La mattina dopo si sforzó di fingersi una normale ragazza popolare di Sunset Ville. Indossó una maglietta viola e una minigonna nerae quando si pecchió rimase soddisfatta dal sembrare, all'apparenza, la solita Allison, ma lei sapeva bene di non esserlo piú, aveva una nuova luce negli occhi. Mentre camminava nei corridoi insieme alla sua nuova migliore amica tutti si scansavano per farle passare come sempre, iragazzi le salutavano sorridendo e le ragazze soffocavano l'invidia dietro agli specchietti da trucco. Poi tra i gruppi di matricole sentí una voce familiare chiamarla: << Allison! Allison, ti devo parlare! >> cercó di andarsene, ma la ragazza la raggiunse subito. << Hey Liz, credo che... insomma, mi dispiace >> << per cosa di preciso? >> le chiese maliziosamente << per... beh, per averti nascosto quella cosa >>. Evidentemente era convinta che non ricordasse piú del cofanetto. << Non ti avvicinare, non provare a parlarmi mai piú >> righió prima di dileguarsi in mezzo alla folla e andare a sedersi in aula. Sara era rimasta di sasso, non si aspettavache Allison fosse ancora cosí arrabbiata con lei, eaveva visto anche qualcos'altro... non era solo rabbia, era odio puro
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Quella sera indossó un paio di skinny jeans e un top rosa pallido di pizzo. << Sandali argentati o dorati? >> chiese all'amica mentre si specchiava con addosso una scarpa di un tipo e una di un altro. << Dorati! >>. Si cambió la scarpa spaiata poi inizió a truccarsi e a sistemarsi I capelli. << Mio fratello vi seguirá in auto e poi ti riaccompagnerá a casa quando hai fatto>> << come l' hai convinto? >> Chiese abbastanza incredula. << Veramente si é offerto lui di farlo>> << ah ok >> era troppo indaffarata per preoccuparsene ulteriormente. Qualche minuto dopo suonó il campanello e la ragazza si precipitó di sotto. Il cielo era limpido e l'aria calda, tipico clima di Sunset Ville, "la pace primadella tempesta" pensó. Il ragazzo indossava un paio di jeans e una camicia bianca e le aveva portato un enorme mazzo di rose rosse. Quando la vide rimase immobile a guardarla per un interminabile attimo, come incantato, poi si riscosse e salirono in auto. << Allora... cosí tuo padre ti ha comprato questa casa tutta per te? >> << Suppongo >> fu la risposta piú cortese che riuscí a formulare. << Ci... vai al ballo? >> si strinse nelle spalle. << Sara é.. no, scusa, non parlaimo di lei >> << da dove vieni? >> Chiese per cercare di sembrare a porprio agio e in parte anche perché era curiosa di sapere quale bugia le avrebbe raccontato. << Dallas, in Texas >> << bel posto, io invece... mi hanno detto che vengo dalla Florida, ma a dire il vero non ne ho una piú pallida idea >> << in che senso? >> Rimase un secondo ad analizzare l'espressione di stupore dipinta sul volto del ragazzo, davvero un ottimo attore, questo glielo doveva concedere. << Ah, Sara non te l'ha detto? >> Non riuscí a trattenere un sorrisetto sornione. << Che cosa? >> << oh niente, ormai non ha piú importanza >>. Non voleva sprecare fiato a spiegargli quello che tanto sapeva giá. Dopo circa dieci minuti parcheggiarono davanti ad un fast food poco fuori cittá e la ragazza si sbrigó a mandare ad Alvin l' indirizzo. Pochi minuti doposi sedettero e ordinarono. << Bene... volevo chiederti se dopo ti andasse....>> << sai, pensavo di inziare una carriera da attrice >> lo interruppe bruscamente. << Oh... bene >> << secondo te saper mentire é un buon punto di partenza? >> Il cameriere portó loro quello che avevano ordinato, ma lei non degnó il suo hamburger nemmeno di uno sguardo, mantenne gli occhi fissi su quelli del ragazzo. << Non saprei... ti vedo strana... sicura di star bene? >> chiese un po' esitante, sperando che gli rispondesse che andava tutto bene... che magari era solo nervosa o preoccupata per il litigio con Sara... invece spinse indietro la sedia e si alzó sbattendo i pugnisul tavolo, dovette mettercela tutta per respingerequel sentimento di connessione che provava ogni volta che gli stava vicino sapendo che non era reale. << Cosa ti fa anche solo lontanamente pensare che io stia bene? E soprattutto perché melo chiedi se tanto sappiamo bene entrambi che non te ne frega niente di me?! >> Tutto il locale si voltó nella loro direzione e Rafael capí chequalcosa non andava. Fece per afferrarle una mano, ma lei si ritrasse prontamente e si giró verso un tavolo di ragazze della sua stessa scuola,stavano parlando male di lei e ridacchiando, cosí si avvicinó con passo lento e sicuro. << Buonasera ragazze >> trasalirono tutte e quattro, come se avesero visto un fantasma. << Sparlavate de mua? >> chiese fingendo un'espressione addolorata. Una delle ragazze si fece coraggio: << beh, hai presente quando parli del diavolo e... beh ecco, spuntano le corna? >> << Fuochino >> rispose a voce abbastanza alta da essere sentita anche da Rafael che era rimasto al loro tavolo. << Lo sapete che se volessi potrei farvi molto male? Sí prorpio ad ognina di voi, rovinanre quei faccini tutto trucco... >> << Allison, basta ora >> la interruppe il ragazzo afferrandola per un braccio e riportandola al tavolo. Si risidettero entrambi e lui le afferró saldamente la mano sinistra per impedirle di divincolarsi mentre si concentrava per cancellarletutti i ricordi della giornata precedente. Si concentró talmente tanto che non ebbe i riflessi pronti per bloccare il coltello che la ragazza gli conficcó nella mano con coi teneva la sua. Poi strattonó l'impugnatura della posata costringendoil ragazzo a seguirla, lo tiró vicino a se e gli sussurró all'orecchio: << non giocare con il fuoco, a nessuno piace l'odore di penne bruciate >>. Detto ció uscí dal locle e solo una volta fuori si concentró su tutte le emozioni negative che stava provando come le aveva insegnato Summer e riuscí a generare una fiammata abbastanza grande da avvolgere tutta una parete del fast food alla quale si era appoggiata. Avrebbe dovuto tenere un basso profilo e non far sospettare agli angeli di sapere, ma non poteva farlo, non poteva sopportare di fare il loro gioco per un secondo di piú. Corse fuori dal parcheggio prima che si diffondesse il panico e salí sull'auto di Alvin che era parcheggiata in una zona della strada non illuminata. Una volta che fu dentro il ragazzo la guardó ridendo. << Credevo che dovessi tenere un basso profilo... >> << non devo proprio un bel niente >> rispose facendosi indietro con il sedile per poter appoggiare i piedi sul cofano, mossa piuttosto inutile dato che il ragazzo glieli buttó subito giú con uno spintone. Rimasero per un po' in silenzio, poi, dopo qualche chilometro, accostó. << C'é qualche problema? >> << No, nessun problema >> si frugó in una tasca del giubbotto di pelle e ne tiró fuori qualcosa diavvolto nella carta di giornale. Era un anello d'oro bianco con al centro incastonata una pietra rosso fuoco finemente decorato con dei motivi floreali che ricordavano dei rovi che si intrecciavano davanti alla pientra formano una "L". La ragazza fissó il gioiello sbalordita mentre la sua fantasia iniziava a galoppare a briglia sciolta verso le alternative piú assurde. << Tuo padre lo fece forgiare nelle fiamme dell'inferno per regalarlo a tua madre il giorno stesso della tua nascita, ma beh... insomma poi... >> guardó il ragazzo negli occhi e vide in essi una sfumatura di dolcezza, non voleva concludere la frase << mio padre fu esiliato una volta per tutte e mia madre morí >> disse cosí lei mantenendo un tono di voce abbastanza piatto. << Sí, prima di mandarmi sulla terra lo diede a me e mi chiese di consegnartelo quando sarebbe stato il momento piú opportuno... >> Allison gli porse la mano sinistra sorridendo. Il ragazzo rimase a guardarla per qualche secondo perso in chissá quali pensieri prima di infilarglielo delicatamente all'anulare, poi rimasero per qualche secondo a fissarsi l'un l'altra. Allison si sentiva come se una tempesta stesse per travolgerla... ma non una di quelle tempeste fredde che ti costringono a restare chiuso in casa,ma di quelle estive che fin da quando si era trasferita a Sunset Ville adorava guardare da in cima alla scogliera mentre il vento le spruzzava sul viso gocce di acqua salata e le scompigliava icapelli. Sentiva le farfalle nello stomaco, la testa le girava sempre piú forte... eppure non le importava non sapeva che cosa le stesse succedendo anche se sapeva di non stare aspettando altro. Nessuno dei due sembrava volerabbassare lo sguardo ne tanto meno rompere quelmagico silenzio. Il ragazzo le accarezzó una guacia spostandole una ciocca di caplli dietro l'orecchio, poi si fece coraggio e la bació. Nell'isatnte in cui le loro labbra si toccarono un millione di sensazioni le scoppiarono nel petto e solo allora capí quello che sapeva giá dal primo momento, ció che non aveva mai voluto ammettere... Allsion Blooms non si innamorava, ma Selina Lucifer sí, e quando era con Alvin lei era sempre stata Selina. Di colpo una forte fitta alla testa interruppe tutti i suoi pensieri. Si allontanó dal ragazzo tenendosi le mani premute contro le tempie, le sembrava quasi di esplodere. Tutto quello che accadde dopo fu come un film che le passó davanti agli occhi in pochi secondi lasciandole solo un'enorme senso di vuoto e nostalgia. Inizialmente erano solo immagini di prati fioriti e di una bellissima cittá che aveva giávisto piú volte in sogno e che finalmente riconobbe, poi iniziarono a scorrerle davanti agli occhi immagini di persone che riconobbe all'istante; vide una donna alta dai capelli color miele con un sorriso dolce e accogliente stampatosulle labbra, era Kethia, la donna che l'aveva cresciuta, la cosa piú simile ad una madre che avesse mai avuto. Cercó di chiamarla, di dirle che dopo tutti quegli anni era tornata ma l'immagine mutó in quella di una ragazza con lunghi capelli biondo argenteo, Dakota, la figlia di Kethia, erano grandi amiche, pressoché sorellee poi sussultó.. c'era Rafael e d'un tratto capí dove lo aveva giá visto, era il suo ragazzo, erano cresciuti insieme, e anche se erano solo poco piú che bambini, erano innamorati. In seguito un ricordo piú intenso la scosse: la stavano portandovia, due mani forti e calde l'avevano afferrata per le braccia e la stavano portando da qualche parte,trascinandola. Stava tentando di divincolarsi ma in vano, Rafael stava cercando di afferrarla, ma l' andatura di chiunque l'avesse presa era troppo veloce. Poi le immagini si mescolarono a tante altre e finalmente ogni singolo pezzo andó ad inserirsi perfettamente al suo posto restituendole la vita che fino a qualche istante prima non sapeva nemmeno di aver vissuto, era come risvegliarsi da un lungo sogno... con un un'unica differenza: piú che un sogno somigliava ad un incubo. Il senso di vuoto la stava a dir poco divorando, la nostalgia e i dubbi erano troppo forti per permetterle di pensare lucidamente, si sarebbe aspettata che una volta recuperati iricordi la sua vita avrebbe subito una svolta, era convinta che una volta scoperto il passato avrebbe finalmente trovato se stessa, ma nulla di ció accadde, l'unica certezza che aveva era che quel passato era troppo lontano per poterle dare conforto, la ragazzina allegra, gentile e spensierata che era stata era soltanto un miraggio lontano, morta soffocata dal tempo e dal dolore.
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<< Selina, stai bene? >> la ragazza alzó lentamente la testa, aveva gli occhi lucidi e icapelli scompigliati ed era ancora abbastanza stordita dall'impatto con la realtá: << io miricordo tutto >> sussurró senza riuscire ad impedire alla propria voce di spezzarsi. << Ma com' é possibile, stai scherzando? >> << Vorrei, ma é la veritá >> come era vero che in quel momento avrebbe preferito non ricordarsi nulla, sapere anche solo per un istante che cosa fosse la felicitá le rendeva solo tutto piú difficile
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Hell and Heaven
МистикаAllison Blooms, 19 anni, sembra avere tutto ciò che una ragazza possa desiderare... ma l'apparenza inganna! Adottata dopo aver perso i genitori in un misterioso incidente Allison non ricorda niente dei primi 13 anni della propria vita, cosa che semb...