XIX - Saper dire basta

56 8 14
                                    


Solo che mi chiedo:
che te ne fai del cuore
se non lo ascolti mai?




Novembre era volato via con la stessa velocità di un battito di ciglia

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.






Novembre era volato via con la stessa velocità di un battito di ciglia. Il freddo di dicembre si era ormai impossessato di New York e con molte probabilità non sarebbe andato via molto presto.

Il Ringraziamento era passato da neanche una settimana, eppure i newyorkesi erano già intenti nelle decorazioni natalizie. Per le strade si respirava già quell'assurda aria di festa e le vetrine dei negozi risplendevano grazie alle lucine colorate che i proprietari non avevano perso tempo ad installare.

Quell'anno la famiglia Carter aveva festeggiato un Ringraziamento alquanto insolito, con una piccola - che poi piccola non era - gita fuori porta. Parigi era esattamente come Beth la ricordava, bella da togliere il fiato, elegante e raffinata. Anche Aria era sempre la stessa, nulla sembrava essere cambiato dall'ultima volta che l'aveva vista, anzi, ogni giorno che passava sembrava stare sempre meglio, ma non ci voleva di certo una laurea in psicologia per capire che quel suo comportamento era dettato semplicemente dal voler a tutti costi lasciarsi alle spalle quanto successo. Non a caso aveva tagliato i ponti con tutte le cose che le ricordassero la sua vecchia vita, fatta eccezione di Dimitri e Beth.

Alla fine aveva anche mantenuto la promessa, si era fatta fare da guida turistica da Lauren al Louvre ed insieme avevano ammirato tutte quelle opere d'arte per un intero pomeriggio senza mai stancarsi.

Era stata una settimana all'insegna dei vecchi tempi, non la solita cena di Ringraziamento nell'immenso giardino di Villa Lawrence con più di cinquanta invitati, ma non avevano proprio nulla da rimpiangere. Aria e Dimitri si erano occupati delle decorazioni, Beth dei fiori, Victoria del vino e Lauren e Matthew della cena. A tavola avevano riso e scherzato a lungo, fin quando non aveva preso a fargli male la mascella e la testa aveva cominciato a girare un po' per via del vino.

Nei giorni seguenti, tra colazioni nelle boulangerie più buone della città e aperitivi a bordo dei bateau-mouche che attraversavano la Senna da una riva all'altra, Aria aveva fatto vivere a Beth un po' di quel sogno parigino che si vede solo nei film, ma che da quando lei ormai lì ci abitava era diventata la sua vita. Forse sperava che la sua migliore amica alla fine delle superiore potesse raggiungerla, magari avrebbero potuto frequentare la stessa università - così come avevano programmato fin da bambine - nel cuore di Parigi. E Beth l'aveva capito che tutto quel luccichio che le stavo mostrando non era altro che un modo per corromperla, e per un momento davvero si lasciò andare al pensiero di vivere lì. Svegliarsi la mattina ed ammirare la Torre Eiffel fuori dalla finestra, nessun grattacielo a stagliarsi tra lei ed il cielo, solo palazzi in stile haussmaniano che aveva donato a Parigi il suo fascino senza tempo. Fare colazione in uno di quei tipici caffè con un croissant magari, o dei macarons dai gusti più vari, ritrovarsi a studiare in una delle università più belle al mondo, girare per il centro storico, riscoprire la bellezza dei più grandi artisti di tutti i tempi, fare shopping con Aria in quella che era riconosciuta universalmente come la capitale della moda ed infine andare a dormire sempre con la vista della Senna dalla finestra. Una vita da sogno.

Grace Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora