Interrogatorio

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LUKE'S POV
Posso giurare di non averla mai vista perciò mi concedo qualche minuto per osservarla. La ragazza sembra abbastanza rilassata ed è strano per uno di Loro nella mia cella. È magra e abbastanza alta e ha delle belle curve, avrà sicuramente più di 20 anni. I suoi occhi marroni da cerbiatto sono molto espressivi e sembra che stiano cercando qualcosa nella stanza. O meglio, qualcuno: me. Si morde il labbro inferiore mentre fa un rapido gesto con la testa per togliersi i capelli dagli occhi. Li porta raccolti in una coda di cavallo quasi tutti, tranne un ciuffo tinto abbastanza consistente, che le prende quasi metà dei capelli. Mi soffermo ad osservare quel dettaglio strano nel suo abbigliamento sobrio. Insomma, niente tacchi, skinny jeans, il camice aperto che lascia intravedere un maglioncino bianco che le lascia il collo scoperto, niente trucco e poi, SBAM! Ti ritrovi ad osservare un ciuffo di capelli che parte dalla base con un viola chiaro per poi scurirsi fino al blu notte sulle punte. Di certo non me lo sarei mai aspettato.
Saranno passati cinque minuti buoni da quando Rose se n'è andata così decido di andare a conoscere la nuova arrivata.
"Allora... sei nuova qui vero?" chiedo con una voce abbastanza divertita. Lei sobbalza alle mie parole, colta di sorpresa, prima di rivolgere lo sguardo verso dove ha sentito provenire la mia voce.
"Sì" risponde semplicemente, con un tono quasi di sfida per farmi uscire dalla mia oscurità. Faccio poggio nelle spalle e mi spingo via dal muro, incrociando le braccia al petto, facendo in modo che ora mi veda.
È sorpresa, lo leggo perfettamente nei suoi occhi. Un ghigno nasce sul mio volto mentre inizio ad avvicinarmi a lei, che intanto continua a fissarmi. Scruta ogni mio passo, ogni mio respiro, mi osserva con attenzione, perfino quando porto le braccia dietro la schiena.
Eh, lo so, sono un figone, mamma mi ha fatto così, che ci volete fare...
"Come ti chiami, bambolina?" le chiedo
"Vanessa"
Risposta semplice e secca. Già mi piace. Inizio a girarle intorno per osservarla e sperando di farla intimorire un po'. Beh se ci sono riuscito non lo da' a vedere. Così decido di continuare:
"E sei di queste parti?"
"Originaria no, vengo dall'Italia"
"Mh, sì mi piace l'Italia. E che ci fai qui in Australia?"
"Beh, mi è sempre piaciuto come Paese, e poi quì ho completato i miei studi e ho iniziato a lavorare"
"Sembri giovane splendore, quanti hanni hai?"
"Non ti hanno insegnato che alle ragazze non si chiede mai l'età?" Mi risponde straffotente.
"Tesoro, qui dentro comando io abbassa il tono con me!" La mia voce è dura ma continuo a sorridere. Cavolo è la prima di loro che ha tutto questo coraggio. Un po' la ammiro.
"Allora? Quanti anni hai zuccherino?" Ripeto questa volta con più calma.
"19" dice. Beh questa proprio non me l'aspettavo.

VANESSA'S POV
È rimasto stupito quando gli ho confessato la mia età. Per la prima volta da quando ha iniziato a farmi domande non mi gira intorno, si è fermato davanti a me. Finalmente posso osservarlo. È un ragazzo molto alto, capelli biondi e profondi occhi azzurri. Mi ci specchio dentro, già li adoro.
Ha un piercing sul labbro inferiore e ciò lo rende dannatamente sexy. I tratti del viso sono ben delineati e contengono alla perfezione la bellezza del suo volto. Cavolo come fa a essere chiuso qui dentro? Sembra un angelo...
"Come fai ad avere solo 19 anni?" chiede distraendomi dai miei pensieri.
"Beh, ho finito il liceo e non avevo voglia di studiare, sono entrata cone apprendista nello studio di uno psicologo che poi mi ha "lanciato". Dicono che ho grandi qualità o roba del genere." Spiego. Storia interessante, magari ti capitasse tutti i giorni di essere lanciato subito verso la fama nel tuo settore. Beh per me non lo è, odio la mia storia.
"Ah. Oh beh, allora tutto quadra." Il ragazzo di fronte a me esprime la sua idea e ricomincia a girarmi intorno.
"158?" lo chiamo. Odio chiamare le persone con un numero. Mi sembra di essere una guardia nazista in un campo di concentramento. Ok forse è un po' troppo tragica ma almeno ho reso l'idea.
Rose mi ha avvertita di non chiamarlo per nome dato che gli unici due medici che lo hanno fatto sono finiti in infermeria. Mi ha anche detto di non fare domande personali.
Ma io sono quello che sono, e io sono un "bastian contrario" come di dice dalle mie parti, cioè faccio tutto il contrario di ciò che mi dicono.
"Mh?" Mi risponde lui.
"E tu, qual'è il tuo nome?"
"Non lo hai appena pronunciato?"
"158 non è un nome. È un numero identificativo che non ti appartiene ora e che non ti apparterrà quando sarai uscito di qui." Spiego. Lo vedo mentre assume un'espressione sorpresa alle mie parole, senza mai fermarsi nel suo continuo girarmi intorno. Ma subito dopo torna a mostrare indifferenza e assume quel sorriso che lo fa sembrare veramente malato.
"Hai la cartellina in mano, lì c'è tutto, sai leggere vero?" chiede indicando la cartellina che effettivamente stringo nella mano destra. Alzo il braccio guardandola con disgusto, prima di lanciare la suddetta cartellina in un angolo della stanza. Questo lo sorprende ancora di più della mia età e si blocca di fronte a me, i suoi occhi di ghiaccio sui miei.
"Ora non ho più nulla in mano, quindi, come ti chiami?" chiedo con un tono di sfida.
"Perchè t'importa tanto come mi chiamo?"
"Perchè ogni persona ha un modo tutto suo di dire il proprio nome. È una cosa che non ci verrà mai tolta e io voglio che sia tu a dirmelo."
Il ragazzo socchiude un po' gli occhi, come per vedere se sono sincera
"Luke. Luke Hemmings" risponde. Sembra quasi felice nel dirmi il suo nome e soddisfatto delle mie scuse per farglielo dire. Tutto ciò fa nascere un sorriso sul mio volto e finalmente mi rilasso un po'.

Number 158 (SOSPESA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora