Busso alla sua porta e non risponde nessuno, nessuno mi da il permesso di entrare. Giro le spalle alla porta ma poi sento un tonfo provenire proprio da dietro di essa cosi' senza pensarci apro la porta
"Che cazzo succede?"
Non risponde nessuno, accendo la luce perché non si vede niente, mi sta salendo l'ansia non lo vedo nella stanza, vedo solo il cellulare sul letto, corro verso il bagno busso, ma anche li' non risponde cosi' apro la porta, non c'e'.
Mi passa un'idea malsana per la testa cosi' con il fiato ormai mozzato e per la seconda volta gli occhi lucidi per lui corro verso la porta finestra.
Spalanco e lo trovo seduto sulla poltrona con una sigaretta in bocca e una in mano girata nella mia direzione
"L'hai fatto apposta"
D : " si"
Lascio cadere le spalle e le braccia che erano ancora in tensione e lo guardo con aria stanca e provata da questo avvenimento.
"Perche'?"
D : "volevo vedere se saresti venuta"
"Damiano ci stiamo solo facendo del male cosi...dobbiamo smetterla"
D : "davvero e' quello che vuoi?"
"Fidati Damiano ci sto di merda pure io ma veramente, lo sto facendo per proteggerti e per non metterti in situazioni brutte, hai visto l'accanimento che c'e' nei miei confronti e in quelli di chi mi gira attorno"
Si alza e mi abbraccia, rimango immobile poi mi sciolgo e lego le miei braccia attorno alla sua schiena appoggiando la testa al suo petto. Mi lascia un bacio tra i capelli.
D: "pero' non mi escludere dalla tua vita, ho bisogno di te, di vederti e sentirti"
"Fidati non sei quello che ne ha piu' bisogno, poi tanto saremo sempre insieme per lavoro"
D: " possiamo mantenere l'abitudine della sigaretta?"
Stacco la testa e lo guardo negli occhi, e' proprio bello, faccio cenno di si' con la testa e slego le mani per prendere il pacchetto e sedermi al mio solito posto.
Mentre siamo li' a chiacchierare del più e del meno lui si gira a guardarmi
"Che c'e'?"
D:"mi prometti una cosa?"
"Dimmi"
D:"mi prometti che non cambierà il nostro rapporto?"
"Te lo prometto"
Gli allungo la mano in segno di patto e lui la stringe.
Dopo un'altra sigaretta prendo coraggio e mi alzo
"Vado a letto che domani sarà pesante"
D:"ok buonanotte"
"Notte"
Esco dalla camera e il senso di pesantezza che io provo in quel momento e' veramente devastante e lo si percepisce anche da come mi lascio cadere sul letto.
La notte diventa infinita e ovviamente del sonno non ce n'e' traccia decido di farmi un bagno caldo e rimanere in attesa che questo dannato nodo alla gola si sciolga.
L'ultima volta che guardo l'ora sono le 5.20 del mattino e dopo due ore suona la sveglia che ovviamente all'inizio non sento neanche.
Oggi giornata in studio quindi opto per dei vestiti comodi come se stessi in casa.
Arrivo in sala e tutti sono già lì, chi più sveglio chi invece è palesemente provato da questa nottata. Anche uno stupido capirebbe che è successo qualcosa tra me e lui, abbiamo entrambi la faccia segnata e l'imbarazzo tra di noi si potrebbe persino toccare.
E:"è arrivata la bella addormentata"
"Buongiorno"
Et:" ho fatto il caffè lo vuoi?"
È sempre molto tenero e dolce anche se silenzioso sembra sempre capire tutto, sono felice che lui ed Eva si siano trovati.
"Si grazie Ethan direi che mi serve"
Prendo la tazzina e dato che era già fatto da qualche minuto non era ustionante e questa cosa mi solleva perché lo preferisco tiepido.
Nel mentre mi giro con un dubbio e con gli occhi inizio a cercare per la stanza
"Ma Vic?"
D:"è ancora sopra"
"Non è che sta male?"
D:"secondo me dorme"
Faccio un sorriso e mi giro però ho come un sesto senso , così vado verso camera sua e busso, non risponde nessuno, busso più forte ma niente, cerco di aprire la porta ma è chiusa a chiave.
"Damiano corri"
Lo urlo con il fiato mozzato e mentre lo vedo salire
"Dammi una mano buttiamo giù la porta"
D:"ma che dici?"
"Non risponde ed è chiusa a chiave"
Cerca di bussare ma come prima non risponde nessuno così anche lui si fa prendere dal panico.
Inizia tirare spallate alla porta ma niente non si riesce a buttare giù, io continuo a bussare mentre lui inizia a chiamare i vigili del fuoco per buttarla giù.
Ad un tratto quando ormai la mia mano è dolorante da quanto io l'abbia sbattuta e quando ormai la gola mi fa male per quanto ho urlato lei apre la porta
V"che avete da urlare?"
Rimango a bocca aperta, stava dormendo e non ha sentito tutto il bordello che abbiamo fatto"
Di:"te l'ho detto che dormiva"
V:"mi sa che siete voi due che dovreste dormire avete delle facce"
Io e Damiano ci guardiamo e abbassiamo subito lo sguardo.
Arrivo in studio molto provata a causa dell'ansia che ho provato in quella mezz'ora e neanche un ansiolitico è riuscito a calmarmi del tutto, e' come se in questo momento io sia perennemente in allerta a ogni minimo rumore mi spavento e in più il fastidio alla gola per le urla sta diventando dolore.
Mi siedo e faccio iniziare ai ragazzi nel mentre mi sdraio sul divanetto e cerco di tranquillizzarmi, dopo 2 ore di prova, in cui mi sono anche un po' addormentata mi alzo e esco dalla sala per prendere un caffè, arrivata alla macchinetta cercando di inserire i soldi mi rendo conto che la mano e il polso sono messi male.
Rientro il sala prova decidendo di non dire niente a nessuno, non mi va di passare in ospedale la serata così cerco di tenere la mano all'interno della manica della felpa che fortunatamente è oversize.
Dopo altre due ore gli altri vanno a mangiare e io declino l'invito con non pochi problemi, una volta che sono fuori vado in bagno e mi guardo il polso, ho un livido che parte dall'attaccatura del pollice e prosegue fino a dieci cm sotto al polso, è evidentemente gonfio e fatico a muoverlo. Mi spavento abbastanza nel vedere la gravità ma rimango comunque dell'idea di non dire niente e rimandare il problema a stasera.
Entro in sala preparando tutti i testi che devo registrare e li rileggo in modo da vedere se trovo qualcosa da cambiare, dopo poco tempo dalla mia rilettura di 10 brani, arrivano tutti e Vic mi salta addosso in un abbraccio, in quel momento faccio un movimento strano con la mano e inconsciamente mi scappa una smorfia che però non sembra vedere nessuno.
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Ho bisogno che vivi
Genç KurguNon per tutti il successo e' bello come sembra sulle storie instagram Ho sempre imparato fin da piccola a dover combattere ed entrando in questo mondo e' diventato sempre piu' difficile riuscire a togliere tutte quelle maschere che la vita mi aveva...