CAPITOLO XVII

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La sveglia suona troppo presto. La testa gli scoppia: "che diavolo di ore sono?" pensa prendendo il cellulare confuso. Ieri sera è restato fino a tardi a chiacchierare con i suoi è questo è il risultato: voglia di alzarsi pari a zero, considerando che a breve dovrà salutarli. Chissà quando li rivedrà, pensa affondando la testa nel cuscino e richiudendo gli occhi. Dopo qualche secondo il senso di colpa per essere ancora a letto, e non in piedi a fare il suo dovere, si inizia a far sentire, obbligandolo ad alzarsi.
Dopo una doccia veloce e aver indossato un paio di pantaloni neri di pelle ed una t-shirt rosso fuoco, lascia la stanza diretto in quella dei suoi genitori. Non fa in tempo a bussare che eccoli aprire con la valigia in mano. «Buongiorno» esclama. Per la prima volta dopo diverso tempo si sente felice, leggero. «Siamo pronti ad andare» dice suo padre prendendo il trolley e facendo segno a suo figlio di farlo passare. «Abbiamo un treno da prendere».
In silenzio li segue in ascensore. Ha sempre odiato il momento dei saluti. Lo rendono nervoso.
«Ci vediamo presto Gigi. Tu nel frattempo da il massimo. Noi ti seguiamo sempre, anche se da lontano siamo sempre con te». Lui si appoggia a lei e si fa cullare per un po' fino a che l'ascensore non raggiunge il piano terra e le porte non si aprono sull'hall, praticamente vuota.
In lontananza, fuori dalla porta scorge Daniela, intenta a fumare una sigaretta: "ma non aveva smesso?" pensa confuso poi si ricorda che non sono affari suoi.
«È una brava persona Gigi» sussurra suo padre indicandola. «Dalle retta».
Lui annuisce non potendo fare altro che concordare con lui.
Il taxi per la stazione è già fuori, pronto a portarseli via per chissà quanto, Luigi lo sa e vorrebbe fermare il tempo. «Bene, fatti dare un bacio dalla tua mamma» dice la donna con gli occhi lucidi gettandogli le braccia al collo. Luigi in silenzio affonda il viso sulla sua spalla, inalando il suo profumo. Porta quello da sempre, sin da che lui ha memoria: quell'aroma di ciliegie, dolce. «Ti voglio bene»sussurra.
«Anche io. Tantissimo».
Dopo quella che gli sembra un eternità lascia sua madre per gettarsi tra le braccia di suo padre. «Non cambiare mai Gigi, si sempre la bella persona che sei e vedrai che andrai lontano».
«Te lo prometto papà, farò del mio meglio. Ti renderò orgoglioso di me».
«Già lo sono, Gigi».

....

«Stai concentrato» sussurra Daniela colpendolo con un gomito per attirare la sua attenzione. Sono ore che non fa altro che ascoltare proposte, una peggiore dell'altra, per il video musicale e ormai è davvero stufo. Il poco sonno ad essere sinceri poi non aiuta per niente. «Ci sono» risponde mettendosi seduto meglio.
«.... Quindi io opterei a questo punto per un'inquadratura solo sul corpo di ballo».
«Noi preferiremmo qualcosa di più narrato» ribatte Daniela. «Tu cosa ne pensi?».
"Che alla fine sceglieranno quello che vogliono loro, indipendentemente da quello che voglio io" pensa ma si trattiene. «Hai ragione. Credo che così come me lo avete presentato sia troppo dispersivo. È una successione di immagini diciamo, la mia canzone invece racconta una storia».
Il video maker sembra offeso. «Io invece credo che la mia proposta abbia del potenziale... se solo voi capiste che ad oggi il mercato musicale vuole questo, vuole la dinamicità».
«Mia la canzone. Mio il video» sbotta Luigi. «Sembri solo un montato. L'unica cosa che faccio in questo video è strusciarmi addosso a delle ragazze e guidare una macchina decisamente troppo costosa».
Daniela da sotto il tavolo gli tira un calcio leggero e lo fulmina con lo sguardo. «Quello che sta cercando di dire Luigi è che apprezza molto il suo lavoro ma non lo sente suo. Preferirebbe qualcosa di diverso».
«Si, a grandi linee» dice lui senza nascondere un velo di ironia.
«Fatemi fare giusto una chiamata... » sorride falsamente il videomaker uscendo dalla stanza, fiero nella sua camicia di Versace.
«Luigi! Cristo» sbotta Daniela facendo sparire tutto il contegno che l'aveva caratterizzata fino ad ora.
«Fa schifo e lo sai» ribatte lui deciso.
«Lo so, ma c'è modo e modo. Gli hai detto che ha fatto un lavoro di merda in pratica».
Lui scoppia a ridere: «Beh... ».
La manager gli tira una manata sul braccio cercando di rimanere seria ma poi cede e anche lei scoppia in una risata fragorosa. «Approfitta della pausa da questo supplizio. Vai a fumarti una sigaretta».
«No, faccio giusto un salto in bagno però. Ah, a proposito. Hai ripreso a fumare?» chiede lui curioso, senza giudicare.
«Solo qualche tiro ogni tanto. Ora fila, prima che torni quel pazzo».

...

Pensieroso ormai rischia di sbattere la testa contro la porta a battente del bagno. "Merda" pensa mentre entra e si ritrova davanti un enorme specchio con un lavandino in marmo rosato. "Che occhiaie terribili" pensa scuotendo la testa e bagnandosi leggermente i capelli con le dita per cercare di sistemare un po' il ciuffo ribelle.
«Ci rivediamo Rockstar».
«Ciao» esclama lui voltandosi verso la porta del bagno delle donne che aprendosi mostra Rose sorridente.
«Come te la passi?».
«Bene, anche se sono super impegnato, ma questi già lo sai. Scommetto che hai stalkerato la mia agenda nuovamente».
«Non meriti le mie attenzioni Luigi» lo provoca lei appoggiandosi sullo stipite della porta.
«E cosa dovrei fare per meritarle?».
«Si fantasioso».
«Quanto fantasioso?» chiede lui stando al gioco e avvicinandosi tanto da far sfiorare i loro nasi.
«Abbastanza da farmi tremare le ginocchia».

Heiii! So che mi odierete per il ritorno di Rose ma ahimè, non se ne vuole proprio andare la biondina. Siete team #caroligi, #rosigi e #Giovarola oppure #giovose? Me li sono appena inventati😂
Eli

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora