- capitolo 17 -

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Il giorno dopo misero a punto gli ultimi dettagli del piano: Alvin sarebbe rimasto a a casa e    avrebbe chiamato Kol dicendogli che Dakota voleva vederlo quella sera nel bosco, la ragazza l'avrebbe aspettato in un punto stabilito e poi lo avrebbe portato alla vecchia chiesa e lí Allison, Summer, Rafael e Sara avrebbero portato a termine il rituale. La chiesa sembrava uscita di uno film horror, era perfettamente immersa nella boscaglia, i vetri delle grandi finestre erano tutti rotti, c'erano due campanili, uno ancora intatto e uno crollato per metá come parte del tetto, mentre la croce di ferro che doveva probabilmente sormontare la navata centrale era caduta a terra ed era ormai arrugginita e ricopertadai rovi. Sembrava davvero il posto perfetto per aprire un portale di sola andata per l'inferno. C'era solo un piccolo problema... << Ok Ally, dovremmo disegnare un pentacolo proprio lí sotto al lucernaio rotto >> spiegó Summerindicandole la zona. << Poi dobbiamo metteredelle candele accese su ogni punta della sella... >> si fermó un istante, come se le venutoin mente qualcosa di importante che aveva dimenticato. << Oh merda, no! >> << Che c'é? >> << La stella... deve essere disegnata con del sangue umano >>. Allison sbiancó poi inizió a camminare su e giú per la chiesa, era troppo grande, ci voleva molto sangue ma questo stata anche a significare che ci voleva tempo per procurarselo, tempo che le serviva proprio per ragionare; tradire i suoi amici o tradire suo fratello? Avrebbero potuto rubare delle sacche      all'ospedale, ma come? Dato il pericolo degli incendi la sorveglianza di tutti i luoghi pubblici era stata come minimo triplicata. Dopo averci pensato bene e essersi accorta che mancavano solo un paio di ore all'orario stabilito capí che non le rimaneva altro da fare cosí arrivó ad una soluzione di sicuro poco ortodossa ma che avrebbe funzionato e che le avrebbe fatto prendere un po' di tempo in piú per decidere. << Voi sistemate il resto, al sangue penso io >> fece per uscire dalla chiesa cercando di fare in fretta per non dover rispondere a nessuna domanda. <<Io non mi fido, vengo con te >>. Prese un bel respiro profondo, questo rischiava di mandare a monte tutto e solo dopo essersi calmata un po' riuscí a  voltarsi per fulminare con lo sguardo Sara che un istante prima la stava fissando immobile mentre ora la stava raggiungendo. Mettersi a correre per cercare di seminarla non avrebbe avuto molto senso. Le due ragazze salirono in macchina e uscirono dal boschetto. Non erano piú salite insieme sulla Jeep di Allisonda quando non erano piú amiche e ora essere lí come ai vecchi tempi era veramente strano. All'apparenza sembravano quelle di sempre, come se stessero per andare a fare un giro al PCM, o magari in spiaggia o in qualsiasi altro posto, tanto andavano sempre insieme da qualsiasi parte eccezion fatta per le feste a cui solo Allison veniva invitata. Solo il piú attento osservatore si sarebbe potuto accorgere delle lievidifferenze, perché anche se all'apparenza le due ragazze sembravano le stesse di una volta, erano cambiate entrambe un sacco. Nessuna delle due stava sorridendo, non si parlavano nemmeno, tenevano entrambe lo sguardo fisso davanti a se, non stavano cantando a squarciagola come facevano spesso, non stavano nemmeno ascoltando la musica, avevano entrambe la stessaespressione priva di emozioni dipinta in volto, forse stavano pensando entrambe alle stesse cose,forse condividevano lo stesso disagio. Alla fine Allison decise di rompere il ghiaccio. << Come hai fatto? >> Chiese senza enfasi e senza distogliere lo sguardo dalla strada. << A fare che cosa? >> Anche Sara rimase impassibile. << A fingerti mia amica per sei anni >> questa volta le labbra le si arricciarono in un sorriso sghembo. << Nello stesso modo in cui hai fatto tu >> << io non fingevo >> << a no? Andavi ad ogni singola festa, anche a quelle a cui io non eroinvitata, uscivi con tutti i ragazzi che ti pareva, anche con quelli che piacevano a me, alla prima occasione mi hai rimpiazzata senza nemmeno sapere come stavano le cose, hai dubitato della mia amicizia senza nemmeno sapere la mia versione dei fatti e diciamocelo onestamente, qualunque cosa io facessi, ogni evento che organizzassi per attirare un minimo di attenzione su di me finiva per diventare il tuo grande momento per brillare >>. La ragazza non aveva mai pensato alla sua storia da un altro punto di vista, ma nonostante quello che Sara aveva appena detto sapeva di avere ragione lei. << Cancellare pezzi della mia vita facendomi credere di essere fuori di testa, tenermi lontana dal mio stesso passato e mentirmi spudoratamente sulla tua vera identitá, mi dispiace, ma la peggiore sei tu, vi chiamate angeli, ma dentro siete piú marci di mio padre >>Seguí un lungo silenzio, Sara avrebbe voluto ribattere, ma non sapeva che cosa dire. Allison continuó a non scomporsi di un pelo e a mantenere un'espressione vuota. Dopo qualche minuto, senza alcun avviso, inchiodó brutalmentenel parcheggio di una barettino abbastanza e scese dall'auto senza dire nulla. Sara restó qualche secondo a fissarla dal vetro aspettandosi una spiegazione, ma la ragazza si diresse verso l'entrata senza mai voltarsi indietro e cosí fu costretta a seguirla. << Scommetti che trovo qualcuno di ubriaco anche a quest'ora? >> << Cosa? >> innarcó un sopracciglio e si limito asfoggiare uno dei suoi migliori sorrisi arroganti. Il suo sguardo finí per posarsi su una ragazza oltre la vetrata che se ne stava appoggiata al bancone a ridere e flirtare con il barista. "Bingo".Nel bar c'era giá parecchia puzza di alcool anche se non era ancora tarda sera. La sua parte responsabile avrebbe voluto farle portare a termine il suo compito alla svelta, ma da quando in qua faceva la cosa giusta? Si sedette su uno sgabello vicino alla ragazza e ordinó un bourbon liscio. Sara era rimasta ad aspettarla fuori e ora lastava guardando malissimo attraverso la vetrata. Solo una volta finito di bere si ricordó che il tempo scorreva e si avvicinó al bersaglio. << Hey, ci provi con il barista? >> Come rispostaannuí qualche volta di troppo. << Ma lo sai che questa sera daró uan festa molto ed esclusiva con tutta la squadra di football? Mi sembri una ragazza sveglia, ti va di venire? >> Inizió a rideree si staccó barcollando dal bancone. << Brava, andiamo >> disse prendendola a braccetto per essere sicura che non le collassasse addosso prima del dovuto. Una volta arrivate alla macchina tiró fuori dal bagagliaio il cric e glielosbatté forte in testa poi la caricó sul sedile posteriore a faccia in giú perché la ferita non sanguinasse sulla tappezzeria . << Ma sei impazzita? Dobbiamo procurarci del sangue, non un'accusa di rapimento! E poi con quella botta potresti anche averla... >> << abbiamo la nostra sacca di sangue alla spina, o sali o ti mollo quí, e sappi che lo farei molto volentieri >>.Uscirono dal parcheggio a tutta velocitá, Allison spinse al massimo sul accelleratore, se voleva avere anche solo una chance di farcela doveva recuperare il tempo che aveva perso al bar "stupida" pensó tra se e se. Il giorno prima si era sentita in colpa perché degli innocenti erano morti, e ora ne avrebbe uccisa una con le sue mani, ma era ció che doveva fare, avrebbe sopportato I sensi di colpa.

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