Handcuffs

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"Elizabeth" disse lo zio di Eddie aprendo la porta del trailer
"Salve signor Munson" lo salutai
Mi fece entrare e chiuse la porta alle mie spalle.
"Eddie non è ancora arrivato, penso sia a scuola. Stavo giusto per fare il caffè, ne vuoi un po' ?" mi chiese spostandosi in cucina.
"Si grazie. Eddie aveva l'Hellfire dopo scuola, dovrebbe arrivare a momenti"
"Tranquilla, puoi aspettare qui, ormai vedo più te che lui" sorrise porgendomi il caffè.
Sorrisi ringraziandolo.
"Anzi non ti ho mai ringraziato" ammise sedendosi davanti a me
"Ringraziarmi? Perché dovrebbe?" domandai
"Mio nipote... da quando stai con lui lo vedo più felice. Non è mai stato un ragazzino come gli altri; lo prendevano sempre in giro. Stava sempre da solo a leggere quegli stupidi fumetti e dopo averli letti tutti li vendeva per aiutarmi con le spese. I suoi genitori non hanno lasciato niente, me l'hanno lasciato un pomeriggio e non sono più tornati. Mi ricordo come li cercava" si fermò e fece un sorriso amaro.
Eddie non mi aveva mai raccontato niente, non voleva cedere ai brutti ricordi.
"Una settimana dopo la notizia era arrivata a tutti: l'avevano abbandonato. A scuola iniziarono a prenderlo in giro, a fargli credere che non lo volevano più perché era maledetto. Lui mi diceva che non ci credeva ma io lo sapevo che ci stava male, li sentivo piangere la notte. Al liceo, Dio sa solo come ci è arrivato, ha trovato quel gruppo di amici e te. Lo vedevo che entrava a casa con un sorriso stampato in faccia, all'inizio non mi voleva dire che cosa stava succedendo, ma quando ti ha portato qua l'ho capito subito da come ti guardava, anzi, da come vi guardavate. Quindi si, ti voglio ringraziare per aver reso felice mio nipote, io non ci sono riuscito." Abbassò gli occhi
Avvicinai la mia mano alla sua e gliela strinsi "Lei ha fatto un ottimo lavoro con Eddie. È stato l'unica figura che gli ha fatto sia da madre che da padre. Deve essere fiero di ciò che ha fatto. Non glielo dirà spesso ma io lo vedo quanto le vuole bene. Non deve pensare che non lo rende felice, lui è orgoglioso di essere stato cresciuto da lei, di essere l'unico padre che lo ha realmente amato".
Alzò lo sguardo a guardarmi con gli occhi lucidi, stava per dire qualcosa ma la porta si aprì.
"liz è..." Eddie si fermò guardando suo zio
"Che succede?" chiese avvicinandosi.
Guardai il signor Munson, che guardava da tutte le parti tranne che Eddie.
"Niente, mi stava raccontando qualche episodio imbarazzante di quando eri piccolo" Risi guardando l'espressione di Eddie.
"Oh e dai zio che le hai detto?" si passò una mano sul viso
Suo zio mi guardò e rise velocemente "Solo di quella volta in cui ti sei fatto la pipì addosso mentri eri nella vasca da bagno e hai cercato di coprirla con le bolle di sapone" Cercai di nascondere una risata con la mano
Eddie mi prese la mano e mi condusse nella sua stanza.
"Basta zio, non ti farò più parlare con lei"
sorrisi sedendomi sul suo letto.

Finalmente eravamo insieme. Mi alzai e gli andai incontro dandogli un bacio. Mi strinse i fianchi e intensificò il bacio.
"Mh a che cosa devo tutto questo?" Mi chiese lasciandomi un bacio sulla punta del naso.
Gli misi le braccia intorno al collo "Mi sei mancato, tutto qui. Ormai passi più tempo con mio fratello che con me, vedi che sono gelosa" Scherzai lasciandogli un bacio a stampo.
Sorrise. "Hai ragione ma c'è questa nuova ragazza.." lo fermai allontanandomi.
Una ragazza? da quando c'erano ragazze nel club?
Incrociai le braccia e lo guardai con uno sguardo omicida "Quale ragazza?"
Scoppiò a ridere cercando di abbracciarmi
"Dai sto scherzando non c'è nessuna ragazza. Sei bellissima quando fai la gelosa" mi accarezzò il viso e ci sdragliammo sul letto.

Poggio la testa sul mio petto e mi strinse i fianchi con le sue braccia. Questi erano i momenti che preferivo di più con lui. Non era il ragazzo che tutti vedevano, si lasciava andare, era dolce e premuroso.

Gli accarezzai i capelli e gli lasciai un bacio sulla testa.
"Ti amo" sussurrò
Sorrisi d'istinto. "Ti amo anch'io".

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"Eddie te l'ho detto, non ho idea di come si suoni la chitarra" dissi buttandomi sul letto.

Era domenica e stava piovendo da ore ormai. Avevamo passato tutto il giorno a letto tra un bacio e l'altro e adesso Eddie aveva iniziato a suonare la sua chitarra.
Amavo vederlo suonare, era bravissimo.

Eddie Munson: fake scenariosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora