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C: "Sono a casa!"urlai per farmi sentire dai miei genitori.

Mamma: "Ciao Claudia!"mi salutò mia madre urlando dall'altra parte della stanza.

C: "Io sono di sopra!"gli avvisai iniziando a fare la scale.

M: "Va bene!"mi gridò dall'altra stanza mia madre.

Salì di corsa le scale e chiusi la porta alla mie spalle, buttando poi con non curanza lo zaino in un angolo della camera.

Ero così felice.
Inspiegabilmente felice.
Penso che quel sorriso non me lo avrebbe tolto nessuno, mentre quella sensazione allo stomaco rimaneva ancora lì.

Mi misi sulla sedia della scrivania.
Tirai fuori un foglio bianco e il mio walkman.

Misi le cuffie e feci partire la musica.
Mi abbandonai tra le note della mia canzone preferita e lasciai che la mia mano si muovesse da sola sul foglio bianco.

Amavo disegnare!
Disegnavo per tutto il giorno, ma anche se lo facevo per così tanto tempo, non mi stancavo mai.

[...]

E anche oggi la giornata finì e arrivò l'ora di cena.

Sta sera saremmo state solo io e mia madre.
Mio padre era andato al lavoro, aveva il turno di sera.

Scesi e mi andai ad accomodare al mio solito posto a tavola.

Mangiammo in perfetto silenzio, ma sinceramente non avevo voglia nemmeno di parlare, ero troppo impegnata ad ascoltare i miei pensieri.

Sparecchiai e mi avviai verso camera mia.

C: "Torno di sopra!"dissi a mia madre, ma venni subito fermata da lei.

M: "Asepetta!"disse uscendo dalla cucina con un asciugamano in mano.

C: "Che c'è?"chiesi io, anche se forse sapevo già cosa volesse.

Stranamente oggi non ne aveva parlato...

C: "Ti avevo detto di avvisarti se tardivi ieri sera!"mi disse guardandomi dritta negli occhi.

Ero sicura che volesse parlare di questo.

C: "Lo so, ma ho perso la cognizione del tempo e non ho visto che ore erano!"gli spiegai.

M: "Hai fatto arrabbiare tuo padre!"

C: "Non è colpa mia se non vi fidate!"azzardai io a commentare facendo arrabbiare mia madre.

M: "Non permetterti di risponde così!"disse avvicinandosi pericolosamente.

C: "Scusa!"

M: "Ci sarà un motivo perché non ci fidiamo più!"

C: "Ancora e ancora e ancora...
Sempre con questa storia!
Sono passati due anni ero solo una ragazzina!"aumentai il volume della voce facendo sparire la gioia in me sostituendola con la frustrazione.

M: "E meno male eri solo una ragazzina, chissà cosa potresti fare adesso!"

C: "È stata colpa di Katnees, non mi ero resa conto di chi fosse!"

Con le discussioni arrivavo sempre a questo punto: io che incolpavo Katnees.

Avevo quasi sperato di superare la prima settimana a Hawkins senza che il passato mi aggredisse, strappando via il mio fragile strato di calma, ma a quanto pare non c'ero riuscita.

Mi dispiaceva, ma era vero.
Se io avessi aperto gli occhi prima, ora i miei genitori non mi tratterebbero come una dodicenne.
Ma quella volta mi fidai solo perché pensavo che lei fosse una vera amica, dopo tanto tempo.
Ne avevo bisogno.

~ Eddie the nutty Munson ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora