-13- whisky

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<mi scusi, ma non lavor- > pronuncio queste parole mentre volto il capo verso il mio interlocutore, appena incontro i suoi occhi il fiato mi si mozza in gola e non riesco a terminare la frese.

Davanti ai miei occhi ho l'ultimo uomo sulla faccia della terra che avrei voluto incontrare oggi, dalla sua espressione noto che anche lei è confuso e stupito.

Scottata dal suo sguardo faccio un passo cercando Den, il mio tentativo di fuga viene prontamente bloccato da Matthew che mi afferra il braccio, impedendomi di muovermi.

<fragolina ti ho appena vista e già scappi> dice, dalla sua voce capisco che non è del tutto lucido, quasi mi scappa una risata per il soprannome che ha usato, ovviamente riferito al colore dei miei capelli, sentire pronunciare una parola del genere ed un uomo come lui rende tutto esilarante.

Per quanto sia divertente sono infastidita, per tutta la vita mi hanno fatto pesare avere qualcosa di diverso dagli altri, <il mio nome è Iris...> dico cercando di far sembrare la mia voce il più seria possibile, ma come risposta ricevo solo una risata.

<Riri, tutto ok?> dice Dennis con tono all'armato, i suoi occhi ricadono subito sulla mano di Matthew che è ancora saldamente posizionata sul mio braccio.

<certo cameriere, lei sta benissimo ora vedi di andartene... e vedi anche di prepararmi un whisky> ordina con fare superiore, Den non sembra tollerare questa mancanza di rispetto, fa un altro passo verso di noi cercando in qualche modo di intimorirlo.

L'espressione di Matthew non cambia di un centimetro, nemmeno il diavolo riuscirebbe a farlo inginocchiare al suo cospetto <ragazzino, sono Matthew Calì, se volessi saresti già licenziato o peggio tre metri sotto terra> appena pronuncia il suo nome tutti nell'intera stanza si ammutoliscono, Dennis sbianca e senza farselo ripetere due volte obbedisce.

<tu vieni con me> dice rivolgendosi a me, il buon senso mi dice di scappare a gambe levate, la se lo facessi non immagino nemmeno le conseguenze, in meno tempo possibile arrivo dall'altra parte dal bancone.

Nessuno dei due pronuncia parola, mi avvolge i braccio in vita e mi scorta fino all'ascensore, entriamo al suo interno, lui si appoggia su un lato e inizia a fissare il vuoto.

Digita un numero e iniziamo a salire, l'aria sta diventando troppo pesante qui dentro, ha voluto lui trascinarmi qui e poi non spiccica nemmeno parola.

Mi posiziono davanti a lui sperando di avere la sua attenzione, ma nulla continua a fissare un punto vuoto dietro di me.

Stanca del suo comportamento prendo il suo viso tra le mani facendo in modo che mi guardi negli occhi.

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ANGOLO AUTRICE

ciaoo scusate per l'assenza, penso di non scrivere da veramente troppo tempo, ma mi sono voluta dedicare completamente alla scuola.

ora sicuramente mi dedicherò alla scrittura, grazie per aver letto il capitolo, ditemi cosa ne pensate <3

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