𝟛𝟠 - 𝔾𝕣𝕖𝕘𝕠𝕣𝕪 𝔹𝕖𝕝𝕚𝕒𝕝.

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Il massimo esponente dell'aspettare troppo aveva colpito ancora

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Il massimo esponente dell'aspettare troppo aveva colpito ancora. Steve aveva passato l'ultima settimana nel suo silenzio più totale, con gli altri ma anche con se stesso. Non aveva parlato molto in quei giorni, se non per cose strettamente lavorative, ma anche con lui i pensieri non erano stati molto clementi. Per non parlare delle notti che aveva passato in bianco. Lui aveva già difficoltà nel dormire in tempi di pace, figuriamoci se riusciva ad addormentarsi facilmente sapendo che dentro di lui c'era uno stormo di caos. Non bastavano nemmeno le ore che passava in palestra per scaricare la tensione a fargli staccare la spina anche solo per dieci minuti. Era confuso, arrabbiato e chi più ne ha più ne metta.

Tutto per una sola persona.

A distanza di una settimana, Steve non riusciva a capire se fosse realmente arrabbiato con Zoe o no. O meglio, non riusciva a capire se fosse il caso continuare ad esserlo. Si, lei si era comportata male nascondendogli di Bucky, ma non aveva comunque molto senso portare così tanto tempo a lungo quella discussione. Lui la conosceva, ormai, sapeva che Zoe agiva spesso di impulso e che quello che faceva lo faceva principalmente con l'obbiettivo di non ferire nessuno, fallendo molte volte. Ma conoscerla non era, ovviamente, una giustificazione. Non era nascondendo delle cose così importanti che la tenevano lontana dal ferire le persone. Anzi, proprio con Steve aveva peggiorato la situazione.

In verità, quando Zoe aveva raccontato per la prima volta a Steve di ciò che le era successo con quel soldato, che aveva da poco scoperto essere Bucky, lui aveva sempre avuto un piccolo sospetto che potesse essere lui. Nonostante lei non avesse mai rilevato dettagli chissà quanto specifici, dopo le cose accadute a Washington e dopo aver scoperto più cose possibili su ciò che era successo al suo migliore amico con l'Hydra, dentro di se Steve non aveva mai messo in secondo piano l'idea che quel soldato che aveva provato ad ucciderla potesse essere proprio lui.

Soprattutto perché aveva molto senso come cosa ed i tasselli lo portavano davvero a lui. Zoe che, da bambina, era una potenziata dell'Hydra e che poi era scappata mettendosi ovviamente contro quell'organizzazione terroristica. Strucker, e chi lavorava per lui, l'aveva facilmente rintracciata grazie allo S.H.I.E.L.D. - corrotto, tra l'altro, da loro stessi - e non avevano perso tempo nel cercare di mettere fuori gioco. Il perché era ignoto, ma forse semplicemente era ritenuta una minaccia da loro. E quindi avevano mandato qualcuno per ucciderla e quel qualcuno era, niente di meno, che proprio il Soldato D'inverno. Si, Steve aveva sempre avuto il sospetto ma era scappato lui stesso da quel possibile pensiero.

Ecco perché era confuso. Non poteva avercela con lei così tanto se, alla fine, anche lui dentro di se lo sospettava. La sua unica rabbia verso di lei era che Zoe aveva esplicitamente detto, ignara dal fatto che Steve fosse li e stesse ascoltando, che non glielo avrebbe detto. Questo era ciò che più l'aveva ferito, sapere che la sua ragazza decideva volontariamente di nascondergli una dura verità. In secondo piano, però, c'era una consapevolezza da parte di Steve su Zoe che conosceva ormai bene: non voleva farlo soffrire.

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