PROLOGO

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Kyoto 1868

Con portamento altero e sguardo rigido, la principessa Shoken osservava lo shinobi chino su un ginocchio innanzi a lei, con un pugno sul petto e l'altro dietro la schiena; il capo chino e riverente. Gli occhi stretti della nobile, scrutavano attenti la figura vestita di uno shinobigi* nero con alti gambali, che le coprivano i polpacci e stretti bracciali di cuoio, che le avvolgevano gli avambracci; il capo era avvolto in due pezzi di stoffa, che lasciavano scoperti due penetranti occhi scuri.

Il silenzio nella Seiryo-den*, dai tetti spioventi in legno di cipresso, contrastava in un piccolo spazio immerso nell'ombra di alberi di bambù, sullo sfondo di alte colonne rossastre.

"Sono a conoscenza, mio fedele amico," iniziò a parlare la principessa "delle delusioni che lo shogun vi ha inferto con così tanto ominoso capriccio!" scandì con voce affettata. Lo shinobi continuò ad assumere un portamento algido nella sua genuflessione.

"Siete stato ingannato, è vero! Tuttavia, vi esorto a mantenere razionale la vostra consapevolezza, giacché gli artigli del Bakufu saranno presto tranciati per far sorgere un nuovo periodo che rinnoverà il nostro paese!" Shoken fece emergere una mano dall'ampia manica del suo variopinto Junihitoe* per spiegare l'elaborato ventaglio, che pose innanzi al viso pallido e inespressivo. "Ardui tempi mi spingono, con insistenza, a chiedere ancora una volta il vostro sostegno!"

Rimanendo immobile nella sua posizione, lo shinobi sollevò gli occhi sulla dama. Essi erano neri, come la notte.

"L'imposizione di Tokugawa opprime Edo, soffocando i contadini con nuove imposte fondiarie. La sua tassazione agraria sta portando all'esodo migliaia di persone. L'Imperatore è stanco di tollerare i soprusi ed è sempre più motivato a restaurare il regno sotto il suo dominio!" Ripiegò il ventaglio con un colpo secco della mano. "Voglio la testa dello shogun!" impresse con tono lento e insistente.

A quella richiesta, il ninja chinò volontariamente il capo velato, sottomettendosi al volere della sua signora.

"Quando diventerò Imperatrice, sosterrò il Ten'no (sovrano celeste) a estirpare le marce radici che infestano Edo e voi ... sarete i miei occhi!"

"Hai!" (sì) - rispose decisa la figura, mantenendo sempre il capo chino.

"Ho bisogno delle vostre tecniche; delle vostre abilità; esigo" incise con tono deciso "che mi informiate di coloro che impongono sacrifici al popolo e" trascinò con sussiego "vi prometto che vi darò pace e punirò gli abusi di un tradimento che ha disonorato il vostro nome!"

"Mi duole con crescente angustia riferirvi che la persona, meritevole, un tempo, della vostra attenzione, altri non era che un mentitore e un delatore, il quale non si sarebbe mai opposto allo shogunato, intento ad adoperarsi come una pedina dello shogi!" (gioco dei generali, simile alla scacchiera)

Shoken sospirò sonoramente, chiudendo un attimo gli occhi per poi tornare a guardare la figura china davanti a sé, la quale non mostrava alcun tremore; alcuna ostentazione; alcun cenno di contrarietà a quelle parole che dentro, invece, le logoravano l'anima.

"C'è un giovane occidentale a Edo. Un inglese ... mi hanno riferito!" lo avvertì con tono imponente. "Collins, mi pare che si chiami. Sta raccogliendo consensi tra i finanziatori del luogo per avviare una rapida industrializzazione sul territorio. Lo shogun ha posato gli occhi su quest'uomo, dal momento che ostenta, scioccamente, di possedere tanto oro da costruire una nazione. Va tenuto sotto stretta osservazione, giacché i miei informatori sostengono che egli inizialmente non vedeva di buon auspicio una trattativa con Tokugawa, ma chissà per quale strano motivo sembrerebbe che, ultimamente, il giovane inglese si mostri consenziente alle prerogative dello shogun. Scoprite la ragione. Non possiamo permettere che qualcuno rovini i piani di Meiji Ten'no!" (imperatore celeste Meiji)

La principessa, infine, si avvicinò allo shinobi. Lo strascico dell'abito rumoreggiò leggero fino al guerriero, facendogli sollevare il volto coperto. E di nuovo, quei profondi occhi neri si immersero nell'iride considerevole della nobile, che convalidava silente la complicità che li univa.

"Mi affido alla vostra capacità di divenire la mia ombra, amico mio!"

"Wakarimashita, nyoo sama!" (Sarà fatto, nobile principessa!) - si fece udire lo shinobi con voce cupa, chinando con leale fedeltà l'intero busto ai piedi di Shoken. Si sollevò, infine, raddrizzandosi con fierezza; alzò le braccia rigide all'altezza del petto, chiudendo con fermezza un pugno sul palmo aperto dell'altra mano; chinò il busto e il capo in avanti in segno di osservanza e si dileguò tra le alte colonne marmoree.

*Shinobigi: divisa nera dello shinobi, meglio conosciuto come shinobi shozoku.

*Seiryo-den (sala fresca e pura): padiglione dove l'Imperatore incontrava i nobili aristocratici. In esso era presente uno spazio ricoperto di alberi di bambù.

*Junihitoe: kimono elegante di dodici strati, con ampie maniche, indossato dalle donne di corte.

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