«Quanti ancora?».
«Pochi. Ancora una decina e poi scegliamo con Rossi il merchandising che vuoi portarti in tour e come distribuirlo, poi andiamo». Daniela spinge verso di lui una manciata di CD e torna a concentrarsi sul suo IPhone.
«Forza» si sprona da solo con una smorfia.
Daniela scoppia a ridere: «Forza» gli fa eco.
«Come ti sembra il merchandising? L'hai visto?».
«Deciderai tu, però quello che posso dirti è che le t-shirt sono estremamente minimal ma colgono nel segno. L'idea delle collane è un po' azzardata però può avere anche quella il suo perché».
«Mi fido del tuo parere, lo sai. Se facessimo solo le t-shirt?».
«Vedi cosa ti propongono, non basarti solo su un mio pensiero».
«Ripeto, mi fido di te».
«Allora dammi retta, aspetta di vedere cosa hanno da offrirti»....
«Benissimo, allora siamo d'accordo».
«Si, vorrei puntare tutto solamente sulle t-shirt». Dice stringendo la mano del direttore.
«Abbiamo grandi progetti per te Luigi». Il sorriso rassicurante per sig. Rossi non è rassicurante per niente secondo il modesto parere del cantante, ma ricaccia via il senso di fastidio che prova. "È tutto solo un giro di soldi". Si sente come una pedina, una merce, ma d'altra parte anche lui ha bisogno di loro.
«Grazie della fiducia. Ora però ho bisogno di un caffè».
«Sai già dov'è la macchinetta, serviti pure» sorride indicando la porta che da sul corridoio.
Luigi si incammina lasciando Daniela e Rossi a discutere dei dettagli tecnici per la promozione del disco, aspetti che se può fa volentieri a meno di trattare. Lui vuole solo cantare e fare musica.
Volta l'angolo e si trova davanti una macchina un po' datata. Introduce cinquanta centesimi e schiaccia "caffè lungo".
«Fa schifo ma è indispensabile per sopravvivere» dice una voce di ragazza alle sue spalle. Incuriosito si volta e si trova davanti una ragazza bionda e bassa con due occhi azzurri scurissimi. «Ciao, sono Rose» sorride. Stupito ricambia e si presenta porgendole la mano: «Luigi» .
«Lo so chi sei, hai vinto amici. Sei la stella del momento. I capi non fanno altro che parlare del colpaccio che abbiamo fatto a ingaggiarti».
«Lo prendo come un complimento».
«Non era un complimento, stavo mettendo una chiaro una cosa».
«Che mi conosci?».
«Esattamente».
Lui alza le sopracciglia e si volta per prendere il suo caffè dalla macchinetta. «O meglio...» inizia lei alle sue spalle, «So chi sei, per conoscerti ci sarà modo, se me ne darai la possibilità». Luigi sorride senza voltarsi. Conosce quel tono, sa benissimo cosa intende. Si volta e inizia a sorseggiare il suo caffè, rigorosamente amaro. «Non è così male». Lei lo scruta con aria interrogativa. «Il caffè» spiega lui ammiccando.
«Si, il caffè» sussurra senza distogliere lo sguardo; «Al bar qui sotto è migliore» aggiunge.
«Sono ormai le sette, è ora di bere qualcosa, non di prendere un caffè» ribatte lui.
«Disse quello con un bicchierino di caffè vuoto in mano».
«Touchè».
Lei gli fa l'occhiolino e si incammina via. Luigi rimane a guardarla ondeggiare mentre se ne va via, indeciso per un attimo se stare al suo gioco o meno. «Se cambi idea, mi trovi al Palace, stanza 333» .
Lei si volta, sorride e alza le sopracciglia, scostando i capelli dal bel viso: «Grazie della dritta».
Luigi la guarda voltare l'angolo. Questo incontro inaspettato potrebbe essere provvidenziale per levargli un po' di stress. Gli serviva proprio una distrazione.
«Hei casanova. È ora di andare» esclama Daniela posandogli una mano sulla spalla.
«Cosa ho visto o sentito?» ribatte lui divertito e lievemente in imbarazzo.
«Abbastanza da capire che hai un impegno questa sera, ma prima caro il mio Luigi noi due andremo a cena perché un pasto come si deve ce lo meritiamo».
«Ti prego, si»....
Guarda l'ora fugacemente. Sono è quasi mezzanotte. Ormai è tardi. Si stende sul letto con la mano sotto all testa, tendendo i muscoli del braccio. Ha ancora i capelli semi-umidi dalla doccia. Si era immaginato un epilogò diverso per questa serata ma se non altro la carbonara che ha avuto l'onore di mangiare per cena era deliziosa. L'unica gioia della giornata, pensa deluso mordendosi le labbra carnose proprio mentre un tocchettio proveniente dalla porta fa eco nella stanza. Sorride compiaciuto e si avvia ad aprire.
«Ci hai messo per decidere».
«Buonasera anche a te Luigi».
Indossa un vestito aderente blu. Le segna tutte le forme, il seno, il ventre, i fianchi. Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?».
«Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma rimanendo esattamente dov'è.
«Secondo te?» . La voce di lei non lascia spazio a dubbi, indecisioni. Si mette una mano dietro e piano piano fa scendere la cerniera del vestito, fissandolo dritto negli occhi.
Lui si avvicina, un passo alla volta, fino ad arrivare a sfiorarle i fianchi con le mani. Rose prende l'iniziativa, facendo aderire le sue labbra con quelle del cantante che le dischiude immediatamente al contatto con quelle di lei. Il vestito tocca a terra e la cintura dei pantaloni di Luigi si slaccia. Nessun sentimento, nessuna complicazione. Solo due corpi che si sfiorano prima piano poi sempre in modo più deciso. Lei è bella e sa quello che fa. Lui è stressato e ha bisogno di non pensare, almeno per un attimo. Rose ansima mentre lui le bacia il collo e le slaccia il reggiseno con una mano, perché l'altra è impegnata a sfiorarle il viso e le labbra.«Togliti i pantaloni» sussurra lei con fare deciso mentre apre la zip di questi, facendoli cadere a terra. Luigi la spinge sul letto e in un attimo gli è sopra. Assaggia la sua carne, il suo sapore: la passione pervade il suo corpo, era da tempo che non andava a letto con una ragazza ma tutto viene naturale. È sempre più facile quando non si ha a che fare con il cuore.Ciao a tutti! 💕 Cosa ne pensate del nuovo capitolo? Siccome domani non riuscirò ad essere attiva e avevo voglia di scrivere ho pubblicato un po' di più oggi! #caroligi so cosa state pensando, abbiate fede
-Eli
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanfictieE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...