CAPITOLO XXI

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Carola

Il pubblico applaude fortissimo. Sono tutti in piedi. «Vai Carola!» urla la folla mentre lei con un inchino saluta e ringrazia. Ha il cuore pieno di gioia, essere li è un'emozione indescrivibile. «Carola! Carola!».
Uno ad uno gli altri ballerini della compagnia la raggiungono sul palco, anche Marcello che si posiziona al suo fianco, stringendole la vita dolcemente. «E' andata» le sussurra. Si, è andata, ed è stato stupendo, oltre ogni aspettativa.

...

Giunta in camerino si toglie immediatamente le punte per dare pace ai suoi piccoli piedi doloranti. Ne è valsa la pena però. Lo spettacolo è andato benissimo, qualche errore c'è stato ma nel complesso è stato un vero successo. Persino la parte del bacio tra lei e il suo Romeo è riuscita, nonostante l'imbarazzo che, anche se ormai l'avevano provata più di cento volte, non se ne era mai andato. Si siede sulla poltroncina davanti allo specchio. Porta i capelli raccolti in uno chignon perfetto e il leggero rossetto rosa colora le sue labbra carnose. "Così truccata sembro anche figa" pensa tra se e se sorridendo.
«Si può?» chiede una voce alle sue spalle. Carola si volta sorpresa e scoppia in una risata fragorosa. «Ciao!» esclama correndo ad abbracciarlo.
«Sei stata grandiosa» le sussurra Giovanni stringendola forte. «Giuro che mi hai lasciato a bocca aperta».
«Sono contenta che lo spettacolo ti sia piaciuto, sono stati tutti molto bravi. Sono soddisfatta pure io, ed è tutto un dire».
«Devi esserlo è stato.. insomma wow».
Carola si stacca dall'abbraccio e lo guarda negli occhi sorridendo. «Sono contenta tu sia venuto».
«Non me lo sarei perso per nulla al mondo». Giovanni è gentile, super premuroso e si, bisogna essere onesti, è anche estremamente attraente. Sta davvero bene vestito così elegante, con la camicia ed i pantaloni scuri. Di solito è sempre molto sportivo, fa strano venderlo così in questa nuova veste. Con stupore si ritrova a pensare che è bello, bello sul serio, non solo esteticamente ma anche di carattere. È speciale Giovanni, un bravo ragazzo. All'inizio quando si conosciuti aveva preso tutto come un gioco, un modo per fare nuove conoscenze e basta, prevenuta che qualcuno potesse decidere di avvicinarsi a lei solo per la sua notorietà, ma man mano che lo conosceva, si rendeva conto che a lui della fama non interessava proprio nulla. Prima di tutto, manco sapeva chi era lei, e in secondo luogo quando lo scopri esclamò scherzoso: «Allora non ti azzardare a seguirmi su Instagram a o a taggarmi da qualche parte perché ti uccido». Hanno passato insieme davvero tanto tempo ma è difficile per Carola capire cosa vuole da questa conoscenza ed è molto grata che Giovanni non stia facendo pressioni di alcun tipo. Una sera, dopo essere stati a cena, mentre la riaccompagnava a casa lui aveva provato a prenderla per mano e lei si era scostata per non permetterglielo. «Non volevo, o meglio si, ma devi scusarmi: non so cosa voglio» aveva balbettato.
Giovanni dispiaciuto aveva sorriso e scostandole i capelli dalla faccia aveva risposto: «Non preoccuparti, lo so che hai bisogno di tempo. Io non vado da nessuna parte. Sono qua per te, indipendentemente da quello che deciderai. Non c'è fretta».
Da quella volta l'argomento non era stato più toccato e lui si era sempre limitato ad avere atteggiamenti certo affettuosi ma mai spinti, nulla che andasse oltre un abbraccio o una carezza veloce. Carola in realtà sapeva benissimo chi voleva davvero ma razionalmente non era giusto aspettare una persona che non ti vuole per l'eternità. Mettersi in gioco di nuovo era complicato però, sente che il suo cuore appartiene totalmente a Luigi e pertanto le risulta impossibile donarlo a Giovanni, almeno per ora ma non vuole tuttavia che lui sparisca dalla sua vita. È stato una ventata di aria fresca nella sua vita, le ha fatto ritrovare il sorriso in un momento in cui si sentiva un pò giu, spaesata dopo essersi ritrovata sola a Roma.
«Grazie» sussurra lei senza un apparente motivo.
«Per cosa?»
«Per tutto».
Sorride e le da un buffetto con la mano destra, senza staccare quella sinistra dai suoi fianchi. «Non devi ringraziarmi».
Sostenere il suo sguardo comincia ad essere difficile quindi, leggermente in imbarazzo, Carola fa un passo indietro sorridendo ed esclama: «Non ci credo ancora che è andato tutto bene. Ero cosi in ansia». Il cambio di argomento funziona o per lo meno Giovanni fa finta di nulla. «Te lo avevo detto più volte di stare tranquilla ma tu non mi ascolti mai». No, Carola ascolta, solo che dire a lei di non preoccuparsi è come dire ad un alcolista di non bere: inutile è superfluo.
Si avvicina allo specchio e indica a i fiori: «Guarda i miei ammiratori come sono stati gentili» scherza.
Giovanni alza le sopracciglia. «Spero i miei ti siano piaciuti».
"Cosa?" Carola colta alla sprovvista rimane un attimo atterrita tanto che lui se ne accorge in un lampo. «Non mi sono firmato, sono stato un demente, effettivamente» spiega indicando il mazzo di girasoli che tanto le era piaciuto.
«Si, effettivamente lo sei stato ma grazie di cuore, davvero. Sono stupendi. Ad essere onesta di tutti i regali, questo era stato il mio preferito».
Giovanni ride scuotendo la testa: «Certo come no, che ruffiana che sei Caro».
«Ma no. È la verità» risponde facendogli gli occhi innocenti e una faccia da angoletto. «Comunque ti hanno fatto passare, è strano» aggiunge poi.
Giovanni ride. «Chi hai corrotto?» continua lei.
«Nessuno, mi sono semplicemente intrufolato qua dentro nei camerini».
«Cosa hai fatto?!» esclama lei divertita.
«Scherzo, ho chiesto di te e basta. I biglietti sono nominativi, ho mostrato il mio alla ragazza e mi ha fatto passare». "Già perchè sa che te l'ho dato io" pensa Carola che scoppia in una risata fragorosa.
«Quando avrai finito qua, ti va di andare a bere qualcosa per festeggiare?» chiede Giovanni tranquillo. Lei rammaricata scuote la testa: «Non posso, andiamo noi tutti della compagnia a cena fuori. Magari però se non faccio troppo tardi ci possiamo vedere dopo».
«Non ti preoccupare. Se vuoi ci vediamo domani, io sono libero tutto il giorno. Scegli tu quando sei più comoda».
Carola ci pensa un secondo e poi risponde: «Va bene, pranzo insieme?».
«Perfetto».
«Presente quel giapponese di cui ti parlavo l'altro giorno? Zen Japanese qualcosa, mi sembra si chiamasse...Potremmo andare li se ti va».
«Cento per cento si!».

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora