𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 1

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𝐸𝑚𝑎-𝑆𝑎𝑛'𝑠 𝑃𝑂𝑉

Era un caldo pomeriggio estivo.
L'aria sapeva di affettato di tacchino e pane fresco, appena sfornato.
Era il tipico pomeriggio di fine anno scolastico, quando tutti gli studenti corrono verso la libertà e si godono la vita.

Ema-san, un ragazzo alto dai capelli rossicci, stava recuperando le ultime penne dal suo banco: non aveva molti amici, molti lo reputavano troppo cringe, quindi non aveva nessuno ad aspettarlo per uscire. O così credeva.

Messe a posto le restanti matite si era messo a vedere video su YouTube, tanto non aveva nessuno con cui chiaccherare. I video scorrevano nel riflesso dei suoi occhi marroni (n.d.a *STO LETTERALMENTE MORENDO*) come le luci della metropolitana che tra poco avrebbe dovuto prendere.

Finito di vedere l'ultimo video e scoppiato in una risata, uscì dalla classe con passo spedito, dopo aver notato l'ora che si era fatta.

Corse verso la sua bicicletta e si mise in sella, pronto a partire. Fu allora che se ne accorse. Aveva dimenticato la cartella in classe.

Corse a perdifiato, nonostante sapesse che nessuno avrebbe rubato le sue adorate gomme, chiamando nel mentre sua madre e avvertendola dell'inevitabile ritardo: "Se arrivo a casa all'1:00 almeno sa il perchè" pensò con ironia. Peccato che quella sarebbe stata, di lì a poco, la verità.

Arrivò in classe accaldato, la camicia bianca macchiata di sudore, il viso più rosso dei suoi capelli (n.d.a. TROPPO CRINGE). Senza neanche guardarsi attorno camminò spedito verso la sua sedia quando... SBAM.
Cadde a terra sbigottito e solo allora alzò gli occhi per notare il ragazzo seduto sul suo tavolo: Lorenzo-Kun, aka Il Capo Della Gang.

"Ti sei perso, Rossiccio-Chan? ;))))" disse con la sua solita voce arrogante.

Ema-san lo conosceva solo di vista e per gossip: Lorenzo-Kun era il capo della junior gang, molti dicono legata alla stessa Yakuza. Di certo non aveva una buona reputazione.

Nonostante ciò, Ema-san era più sorpreso e confuso che intimorito: d'altronde i due non si erano mai parlati, tra loro si erano solo scambiati sguardi fugaci nel cortile della scuola, che facevano rabbrividire il ragazzo.

"C-Che ci fai qui Lorenzo-Kun?" chiese il giovane con la voce tremante dallo spavento.
"Sono qui perchè il nostro nerd Rossiccio non mi ha passato le risposte nella verifica;(".
Ema-san sapeva benissimo di cosa stava parlando: quel giorno avevano avuto una verifica di matematica e lui, in quanto eccellente nella materia, era stato il "suggeritore" ufficiale della mattinata. Peccato che si fosse scordato di aiutare anche il Boss.
"Scusami Lollo-kun ma non potevo aiutare tutta la classe, qualcuno doveva arrangiarsi" rispose, senza pensarci troppo. Questo fu il suo fatidico errore.

"...Lollo-kun...? ◉‿◉" rispose il Boss, la voce tremante di rabbia.

Ema-san aveva compiuto l'errore che gli avrebbe cambiato la vita scolastica per sempre. *Mai chiamare il Boss "Lollo-kun". Mai*. Chi lo faceva si rovinava la vita per l'eternità.

Ema-san tremava, non sapeva come rispondere. Balbettò le uniche parole che riusciva ad usare.
"S-s-scusa L-Lorenzo-kun-n!!!"

"Le tue scuse le accetterò quando vorrò, Rossiccio-Chan"

Silenzio.
Cosa voleva dire? Cosa voleva farne di lui? Quando avrebbe voluto...? E quando???
Ema-san era troppo occupato a farsi domande per accorgersi che Lorenzo-Kun si stava avvicinando, slegandosi la cravatta stretta al collo e sbottonandosi la camicia (n.d.a EW SCUSATE).

_"Mi sono sempre chiesto come sarebbero stati i tuoi capelli rossi visti dall'alto, Ema-san ;)" disse il Boss afferrandogli il capo._

𝐟𝐢𝐧𝐞 𝐜𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 1.

Love on the deskDove le storie prendono vita. Scoprilo ora