CAPITOLO XXXVI

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Dopo un tempo indefinito tra le braccia di sua madre lui si era alzato senza dire nulla e lei lo aveva lasciato fare, consapevole che era giusto lasciargli un po' di spazio ora. Chiusa la porta della sua camera alle spalle, si fionda sul letto, sprofondando nel cuscino morbido. Se lo ricorda bene quel profumo di ammorbidente, da sempre sua madre usa quel prodotto quando fa la lavatrice. È un mix di lavanda e cumino; gli ricorda l'infanzia, le estati in cui le dava una mano a stendere i lenzuoli ad asciugare al sole in giardino. All'inizio, sopratutto in casetta, aveva fatto molta fatica ad abituarsi alla mancanza di quel profumo ed ora che finalmente, dopo mesi e mesi, torna a dormire nel suo letto, gli sembra quasi surreale sentirlo di nuovo.
Sua mamma è una donna molto comprensiva e dolce, ma sopratutto è estremamente riservata: deve aver fatto appiglio a tutte le sue forze per mettere sul tavolo l'argomento. In passato, quando ancora era all'interno del programma, lui aveva avuto modo, grazie a Maria, di parlare con i genitori, i quali avevano fatto notare come fossero contenti della simpatia che si era creata tra lui e la ballerina. Luigi fermo lì aveva immediatamente fermati: «Non ne voglio parlare. Sono dinamiche complesse. È meglio essere solo amici» e loro avevano capito; a parte qualche raro episodio il nome di Carola era poi sempre rimasto un taboo, non solo nelle loro conversazioni ma anche per le riflessioni di Luigi stesso. Pochissime volte si era realmente interrogato sul sentimento che prova per lei, e ognuna di quelle si era sempre fermato prima di giungere a una conclusione, troppo spaventato dalle conseguenze che si sarebbero abbattute su di lui. Ammettere con se stessi di amare una persona e poi doverci stare lontano a tutti i costi è terribile e lui aveva preferito non rischiare di dare alla luce quel sentimento. Solo che quel sentimento evidentemente era più forte di quello che credeva: ancora resiste, non passa, un po' come lo scaccia pensieri nella veranda di casa, che imperterrito fronteggia le avversità senza frantumarsi. Ogni tanto lui faceva capolino nella sua testa, si faceva strada attraverso il suo cuore, giusto per ricordare a Luigi che c'era ancora. Per la prima volta oggi Luigi si guarda dentro, si mette a nudo con se stesso e ... fa male.  Non sa esattamente cosa prova per lei, una cosa è certa, un sentimento c'è e per la prima volta lo realizza.
Sentimento deriva dal latino sentire: percepire con i sensi. Lui la sente Carola, anche se non è li con lui in quella stanza, nella sua cameretta, sente il suo profumo, vede i suoi occhi nocciola e se si forza attentamente può sentire ancora il tocco delle sue piccole mani sulla sua pelle.
Affonda la testa nel cuscino, cacciando un urlo silenzioso mentre i flashback attraversano la sua testa come lame taglienti. «Spero per Carola, dico» ... «È stata la scapola».
È doloroso, così doloroso da togliergli il fiato.
«Non avrei mai immaginato di attaccarmi o di innamorarmi»... «Ti sei calmata?» ... «Non voglio che smetti di scherzare con me».
Il vortice di emozioni che gli pervade l'anima, innondando ogni sua piccola cellula, fino ad arrivare al suo povero cuore, è come uno tsunami e lo lascia steso con la faccia nel cuscino a piangere a dirotto. Carola che ride, Carola che lo abbraccia cingendogli il collo con le sue esili braccia e Carola che lo ascolta cantare, con quegli occhi rapiti... Carola, semplicemente Carola. Le parole di sua madre risuonano tuonando nella sua testa: «La paura fa bene, significa che hai qualcosa da perdere» e lui di paura ne ha tanta, anzi tantissima. E se non funzionasse? E se arrivassero a distruggersi annullandosi? I suoi dubbi risuonano prepotenti nella stanza facendola diventare minuscola, troppo stretta, tanto da fargli mancare l'aria. "Non posso" pensa ricordano sua madre. Si è fatto prendere dalla paura già troppe volte, è arrivato il momento di rischiare, viversi questo sentimento senza timori. Pensa a cosa succederebbe se lui continuasse così, rinnegando quello che prova: Carola andrebbe avanti, il tempo passerebbe fino a portarla via per sempre dalla sua vita, ancora più lontana di quanto già ormai non lo sia. Se la immagina mano nella mano con un altro, sorridente al loro primo appuntamento, le uscite in coppia con gli amici, la casa grande con un guardino in cui corre un cane, lui che la stringe forte e che le dice che la ama e la bacia piano davanti ad uno stupidissimo film che hanno visto e rivisto, mentre i bambini dormono in stanza. Carola sarebbe felice, lo sarebbe davvero ma senza di lui. Luigi sarebbe per lei solo un ricordo lontano, un puntino in un'universo di attimi vissuti. Magari un giorno dirà ai propri figli: «Lo vedete quello in tv che canta? Ecco era un amico di mamma». Luigi chiude gli occhi, mentre le lacrime scorrono copiose lungo le sue guance. La consapevolezza, che questo accadrà sicuramente se lui non fa un passo verso di lei ora, lo colpisce forte al petto: può affrontare tutto nella vita, tranne l'idea di perderla per sempre. Il dolore che scaturirebbe se tra loro non funzionasse sarebbe nulla a confronto.
Si rigira a pancia in su, fissa per un secondo le pale del ventilatore muoversi sopra la testa e poi si volta verso la piccola sveglia rossa sul comodino. È tardissimo, è ormai l'una e mezza di notte. Carola probabilmente starà dormendo: gli occhi chiusi, i capelli spettinati e la bocca leggermente dischiusa.
Prende il cellulare, allungando la mano e rischiando di fare cadere la sveglia e cerca il suo nome in rubrica, con le mani tremanti, dal pianto e dalla paura. "Non sta succedendo davvero" pensa premendo il pulsante di chiamata e portandosi l'iPhone all'orecchio. Sta per sentire di nuovo la sua voce, ancora non riesce a crederci. Ancora non sa bene cosa le dirà, l'unica cosa è certa è che ha bisogno di lei nella sua vita, un bisogno vero e puro, e lei deve saperlo. Per la prima volta realizza questo e per la prima volta sente che sentire la mancanza di lei non è poi così sbagliato, è solamente frutto uno strano scherzo del destino, che fa incontrare due persone e le lega per sempre. "Quel filo rosso che ci unisce" canta Ultimo, ecco, quel filo tra Carola e Luigi non si è mai spezzato, neanche con tutta la buona volontà di lui nel scordarsi di lei. Per qualche stranissimo motivo lui e lei si appartengono ed è così ovvio da star male, ovvio come il sole che sorge alla mattina, ovvio come il sapore di sale che ti resta sulla pelle dopo una giornata di mare e ovvio come il ticchettio del tempo perso che non torna più. È pronto a dirle tutto questo, spiegarle che quello che prova per lei è qualcosa di talmente profondo da non avere nemmeno un nome per cosi dire, e per questo ha bisogno di tempo per scoprirlo insieme a lei, perchè si potrebbe non funzionare tra loro ma diamine, potrebbero essere insieme il "piu grande spettacolo dopo il big bang". Luigi sa che probabilmente dirà tutto in un modo troppo contorto e la piccola Carola rimarrà confusa e con la sua voce dolce ed assonnata, vista l'ora, sussurrerà che non ha capito nulla. Non è mai stato bravo con le parole. La musica è un'altra cosa ma questo... le dichiarazioni non fanno per lui, gli si impasta la lingua e gli escono dei monosillabi, oltretutto poco chiari e sconnessi tra loro. Si aspetta questo ma più di tutto si aspetta di sentire la voce di lei. "Gigino" risuona nella sua testa. Sorride per un attimo e poi si rabbuia perchè realizza che tutto questo non succederà.
«Il numero da lei chiamato è inesistente».

Ciao a tutti! So che aspettavate con ansia questo capitolo! Premetto che è solo uno step nel percorso di Luigi, ma è stato il primo ed è veramente importante. Spero di essere stata all'altezza nel descriverlo. È un po' più lungo degli altri ma mi auguro che vi sia piaciuto comunque. Fatemi sapere, un bacio! 💕
-Eli

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