04: Pressione

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Porsche

Partii con la motocicletta, dietro di me mio zio Athie, che sembrava aver perso metà dei suoi anni di vita, neanche avesse visto il diavolo in persona.
Dal nulla mi aveva chiamato per farsi venire a prendere e, dopo averlo recuperato, non aveva aperto bocca, senza nemmeno rispondere alle mie domande. Mi chiese solamente di essere riportato a casa.

"Scendi con cautela" gli dissi, parlando piano.

Mi seguì silenziosamente, esterrefatto nel vedermi spegnare la motocicletta per portarla nel giardino sul retro, senza far rumore.

"Che cosa stai facendo?" mi chiese, confuso.

"Shhh! Fa' silenzio e seguimi"

"Perché devi sgattaiolare in casa tua?" continuò lui borbottando, soffiandosi via un ciuffo di capelli dagli occhi.

Senza curarmi di quello che diceva, gli chiesi di allontanarsi dalla staccionata, prima di aprire la porta sul retro senza produrre il minimo rumore.

"Phew! Sopravvissuto ad un'altro giorno" buttai fuori un sospiro di sollievo, prima di lanciare uno sguardo torvo a mio zio, che stava alzando l'interruttore dei faretti.

"Non accendere le luci!" dissi, sussurrando.

"Che problema hai?" mi chiese, senza capire la natura delle mie azioni.

"Non fare rumore" gli risposi, prendendo il ventilatore.

"Il caldo passerà, non accendere quel coso!"

"Huh? Non hai pagato la corrente questo mese?" continuò Athie, spegnendo l'aggeggio. Io, dal canto mio, ero diretto alla finestra e, scostando leggermente le tende, ero riuscito ad intravedere due uomini vestiti di un nero elegante, seduti su due moto costose, che guardavano dentro casa.

Fanculo! Quanto mi lasceranno in pace?

È due giorni che va avanti questa storia. Quello stronzo ha mandato gente a seguirmi al locale e a casa, facendomi sentire come una preda che scappa dai propri cacciatori. Fortunatamente ho preso delle ferie, anche perché Jae continua ad aggiornarmi sul fatto che, tutte le sere, qualcuno chiede di un certo Jom; in più, la donna è solita dirmi cose tipo:" Che problema ha il signor Kinn con te? Sbrigati a scusarti, non mi sembra affatto una persona comune"

La paura che provo a nascondere negli angoli del mio cuore non fa che crescere giorno dopo giorno; il fatto che ci siano dei gangster che chiedono di Jom, conferma il fatto che Kinn mi stia alle calcagna, e non sembra affatto intenzionato a mollare la sua presa su di me.

"Che cazzo hai fatto per farti prendere di mira dalla mafia, Porsche!" sbottò all'improvviso mio zio, sbirciando anch'esso fuori dalla finestra.

"Sembra che sia successo qualcosa, ma cosa? Cosa potrebbe essere?" dissi velocemente, cambiando soggetto. Non ho assolutamente intenzione di parlare dell'orologio che ho estorto ad un mafioso, che come se non bastasse, mi dà la caccia.

"..."

Athie si sedette improvvisamente sul divano, sospirando pesantemente.

"Oh, sei tornato" salutai Che', che indossava una t-shirt smanicata e dei pantaloncini completamente fradici. Sembrava uno che aveva appena corso una maratona.

"Oh Che, sei tornato" disse zio, sorridendo.

"Sì. Hey, questa sera dormo da un amico" rispose lui, prima di girarsi verso di me, frustrato.

"Come mai?" gli chiesi.

"Perché qui devo scavalcare la staccionata per entrare in casa mia, non possiamo accendere le luci o aprire le finestre e l'unica cosa che posso fare è caricare il cellulare. È da pazzi! Phi, te lo chiedo seriamente, cosa c'è che non va?"

KinnPorsche Novel |ITA| |Vol. 1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora