Non tutto è perduto

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Solo dopo una settimana torno in ospedale. Saluto quella povera donna inserviente che mi accoglie con un sorriso appena entro e mi butto nell'ascensore, pieno di medici e malati. Sono le 8:00, orario di visita. Ci saranno anche i genitori di Billity? Rido a questo mio pensiero. Non si sono mai fatti vivi prima, non lo faranno ora. L'ascensore si apre e sono l'unico a fiondarmi nell'atrio di pediatria. Wendy l'Infermiera mi sorride cortese.
«Billy è di là, avrai una piacevole sorpresa» si morde il labbro, mormorandomi quelle parole.
Mi acciglio. Sorpresa? Vuol dire che è guarita? L'incidente in macchina deve averle fatto qualcosa alla testa, in qualche modo deve aver oppresso il tumore e...
Dio, ma che cosa sto dicendo? Il cancro non muore così e sono il primo a saperlo.
Entro nella stanza 266. Billity dorme, è distesa a pancia in su sul suo letto; è serena, sembra quasi sorridere. La macchina attaccata al suo corpo emana alcuni bip bip regolari e lo prendo come un buon segno. Entro nella stanza. Apparentemente non c'è nessuno, ma quando la porta viene chiusa dietro di me - e non sono stato io a chiuderla - sussulto. Mi volto, aspettandomi Calum, ma ciò che vedo è molto differente. Un uomo palestrato, alto, che mi sovrasta con un sopracciglio alzato.
«Tu chi sei?» mi domanda e non posso fare a meno di ridere. È questa la sorpresa? Un tizio a caso che entra nella sua stanza?
Rispondo a tono. «Tu chi sei?»
Lui scuoteva testa e mi si avvicina, afferrandomi per il colletto e stringendolo fino a stropicciarlo e quasi alzarmi da terra. Ehy, intanto ti calmi.
«Spero che tu non sia quello stronzo di Calum Hood» dice e la sua voce roca riecheggia nell'odio e nel rancore.
«No, no, no. Sono Luke Hemmings» sottolineo il mio nome come se parlassi con un bambino che deve impararlo e lui mi lascia subito andare. Un sorriso orribilmente grande per la sua faccia si apre fra le labbra e io mi sento in un modo terribile inquietato.
«Tu hai aiutato molto mia sorella» dice con una lentezza che non credevo possibile. Mi afferra per i fianchi, mi solleva e mi fa girare in tono e, cazzo, la voglia di vomitargli in faccia è tanta.
Quando mi mette giù, Billity si sta svegliando. Lo so perché si sta grattando il naso e non credo sia sonnambula. Sono-tutto-muscoli-niente-cervello le si avvicina dandomi una pacca sulla spalla e mi sussurra che dopo mi spiegherà meglio che cazzo ci fa qui. Gli bestemmierei in faccia. L'hanno lasciata mesi senza famiglia e solo adesso vengono fuori dal nulla, così? Dev'esserci un motivo.
Sì, c'è un motivo. Mi dico, ma non voglio formulare quel pensiero, non voglio dover pensare che lei se ne vada così presto. Mi mordicchio il piercing. Sta morendo. La sua famiglia è qui perché sta morendo e io non posso fare niente per fermarlo. Non posso fermare il Cancro. Billy sta guardando Mr Muscolo con ammirazione. Ammiri uno così? Seriamente? Mi sei caduta in basso, bimba.
Il mio cervello lavora come non mai. Non posso essermi innamorato, ma per smentirlo non posso nemmeno giocare con i sentimenti di una ragazza che sta per morire. Perché è così difficile lasciarla andare?
Mr Muscolo mi indica con un cenno del capo e Billy mi rivolge un sorriso timido. La saluto oscillando la mano, ma non mi voglio avvicinare e vedere la sua morte da così vicino. Mr muscolo si alza e mi dice che ci aspetta fuori. Sei duro in testa allora. Non ci penso neanche a farla alzare.
Sento la porta sbattere e lo prendo come un via libera. Mi avvicino a lei e mi siedo a bordo del suo letto. Mi torturo le dita, le allaccio, le graffio con le unghie, le stringo al palmo, finché la sua mano non si chiude intorno al mio polso. «Rilassati» dice con la voce più soave che abbia mai sentito.
Sospiro, chiudo gli occhi e poi mi volto a guardarla. È diversa, non è bianca. Mi aspettavo le labbra cadaveriche, invece sono rosee e bellissime come sempre. I suoi occhi sono sempre dello stesso blu intenso, azzurro cielo misto ad un oltremare. Sembrano star bene.
«Luke.» Il mio cuore perde un battito. Si ricorda di me. Si ricorda il mio nome e io vorrei fare le capriole ma sono fisicamente paralizzato. «La terapia sta funzionando.»
E se lei sorride, io sorrido.

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