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Diluc si svegliò di soprassalto, come del resto faceva tutte le notti da 5 mesi, il cuore gli batteva a mille e le lacrime scorrevano caute sul suo viso, quello stesso viso che un tempo fu stato felice oggi ricordava solo quello di un cadavere, pallido, con profonde occhiaie e occhi vuoti, spenti.
Allungò la mano dall'altra sponda del letto e in quel momento si rese conto che non era un incubo quello che aveva sognato, ma era la cruda realtà, Kaeya non era più al suo fianco, era completamente solo.
Guardò fuori dalla finestra, nevicava, tempo perfetto, tempo di malinconia e ricordi passati.
Si alzò e con calma e precisione si vestì, era una giornata importante quella, finalmente Kaeya sarebbe tornato a casa, e per quella eccezionale circostanza si preparò con cura.
Andò in bagno e fece una lunga doccia corroborante e una volta uscito si profumò il corpo con la colonia di Kaeya, indossò il completo più bella che aveva, si pettinò i capelli e li legò con cura, si fece pure una piccola treccia al lato del viso, si ricordava che quando erano piccoli Kaeya amava intrecciargli i capelli.

Giunto alle porte della città vide che erano già tutti arrivati, erano tutti lì, per Kaeya, vide Jean che veniva accarezzata amorevolmente da Lisa, vide Sucrose che stava piangendo e al suo fianco Albedo che cercava di rasserenarla ma Diluc notò altro in quel duo, vide che dagli occhi di Albedo scendevano insicuri, piccoli fili argentati, erano lacrime, era la prima volta che Diluc vedeva Albedo piangere.
Diluc vide Amber ed Eula scambiarsi abbracci di consolazione, vide Razor e Bennet, avevano entrambi in mano un mazzo di Calla Lily e il traveller stava stretto a Paimon.
Vi era un aria pesante in quel luogo, tutta quella tristezza e quelle lacrime fecero appesantire ancora di più il cuore dell'uomo, per un secondo la vista gli si annebbiò, non riusciva quasi a stare in piedi.
barcollò fino ad una panchina e impiegò 5 minuti per riuscire a riprendere coscienza di se e del suo corpo e solo all'ora sentì Jean che lo chiamava.
"Diluc!" disse la ragazza correndo verso lui e abbracciandolo, tutti lo guardavano come se fosse uno spettro, e Diluc non poteva biasimarli, non si era fatto vedere in paese per cinque mesi.
"Sono felice che tu sia qui" disse piano Albedo, il volto che osservava i propri piedi, Diluc provò pietà per lui, non aveva mai capito quando Albedo comprendesse i sentimenti umani.
"Io sono contento che voi siate qui, eravate importanti per lui, eravate la sua famiglia"
Una carrozza nera trainata da cavalli neri veniva verso di loro, "Arrivano" disse piano Lisa e Jean lasciò andare Diluc.

Diluc era consapevole di ciò che avrebbe visto scendere da quella carrozza ma sono in quel momento realizzò a pieno la cosa, non stavano aspettando il ritorno trionfante di un eroe, il principe di una nazione, non stavano nemmeno attendendo il ritorno di un uomo, ma nemmeno il ritorno della vita, stavano attendendo una bara, la bara di un giovane uomo.
Diluc comprese in quell'istante quello che era accaduto, Kaeya era morto a novembre ed ora erano ad aprile, 5 lunghi mesi... per Diluc erano sembrati 5 anni.
ora che ci rifletteva era strano vedere la neve ad aprile, pareva che pure la primavera volesse esprimere il suo cordoglio per la perdita di una vita così giovane, il fiore più bello e raro del giardino non è mai riuscito a sbocciare e purtroppo mai potrà farlo.
La carrozza si fermò improvvisamente e da essa due uomini fecero scendere una bara nera lucida, su di essa vi erano disegnati dei fiori blu notte, i preferiti di Kaeya, e attorno alla bara vi erano dei ricami in argento, Diluc dovette ammettere che era meravigliosa.
Sopra di essa Lisa appoggiò dei fiori, un bouquet di fiori bianchi e blu, tenuti stretti da un nastro bianco, sembravano fiori perfetti per una sposa, Kaeya non sarà mai uno sposo pensò amaramente Diluc, no, Kaeya non sarà mai il suo sposo, avevano sempre sognato di sposarsi in un giorno di primavera, all'alba, non per paura di essere visti, ma per evitare i curiosi e i ficcanaso.
"Posso metterglieli in mano i fiori? Così potrebbe sembrare uno sposo" chiese lievemente Diluc a Jean, gli occhi gonfi e arrossati la guardavano imploranti.
"Diluc non aprire questa bara, ciò che troverai dentro non è più Kaeya, ha riportato delle ferite importanti... il suo volto è sfigurato o almeno così mi hanno detto e Albedo aveva promesso di sistemarlo per la cerimonia ma non so cosa sia riuscito a fare, non avendo la certezza di nulla sarebbe solo un dolore in più per te" la donna era immobile, cercava delle parole per confortare l'amico ma tutto quello che le veniva in mente erano solo parole di circostanza, come poteva lei alleviare il dolore di un amico che aveva perso l'amore della sua vita?
Mentre Jean si affliggeva su cosa dire o meno all'amico DIluc aveva già perso interesse nella donna, non aveva la mente per affrontare l'amica, tutti i suoi pensieri volavano al suo amore, a quanto lo ricordasse bello a quanto era felice e a quanto lo amava, Kaeya poteva avere una vita perfetta piena di gioie, ma non potrà, perchè tra poco più di mezz'ora sarà sepolto sotto tre metri di terra.
Uno dei due uomini  che portavano la bara era Dainsleif,  aprì cautamente la bara, il corpo era conservato perfettamente anche se si potevano vedere delle cicatrici ormai sbiadite, merito dell'alchimia di Kaenri'ha e del talento innato di Albedo.
"Kaeya, sei incantevole, ma avresti dovuto mandenere la tua promessa" bisbigliò Diluc quando finalmente si fece coraggio e lo guardò all'interno della bara, Dain si avvicinò al ragazzo "Ti avevo promesso che te lo avrei riportato ad ogni costo" mastro Diluc "Grazie Dain" disse all'ora l'uomo tra un singhiozzo e l'altro.
La neve stava pian piano ricoprendo la bara con il suo magico strato candido, attutiva ogni suono, pure i lamenti strazianti di Diluc sembravano più lontani, tra color che porgevano l'ultimo saluto al cavaliere vi era pure Venti, L'archon di Monstadt, il bardo non ne faceva un mistero che Kaeya fosse il suo abitante preferito, nonchè suo compagno nelle avventure scapestrate.
"Andiamo" disse Albedo, la voce strozzata, nemmeno lui riusciva a reprimere il dolore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 04 ⏰

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