Luigi serio prende il suo zaino ed oblitera il biglietto.
«Ti rivoglio qua per ora di pranzo, inteso? Ti aspetto in stazione e andiamo immediatamente al firma copie. Dobbiamo promuovere il tuo nuovo singolo» si raccomanda Daniela dandogli una pacca sulla spalla. «E tieni bene quello zaino, ti verrà mal di schiena sennò. Hai le mascherine con te?».
«Tranquilla Dani, ci vediamo domani» risponde incamminandosi per salire sul treno diretto a Como.
«Miraccomando».
«Tranquilla» la rassicura sorridendo.
Il treno è quasi vuoto, prende posto in un angolo, vicino al finestrino e inforca le cuffie, sperando di passare inosservato. Tira su il cappuccio della felpa grigia che indossa, indispensabile per affrontare il lungo viaggio con l'aria condizionata a mille. "Sembra di stare al polo nord" pensa grato di averla portata con se quest'oggi. Imposta la sveglia sul telefono per assicurarsi che quando dovrà cambiare sarà in condizioni di farlo e non sarà addormentato con la bava alla bocca.
«Posso sedermi?» chiede un anziano, indicando il posto vuoto a fianco a lui.
«Certo» sorride cordialmente, anche se a causa della mascherina il signore non può notarlo.
«Dove è diretto?» chiede l'anziano, togliendosi il cappellino blu dalla testa e mettendo in tasca il biglietto del treno.
«Como. Vado a trovare un amico»....
Manca davvero pochissimo all'arrivo in stazione e Luigi non vede l'ora di scendere da quel maledetto treno. Lasciatosi alle spalle il signore che era salito con lui a Roma, e dopo due cambi, finalmente era arrivato il momento di scendere.
Luigi appoggia la testa contro il finestrino, stanco e un po' assonnato per la noia. Controlla per la milionesima volta il cellulare e come sempre rimane deluso. C'è solamente una notifica di Rose, che ignora volutamente, lei è l'ultimo dei suoi pensieri al momento.
Rose: Hei, ci stiamo vedendo pochissimo ultimamente. Che fai stasera?
Il sesso con lei non è più così divertente, o meglio, lo è ma lo lascia inappagato in qualche modo e per qualche motivo si sente di stare tradendo se stesso ogni volta che la vede.
È passato quasi un mese da quando ha passato è stato in Calabria l'ultima volta e quindi da quando ha realizzato che quello che sente per Carola esiste e non se ne andrà mai, anche se ha finto per tantissimo tempo del contrario. Ha provato a contattarla usando Instagram, Facebook, ma nulla: nessun riscontro. Carola sembra essere sparita dalla faccia della Terra. Neppure alle e-mail in cui gli chiedeva di richiamarlo al più presto, aveva risposto.
Ha contatto tutti i ragazzi del programma, persino Maria, ma tutti gli avevano risposto di non sapere niente di niente, che anche loro non avevano avuto modo di sentirla recentemente. Si era persino recato a teatro, chiedendo dove provassero i ballerini, ma che li nessun riscontro. «È un'informazione riservata» aveva risposto chiunque interpellasse dentro quelle quattro mura. È così era andato avanti, giorno dopo giorno, sperando di ritrovarsi una sua chiamata, un segno di vita da parte della ballerina. Nel frattempo la sua nuova canzone Riflessi stava facendo registrare ottimi numeri e l'uscita del videoclip di Tienimi Stanotte era stata un successo. La critica lo elogiava e le radio non facevano altro che chiedergli interviste su interviste: Luigi è sull'onda del successo e niente sembra poterlo fermare. Eppure non è felice, eppure nonostante i risultati e la fama, si sente un contenitore vuoto. Ora che ha accettato quanto a lei tenga, ha bisogno di lei, ora più che mai. Tante volte durante questo mese aveva maledetto il giorno in cui si era lasciato andare e aveva scavato dentro di se, tante volte avrebbe voluto non farlo, per non sentire il peso che da quel momento si porta dietro, un macigno sul petto che non lo fa dormire bene e gli fa mancare l'aria ogni volta che il cellulare vibra.
«Prossima fermata Como» tuona la nota voce di Trenitalia. "Grazie a Dio" pensa. Riprende il cellulare tra le mani, che nel frattempo aveva riposto nello zainetto, e scrive rapidamente, digitando sulla tastiera:
Luigi: Ci sono quasi. Qualche minuto...
Il treno si ferma e scende rapidamente guardandosi intorno.
«Devi metterti gli occhiali sai? Sono qua» esclama Alex venendogli incontro.
«Se stai nascosto dietro una colonna... sai com'è, non ti vedo per certo».
Luigi lo abbraccia forte: «È bello rivederti».
Dopo diverse pacche sulla schiena Alex si scosta e con un sorriso sincero esclama: «Andiamo a casa, mia mamma ha preparato tanto di quel cibo per cena da star male».
«Non vedo l'ora di mangiare qualcosa, sto morendo di fame».
Luigi segue l'amico fuori dalla stazione, fino alla sua macchina. «Sali» lo incita. Lui ubbidisce e sulle note di Notti in bianco di Blanco, Alex mette in moto, partendo in diretto a casa sua.
«Allora? Come sta andando? Vai fortissimo in radio» esclama.
Luigi sorride: «Abbastanza. Hai visto il videoclip?».
«Se l'ho visto? La domanda è chi non l'ha visto. È fatto benissimo, sei un bravo attore Gigi».
«Forse perché so fingere bene».
«Questo lo sapevo già, sei bravo, soprattuto a fingere che non ti importi quando invece non è così».
«Alex...».
«Scusa, non volevo» aggiunge immediatamente seriamente dispiaciuto per la frecciatina che gli ha lanciato.
«Non devi scusarti, volevo parlarti proprio di questo questa sera».
«Dopo cena parleremo di tutto quello che vuoi , prima ne dubito, perché sarai monopolizzato da mia madre, ti avviso già in partenza».
Luigi si lascia scappare una risata: «Non vedo l'ora».
«È da questa mattina che cucina e sistema la casa, aspettati un trattamento da re».
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IL MIO SBAGLIO SULLE OSSA
FanfictionE se tutto non fosse così complicato come sembra? "Con fare deciso entra in stanza lasciandolo sull'uscio. «Che fai, hai intenzione di restartene lì a fissarmi allungo?». «Perché, cos'altro vorresti che facessi?» ammicca serio chiudendo la porta ma...