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Quando arrivava la sera, e il sole lasciava spazio all'oscurita, i due ragazzi erano soliti sedersi su una panchina lontana e osservare in totale silenzio le stelle che tra pochi istanti avrebbero ricoperto il cielo grigio.
Lei con un pacchetto di patatine al formaggio aperte sul momento, lui invece con una birra in mano che beveva assiduamente. Chiacchieravano fino alla sfinimento, fin quando non scompariva la voce, la ragazza gesticolava e mangiava mentre lui la guardava con un sopracciglio alzato.
Infine ridevano, a crepapelle, tanto che la ragazza faceva fatica ad ingoiare quelle patatine disgustose. Non avevo mai capito il protagonista dei loro divertimenti, erano giovani e felici e in momenti come quelli cercavano soltanto di cancellare i problemi in quel breve momento di felicità.
Finite le patatine e i litri di birra sì stendevano in silenzio sul prato, delle volte bagnato a causa della pioggia che in quelle settimane era fissa ad Hawkins, il ragazzo stendeva un braccio e lei con fare sicuro sì appoggiava delicatamente sul suo petto caldo. Erano giorni che portava la stessa maglia, che aveva uno strano odore di erba e fumo, ma a lei non era mai importato.
Sì avvicinò più a lui chiudendo gli occhi, il sorriso stampato sul suo volto nessuno lo avrebbe mai cancellato. I capelli lunghi del ragazzo le solleticavano la fronte rilassata, la presa sulla sua maglia era forte e tenace. Non voleva più lasciarlo, sì aggrappava a lui come un'ancora.
Immersi nel silenzio con in sottofondo solo il rumore dei loro cuori che battevano all'usignolo, la giovane ragazza gli massaggiava l'addome mentre lui sospirava. La presa sui suoi dolci capelli biondi scuri era cambiata, era diventata più stretta ma senza alcuna malizia.
«Queste stelle mi ricordano la mamma.»
Aveva mormorato, dopo secoli di silenzio, la bionda vicino a lui. L'aveva pronunciato senza pensare, con le stelle sopra le loro teste. Alzò il volto verso il ragazzo, le mani ancora appoggiate sul suo petto. «Scusami Eddie, è stato più forte di me.»
