[Papà] [Sabato pomeriggio 2/03/2019]
Non è ancora primavera, ma tutto fa pensare che in questo clima impazzito nell'età del riscaldamento globale la stagione del risveglio sia già arrivata. Non solo la giornata si è rivelata calda, piacevole, una cornice ideale per l'uscita con mio figlio Riccardo – la prima da diverso tempo, insieme, noi due soli, spensierati – ma i giorni sembrano allungarsi a gran velocità, dando l'impressione che questa giornata non voglia ancora concludersi. La sculacciata mattutina dei gemelli, l'uscita con Riccardo, la sculacciata del piccolo... sembra tutto così lontano, eppure sono passate poche ore.
E' metà pomeriggio e dalle finestre entra ancora sufficiente luce. Me ne rendo conto nel momento in cui mi alzo dalla scrivania per accendere la luce, più tardi del solito.
Mi fa un certo effetto pensare che sia sabato pomeriggio. Le punizioni inferte ai miei figli hanno imposto un notevole cambiamento alla routine domestica. I gemelli non sono in giro per casa a fare casino, Giulietto non sta davanti ai videogiochi, Riccardo non ciondola per casa attaccato al cellulare, pensando a cosa fare la sera. No, ognuno dei miei figli è nella propria stanza a studiare. Incredibile ma vero. Quanto a mia moglie, dopo essersi concessa un po' di Netflix, ha deciso di tenersi impegnata con qualche faccenda domestica. Stirare, per esempio. Strana la vita. Stirare mi provoca nervosismo, impazienza, fastidio, finisce sempre che combino un disastro. A mia moglie, invece, stirare provoca lo stesso effetto di una lezione di yoga. Pura meditazione zen.
Per non cadere vittima della noia – uno spettro maligno, al quale mai bisogna cedere – e, va anche detto, per nulla uso a questi pomeriggi così tranquilli, senza, cioè, dover continuamente badare alla mia rumorosa prole, ho ceduto al senso del dovere e mi sono rintanato nel mio studio, ripiombando in quell'abisso di temi mal scritti, di orrori grammaticali e banalità adolescenziali. (Non dovrei pensare male della scrittura dei miei alunni, ma tant'è).
Immerso nella correzione e nella decifrazione di tali oscuri testi, nemmeno mi accorgo della porta che si apre e quasi salto sulla sedia quando sento la voce squillante di Luca.
"Cosa c'è?" Reagisco sorpreso.
"Scusa, non volevo disturbarti..."
"No, tranquillo. Lo sai com'è, mi immergo nel lavoro e non sento più nulla". Lancio la matita rossa sul ripiano affollato di fogli e libri, mi allungo indietro sulla sedia, stiracchiandomi.
"No, niente, se stai lavorando torno dopo", replica Luca. Impensabile in poco tempo il cambiamento del suo comportamento. Quando mai aveva avuto timore a disturbarmi o chiedermi qualcosa. Davvero era bastato sculacciarlo per ottenere simile effetto?
"No, dai, tranquillo". Lo invito ad avanzare con un gesto della mano, anziché restare lì, esitante, sulla soglia. "Prendo volentieri una pausa". Lo osservo meglio, la felpa della Marvel, i pantaloni della tuta, le calze colorate. Tiene dei fogli stropicciati tra le mani.
"Ecco... ci serve un aiuto per un compito".
Ah, questa è nuova. A parte Riccardo, che ha beneficiato (anche troppo) del supporto di un genitore insegnante per buona parte dell'infanzia, con i miei figli c'è sempre stato una sorta di tacito accordo. Con loro sarei sempre stato un genitore e il mio ruolo di insegnante non avrebbe mai interferito con la nostra vita domestica. Per cui, né loro mi hanno chiesto di aiutarli nei compiti, né io mi sono intromesso nella loro vita scolastica. Del resto, essendo in quattro, potevano sempre aiutarsi a vicenda. I gemelli hanno sempre fatto tutto insieme, figurarsi se non studiano insieme. Quanto a Giulietto, ha sempre ottenuto l'aiuto del fratellone maggiore. Riccardo, dal canto suo, periodicamente sparisce; cioè, quando tocca il momento delle interrogazioni, approfitta dell'ospitalità di alcuni compagni più studiosi, passando con loro interi pomeriggi di studio.
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Le nuove regole di papà (vol. 1)
General FictionUna anonima città italiana, all'inizio del 2019. Un padre di quattro figli, tra i dieci e i sedici anni, insoddisfatto di sé e della sua politica eccessivamente permissiva, si ritrova costretto a prendere in mano l'educazione dei figli andando contr...