«Avanti».
«Ciao» dice timido rimanendo sulla porta dopo averla aperta.
«Ancora tu. Lasciami stare» sbotta visibilmente irritata.
«Scusami, non volevo».
«Rompermi le scatole? Rimedia levando le tende ora» dice riprendendo a fare quello che faceva al computer. «Chiudi la porta» aggiunge probabilmente notando che lui era rimasto esattamente dov'era.
«No, mi scuso per l'altra sera. Non avrei dovuto». Luigi è seriamente pentito ed ora che se la trova davanti, solo ora capisce quanto si sia comportato male.
«Trattarmi come una prostituta? Cacciarmi via così senza una spiegazione, nel cuore della notte? No, non avresti dovuto» esclama con il volto paonazzo dalla rabbia.
«Scusami» ripete Luigi avvicinandosi e lei lo fulmina. «Non accetto le tue scuse».
«E' complicato»
«Oh certo, è complicato. Piantala. Era una notte e lo sapevo io come lo sapevi tu. Non c'era motivo di trattarmi così di merda».
«No, hai perfettamente ragione ma una ragione c'è, solo che non voglio parlarne. Mi dispiace, fatti bastare questo». Rose prende la puntatrice dal cassetto e dalla foga con cui la porta sulla scrivania, Luigi pensa che gliela stia per tirare addosso. «Fottiti Luigi Strangis e levati dalle scatole che ho da fare. Non tutti hanno le porte aperte come te, da quando hai vinto quello stupido programma televisivo, qualcuno deve farsi il culo e lavorare, per arrivare da qualche parte nella vita».
«Non mi hanno mai regalato niente» si infuoca lui. «Tu non mi conosci non sai gli sforzi e i sacrifici che io ho dovuto fare per essere qui oggi, e neanche immagini quanti sono quelli che sto continuando a fare. Tu non sai chi sono realmente io, consoci solo il personaggio "famoso", per cosi dire, e basta».
«Non mi permetteresti di conoscere il vero Luigi, ad ogni modo» ribatte lei amareggiata, con un tono non più cosi tanto adirato. «Dammi una spiegazione valida Luigi ed io accetterò le tue scuse» aggiunge guardandolo fisso negli occhi. Una spiegazione. E quale sarebbe? Che dopo che avevano fatto sesso, con lei nuda nel letto, è bastato sentire quello stupido nomignolo per pensare a Carola? «E' troppo complicato Rose».
«Tu vuoi che lo sia, non deve esserlo per forza». Si guardano per un istante poi lei prende una pila di fogli dall'angolo della scrivania e si alza: «Devo portare questi di la. Ci vediamo Luigi».
«Mi dispiace sul serio. Sono un casino, la mia vita è un casino. Ho centomila cose nella testa... non ne hai idea. Non sto cercando di giustificarmi con te per averti trattata male, mi merito tutti i tuoi insulti, solo che... sono un casino e basta». Lei sorride e fa un passo verso di lui, appoggiando la mano sul suo volto ed accarezzandolo piano. «Non sei un casino, almeno non cosi tanto come pensi tu. Tutto si sistemerà vedrai». Luigi chiude gli occhi facendosi coccolare poi li riapre ed incontra i suoi. È bella, dolce e sensuale ma non è lei. Anzi, per certi versi è esattamente il suo opposto: sicura di sè, spavalda e maliziosa. «Ora vai, io ho da fare e tu anche. Sono sicura che ti staranno aspettando da qualche parte» dice strappando una risata al cantante che posa la mano su quella di lei per prolungare il contatto della sua piccola mano sul suo volto. «Ho un'agenda un pò piena ultimamente».
«Lo so, l'ho vista» confessa lei.
«Che...?»
«Non ti stavo spiando, semplicemente leggo le email che il mio tutor si scambia con gli altri colleghi, perchè lavoro dal suo profilo, quindi ho visto che Rossi gli aveva girato qualche tuo impegno per queste settimane».
Luigi sorride in maniera non genuina, pensando che tutti sapevano del concerto di settimana prossima tranne lui e in tutto questo teme seriamente che Daniela non gli lascerà incontrare i suoi genitori tanto presto.
«Dai, io devo seriamente andare o mi licenziano» esclama Rose interrompendo il silenzio che si era creato tra loro.
«Va bene» ribatte lui rimanendo immobile ma lasciandole andare la mano. Rose invece dal suo canto fa un passo indieto per creare un pò di spazio tra loro e poi lo supera. «Non ti ho perdonato comunque» sorride fermandosi un attimo sull'uscio. «Me ne farò una ragione» .
«Ciao Rockstar».
«Ciao Rose»....
«Ma si può sapere dove diavolo ti sei cacciato?». Daniela è furiosa, sul piede di guerra, paonazza dalla rabbia. «Ti avrò chiamato cento volte».
«Avevo bisogno di aria» cerca di calmarla Luigi sedendosi al suo fianco nella sala ormai vuota, dove prima c'era Rossi.
«Non sederti. Ce ne andiamo subito» sbotta prendo la sua borsa da terra.
«Si sono sparito ma dovete smetterla di sballottarmi da una parte all'altra come se fossi un pupazzo» .
«Ti ho gia detto che non ti puoi permettere di riposarti, di adagiarti sugli allori. Non sei arrivato Luigi, anche se tu credi di esserlo». A quelle parole il cantante sbianca e si alza di getto dalla sedia.«Non mi sento arrivato, cosa diavolo stai dicendo?!».
«La verità. Ti voglio più concentrato».
«Se tu mi lasciassi un pò il tempo per riprendere fiato io...» .
«Non c'è, lo capisci?! Non c'è!».
«Quindi deduco che i miei genitori non li vedrò prossima settimana» sbotta serio fissandola dritto negli occhi. "Forza mentimi se hai coraggio, dimmi di si".
«No».
«Immaginavo».
«Non scappare Luigi. Non fare il bambino» esclama lei decisa osservandolo andare via. «E' per il tuo bene. Loro lo sanno e anche tu dovresti saperlo».
«Sai cosa, cosa è per il mio bene lo decido da solo, ok?». È esausto, gli mancano i suoi genitori. Ha la testa in fiamme. La scrittura, il comporre, i concerti, gli eventi, il disco.... Basta.
«Come vuoi, ma sbagli e lo capirai» ribatte lei con il classico tono da mamma che gli da suoi nervi. «Non sei mia madre» sbotta. Vuole farle male e sa dove colpire: «Hai dei figli tuoi, preoccupati per loro che a me ci penso da solo».
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanfictionE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...