogli un bacio sulle labbra.

<< Mi fai le coccole? >>

JOAQUIN CORREA|| E NOI?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora