unexpected (sospesa per il momento)

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Juliet:

Esausta.

Erano 3 ore e 19 minuti che stavamo in auto, finalmente eravamo arrivate a casa di William Smith, il compagno di mia madre.

Era un uomo di 42 anni, l'avevo visto tipo 10 volte, sembrava un tipo apposto, sapevo che aveva un figlio, ma non l'avevo mai conosciuto.

Mia madre, Charlotte, smise di guidare e parcheggiò di fronte a una grande villa di 3 piani.

Non ero affascinata, il lavoro di mia madre ci permetteva questo tipo di lusso.

<Juliet, comportati bene, per favore> disse mia madre truccandosi le labbra con un rossetto rosso.

<Certo mammina, sarò un angioletto> mia madre mi diede un'occhiataccia guardandomi dallo specchietto retrovisore, io sorrisi innocentemente e poi scendemmo dall'auto.

Vidi William uscire di casa e fiondarsi su mia madre, baciandola, distolsi lo sguardo disgustata.

Dopo lunghi minuti William salutò anche me e ci aiutò con le valigie.

Andai direttamente in camera mia dopo che William me l'aveva mostrata.

<Juliet, scendi a conoscere Aaron>

<C'è tempo, ora voglio sistemare la mia roba> risposi a mia madre, la sentì sbuffare e poi se ne andò.

Non mi andava di fare conoscenza.

William era un tipo simpatico, gentile e noioso, suo figlio sarà sicuramente come lui.

Sobbalzai quando sentì una porta sbattere.

<Aaron, non sbattere le porte> urlò William da sotto.

Mi alzai dal letto e iniziai a disfare le valigie.

Ero stanca, ma dovevo mettere tutto in ordine.

♡♡♡

Dopo 1 ora e mezza finalmente misi tutto in ordine, decisi di andare a fare una doccia nel mio bagno personale.

Entrai in bagno e mi spogliai subito, legai i capelli in una crocchia per non bagnarli.

Usai il mio bagnoschiuma, quello a cocco, mi piaceva da impazzire.

Dopo finito uscì dalla doccia e mi asciugai con un asciugamano, poi mi resi conto che avevo lasciato i panni con l'intimo sul letto.

Okay, tanto è la mia stanza, non ci sarà nessuno.

Solo con indosso l'asciugamano uscì dal bagno e mi paralizzai quando alzai lo sguardo.

Un ragazzo a petto nudo era sul mio letto, mi stava fissando, i capelli corti castani e ribelli gli ricadevano sulla fronte, aveva degli occhi verdi ed era pieno di tatuaggi.

Mi accigliai e cercai di coprirmi il più possibile.

<Chi cazzo sei e che cazzo stai facendo sul mio letto?> ricalcai il "mio".

Il ragazzo piegò le labbra carnose in un sorriso sfacciato.

<Scontrosa> poi rispose.

<Esci subito>

<Altrimenti?>

Mi avvicinai furiosa davanti al letto e con una mano presi il suo braccio con l'intenzione di alzarlo, ma non ci riuscì e lui ridacchiò.

<Che cazzo ti ridi? Alzati subito e esci dalla mia stanza>

<Hai sempre il cazzo in bocca? Se vuoi ti metto il mio> spalancai la bocca e ringraziai dio per non essere arrossita.