Ti Prego Simò.

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Note autrice perché in questa ne ho bisogno: se è una cessata siete autorizzati a insultarmi anzi dovete insultarmi.
Buona lettura E SOPRATTUTTO questo è il mio simobale

L'odore inconfondibile del caffè appena spillato dalla moka risveglia le membra di Manuel, consapevoli che è il momento di rantolare fuori dal letto e di affrontare l'ennesimo giorno in quella piccola ed angusta scuola, che di invitante non ha più...

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L'odore inconfondibile del caffè appena spillato dalla moka risveglia le membra di Manuel, consapevoli che è il momento di rantolare fuori dal letto e di affrontare l'ennesimo giorno in quella piccola ed angusta scuola, che di invitante non ha più niente.

Neanche la gente che stanca la popola.

Cadaveri di persone senza interessi né aspirazioni che vaga per i corridoi.
Una massa informe priva di vita e di bellezza, priva di argomenti e di pensieri.

Così Manuel vede chiunque gli passi vicino negli ultimi pochi mesi, da quando il mondo si è fatto grigio e il fato gli ha strappato dalle braccia il cuore di Simone.

O forse non è stato il fato a strapparlo dalle sue braccia, forse le sue braccia non lo tenevano neanche tra di loro.

Forse il fato non c'entra affatto, Simone si è solamente stancato delle mezze verità e delle mezze promesse. Senza fondamenta, parole informi uscite dalla sua bocca, che lasciava sempre vicino alle labbra, pronte per essere rimangiate.

E Manuel quelle mezze promesse le ha sempre pronunciate con il tono di voce smorzato dalla perenne paura di non poterle mantenere.
Anche quel ti amo di pochi mesi prima era stato un sussurro, questa volta mirato ad un ultimo disperato tentativo di far rimanere Simone.

E mentre quelle due parole venivano consumate e masticate dalle labbra rosse e torturate di Manuel, Simone aveva già mosso quattro passi nella direzione opposta a lui.

Camminando lontano da lui, e lontano dalla sua vita. Lontano dal dolore che ogni volta Manuel gli causa, lontano dal suo cuore spezzato, crettato dall'interno, al quale è sicuro di sentire una crepa in più ogni volta che si avvicina.

Alzarsi dal letto diventa impossibile davanti ai piccoli pensieri riguardanti quella sera. Lo schiacciano al materasso, lo incatenano tra le lenzuola, lo ammanettano ai suoi stessi incubi e lo lasciano giacere in un giaciglio spoglio e privo di vita.

"Manuel! Alzati da quel letto!"

La voce di Anita gli giunge alle orecchie con una nota amara, colpa dei giorni passati a casa nascosto dal mondo, facendola preoccupare per un'ipotetica perdita dell'anno.
Eppure Manuel di alzarsi da quel letto non ne ha nessuna voglia. Nessun piccolo stimolo che gli fa la grazia di presentarsi alla sua porta.

"Sto arrivando Ma'"

Le sue gambe magre si posano fuori dal letto, i suoi piedi poggiano nel pavimento freddo, facendogli partire un brivido, che dal fondo sale fino alla sua testa, facendogli scuotere la testa, muovendo i suoi ricci come se fossero al vento.

Evita la cucina, barcollando fino al bagno e invadendolo per qualche attimo delle sue paranoie, per poi sciacquarle dalla faccia con un po' di acqua fredda.
Se la tira nel viso quasi con rabbia, bagnando il colletto della maglietta bianca, che si attacca al suo corpo come una seconda pelle.

Prima Ora - Simuel OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora