12 - Seppellire l'ascia di guerra

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CIRO

Raggiungo Pietro in salotto, in attesa che anche nostro padre arrivi, accomodandomi poi sul divano poco distante da lui.

Stamattina svegliarmi è stata un impresa, poiché sono di malumore; questo sta a significare che tutti devono starmi alla larga.

Ma non è l'unico motivo il malumore, anche per ciò che è accaduto ieri sera al galà. Continuo a pensare alla conversazione tra il portoricano e mio padre, e sul fatto che quell'idiota vuole stravolgere i nostri piani.

Più che altro la nostra famiglia per prima; dobbiamo essere al sicuro da quell'essere, e non solo noi, soprattutto Penelope.

Posso solo immaginare come può stare in questo momento, non deve essere stato facile sentire quelle parole direttamente dall'assassino dei suoi genitori.

E poi l'ho visto come la guardava...con quelli occhi, come se stesse studiando la sua preda.

No, non posso permettere che le faccia del male. Oltretutto, ieri sera ho scelto lei al posto di Viola, e quest'ultima non si è fatta ancora sentire. Be'...dopo averla rifiutata, mi ignorerà per tutto il giorno, consapevole che poi ritornerà.

«Ragazzi...» la voce di Rosa mi allontana dai pensieri, rivolgendo lo sguardo su di lei, che viene verso la mia direzione, accomodandosi accanto a me.

«Papà dov'è?» le chiedo, mentre lei appoggia la testa sulla mia spalla.

«Adesso arriverà» risponde sbadigliando e chiudendo gli occhi, con l'intento di addormentarsi.

«Hai dormito?» domando, avvolgendola con il braccio, facendola appoggiare sul mio petto. Dice qualcosa di incompressibile, senza capirci niente.

Sorrido vedendola così. Piccola peste, tanto quanto dolce.

Uno dei tanti motivi per cui non posso e non voglio restare con le mani in mano. Devo fare qualcosa anch'io.

«Eccovi tutti...» dice papà appena entra in salotto e rivolgendo lo sguardo su Rosa: «be'...non proprio tutti. Ma non importa, lei non deve avere nulla a che fare con ciò che sta succedendo» aggiunge.

«Dobbiamo parlare del portoricano» volgendo lo sguardo verso Pietro e so a cosa sta pensando, per poi continuare: « Non mi fido di lui, non dopo la conversazione avvenuta ieri al galà».

«Cos'è successo?» domanda Pietro, mi trattengo dal ridere, o per lo meno mi trattengo dallo strangolarlo, visto che è colpa sua se siamo in questa situazione.

«A quanto pare, quell'uomo non è chi crediamo che sia...quell'uomo è l'assassino dei coniugi Battaglia, e per di più anche noi se non staremo attenti alle sue mosse faremo la loro stessa fine».

Cammina avanti e indietro per la stanza, cercando di pensare su cosa fare. Questa situazione non gli piace e di certo non si piegherà a uno stupido che cercherà di conquistarsi Napoli e uccidendo il primo che si metterà in mezzo alla sua strada. Perché è così, vuoi avere il potere su tutto? Allora elimina chi cerca di ostacolarti.

«Non avrei mai pensato di vedere l'assassino dei Battaglia...insomma la nostra è una faida che va avanti da molti anni e nessuno ha mai voluto seppellire l'ascia di guerra. Un nome è un nome, e va portato in alto con orgoglio» spiega papà «ma...non mi sottometto a nessuno, perché i Ricci avranno ciò che si aspettano da anni».

«Mi dispiace papà» dice d'improvviso Pietro, tenendo la testa bassa.

«Non importa, hai sbagliato e hai imparato...ma non farlo mai più, almeno senza prima consultarmi» alzo gli occhi al cielo, perché sbaglierà in continuazione e dopo cosa succederà, ci ritroveremo a dover combattere con altri boss "emergenti" per colpa sua? Assurdo.

DINASTIE || Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora