Canzoni per il capitolo:
▶▶ Changes - David Bowie
▶▶ Angel - Sarah mMclahclan
▶▶ Goodbye My Lover - James Blunt (→Consiglio)-
Quando arrivò la lettera ero agitata, ma molto agitata. Quasi che non riuscivo a parlare. Poi, quando mi si parò davanti la scritta 'Congratulazioni, sei statta ammessa alla Long Beach Academy of Arts', scoppiai a piangere, e abbracciai forte forte mia madre, mentre Camille batteva le mani e sorrideva. Lessi tutta la lettera, parola per parola, e non ci potevo ancora credere. Avevo lavorato sodo, partecipato a provini in giro per il mondo, preso parte a piccoli telefilm, per farmi notare dai docenti della scuola. E quel giorno mi sentii una vera principessa, con la torta enorme che mi aveva preparato Cloè, la festa in casa di mia madre, e la passeggiata lungo la Senna con Jonas. Era distante però, quel giorno. Gli occhi assenti, i sorrisi falsi. Mi ricordo benissimo le parole fredde con cui me lo disse. Mi abbracciava, ma non era lì con me, lo notavo dai gesti, dalle mani sudate e fredde, nonostante il clima caldo di quella sera di agosto. Oh, io l'amavo, con tutto il cuore, ma lui no, per lui era difficile dirmelo, diceva. Dovevamo prendere una pausa, per riflettere.
"È solo che, siamo seri, non può esistere una relazione da qui alla California!" Tagliò corto, distogliendo lo sguardo dal mio, ragazzo codardo qual'era. Quelle parole mi rimbombavano nella testa, e sentivo il sangue che pulsava nelle orecchie. Mi morsi l'interno della guancia, per non piangere. "Non qua. Non qua." Mi ripetevo. Così annuii, e sorrisi. Li sapevo fare bene, i sorrisi falsi. Ci ero abbituata. E poi mi voltai, e lo salutai, con una voce flebile e singhiozzante, quasi un sussurro. Corsi fino a casa, salii velocemente le scale mentre le lacrime salate miste al il trucco mi rigavano le guance. Entrai e corsi verso la mia stanza, cercando di non far vedere la faccia a mia madre, che nel frattempo stava pulendo il tavolo dalle briciole di torta. Mi chiusi la porta alle spalle e mi buttai sul letto. Lì potei crollare. I singhiozzi lasciavano la mia bocca e si disperdevano nella piccola stanza. E urlai, tanto. E colpii con il piede il letto, ma me ne pentii. Portai le mani al piede dolorante e lo massaggiai, mentre imprecavo a bassa voce. Questo auentò il livello della rabbia, così presi la cornice che contneva la foto del nostro primo appuntamento e la lanciai verso la parete. E questa si frantumò, con un rumore sordo. Aveva rovinato tutto, tutto. Mi accasciai sul pavimento piangendo, tirando pugni alla mochtte. Poi, quando le mie mani non ce la fecero più, mi costrinsi a trascinarmi in bagno. Mi guardai allospecchio e sobbalzai. Avevo un aspetto orribile, capelli arruffati, trucco sbavato e lividi sul piede e sulle mani. Mi lavai la faccia e mi pettinai. Poi mi struccai e indossai il pigiama. Così fui pronta per dormire, mi infilai nelle coperte e mi abbandonai al sonno, sperando di trovare una tregua al dolore lancinante che avevo nel petto.
N/A:
Questo è il primo capitolo. Come avrete notato, non sono molto lunghi, ma almeno posso postarli più spesso. Detto questo, spero che vi sia piaciuto e..
Al prossimo capitolo!
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Parle tu français? || Louis Tomlinson
FanfictionA volte mi sussurrava cose romamtiche all'orecchio, altre mi insultava. Era strano, ma talmente perfetto.