Carola
Sono le tre spaccate del pomeriggio quando Carola lega la bici in un lampione su cui qualcuno ha scritto "amor vincit omnia" con della vernice rosso fuoco, davanti all'ingresso del Parco delle Valli, a Roma. "Si, solo nelle favole" pensa guardando la citazione latina.
«Eccoti!» esclama una voce alle sue spalle richiamando la sua attenzione.
«Hey».
«Sei pronta?» chiede il ragazzo avvicinandosi e posandole una mano sul fianco mentre le lascia un fugace bacio sulla guancia.
«Piu o meno. Uno stupido taxi mi stava per investire un attimo fa. 133, mi ricordo anche il numero di quel maledetto infame». Giovanni ride e Carola gli colpisce il braccio con una manata. «Piantala. Non ridere delle mie sfortune».
«Che ci posso fare se te ne capita una tutta i giorni»
«Ah ah ah. Ridi, ridi pure».
«La mia ballerina sfortunata».
«Dai, è tardi. Andiamo nella pista di atletica o corriamo nel parco?» chiede Carola indicando l'ingresso del parco. Giovanni, ci pensa un attimo e poi sentenzia: «Pista. Vediamo se facciamo meglio rispetto all'ultima volta». "Strano" pensa con un sorriso. Giovanni è esattamente come lei, sempre dedito al migliorarsi, dalla ricerca della perfezione. Nulla è mai abbastanza, si può fare sempre un passo in più. A differenza di Carola però Giovanni riesce a vivere questo aspetto con molta più serenità e leggerezza, riesce a non farne un'ossessione. Si sono conosciuti una settimana dopo il suo arrivo a Roma, proprio in questo parco, a causa della sbadataggine di lei, che legando la sua bicicletta rossa aveva anche legato quella di lui. «Ero già pronto a picchiare qualcuno e invece non posso» aveva esclamato lui vedendola arrivare, dopo averla aspettata per diverse ore. «Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?» chiede lei camminando al suo fianco.
«Ti avrei uccisa. Giuro. Era tutto il pomeriggio che aspettavo che il proprietario della bici si facesse vivo».
«Potevi tagliare il catenaccio» ribatte lei giocosa.
«Si certo, perché non ci ho pensato... avrei potuto usare ...mmm niente».
«La forza brutta».
«Ti garantisco che il giorno dopo sarei tornato con una sega per ferro pur di riavere la mia bici, era una questione di principio». E' determinato Giovanni, è sicuro di sé. Ogni cosa per lui è una sfida e odia perdere, Dio se odia perdere. «Ma non ti avrei potuto offrire da bere a quel punto però» aggiunge.
«Ma se ho pagato io?!» esclama lei tirandogli l'ennesima manata sul braccio. Si, per sdebitarsi aveva pensato di offrigli un aperitivo, d'altra parte lei era appena arrivata e non conosceva nessuno se non gli altri ballerini del cast. Aveva voglia di svagarsi un pò e fare qualcosa di diverso che non fosse andare a correre ed allenarsi.
«Com'è andata oggi comunque?» chiede Giovanni cambiando argomento.
Lei scuote la testa e fa spallucce: «Bene. Almeno credo. Siamo agli sgoccioli. La coreografa ci ha fatto provare l'ultima parte, l'atto finale e sono abbastanza soddisfatta».
«Allora è perfetto» sorride lui.
«Mah... alcune cose ancora non vanno secondo me. Siamo un pò deboli su alcune prese... per esempio...».
«Quante volte ti devo dire che non ci capisco niente di tutto ciò?» la ferma ridendo simpaticamente, prima che lei possa iniziare ad elencare tutte le specifiche tecniche, nei minimi particolari. «Semplifica in modo che io possa capire».
«Facciamo qualche errore ecco. Comunque ti ho trovato il biglietto».
«Cosa?!» esclama illuminandosi e sgranando i grandi occhi verdi dallo stupore. «Erano tutti finiti».
«Si, lo erano, ma sono io la star quindi io decido» ribatte lei con finto tono di superiorità. «Ne abbiamo un certo numero a testa da distribuire gratuitamente, per famiglia ed amici» spiega. In realtà non è stato proprio così: aveva dovuto chiedere espressamente di avere un biglietto, ma visto quanto lui ci teneva, lo aveva fatto più che volentieri anche perchè averlo li tra il pubblico per lei sarà una gioia. Pensa che potrebbe anche dirgli la verità in fondo, ma non vuole che lui poi si senta in debito con lei, quindi tace. Quella di Roma sarà la prima tappa di un tour serrato che durerà diversi mesi e toccherà moltissime città italiane ed Europee. "Parigi" pensa già assaporando l'aria di quella città. Quanti ricordi...
A furia di chiacchierare e camminare arrivano alla pista di atletica. Giovanni inizia a scaldarsi, muovendo in maniera circolare le braccia snelle ma muscolose e Carola lo imita. «Io invece oggi sono giunto alla conclusione che rimanderò l'esame di Valutazione degli strumenti finanziari alla prossima sessione. Sarebbe una disfatta. Preferisco preparalo con più calma e concentrarmi solo su Business Economics». Giovanni studia Economia o qualcosa di simile, Carola adesso non ricorda esattamente.
«Secondo me potresti farcela» lo sprona.
«Dubito. E' una mission impossibile»
«Tu che rifiuti una sfida? Non è da te...».
Giovanni ride mostrando le fossette sulle guance. «So quando è il momento di battere bandiera bianca e credimi questa è una di quelle volte».
«Bene. Io mi sono scaldata. Sei pronto a partire?» esclama Carola energica, cominciando a saltellare sul posto. Giovanni annuisce: «Dai tu il ritmo»....
Sudata fradicia si appoggia sulle ginocchia per riprendere fiato. «Ci sei Caro?» ansima Giovanni al suo fianco. «Si si. Quanto abbiamo fatto?».
«Meno tre minuti rispetto a mercoledì scorso» risponde lui orgoglioso posandole una mano sulla schiena e dandole un buffetto. Lei si tira su e lo guarda paonazza per lo sforzo: «A che prezzo però? Ho perso un polmone» scherza.
«Aspetta, ti aiuto a cercalo».
«Pessima».
«Tu sei pessima».
Carola sorride. Giovanni è davvero un bravo ragazzo e si diverte molto con lui. È spiritoso ma allo stesso tempo serio e non la assilla mai, le lascia i suoi spazi senza pretendere nulla. Ancora non ha ben capito in che direzione stia andando il loro rapporto, cosa lui si aspetti da lei, ma nemmeno cosa lei si aspetta da lui, se è per questo. È tutto nuovo e diverso. Ogni tanto quando scherza con lui gli viene in mente Luigi e le viene spontaneo sempre fare il paragone. "Gigi" pensa all'improvviso. È strano come pensarlo sia un mix di emozioni contrastanti tra loro. Se da un lato gli manca da morire e gli provoca un'infinita malinconia il suo nome nella testa, dall'altro invece la fa sorridere: è un essere speciale il suo Gigino e si sono fatti tanto bene in questi mesi anche se lui non lo ammetterà mai.
«Terra chiama Carola» Giovanni le passa la mano davanti agli occhi riportandola a concentrarsi sul presente.
«Ci sono. Carola risponde che è ora di andare a casa a farsi una doccia prima di cena».
«Giusto, dimenticavo che tu ceni e vai a letto presto come le galline».
«Che hai contro di loro? Sono esseri speciali» sbotta lei con tono giocoso.
«No, ti prego non riapriamo l'argomento. Odio quei pennuti».Eccola la nostra Carola! Come vi sembra Giovanni? Siete team Giorola, Rosigi o Caroligi? 😜🧡
-Eli
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
Fiksi PenggemarE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...