CAPITOLO XLVI

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"Che l'amore fosse una cosa delicata? Direi piuttosto che sia troppo rude e troppo aspra, e infine troppo violenta: e punge come uno spino".

Luigi esattamente come diverso tempo prima si trova davanti al teatro in cui lei si dovrà esibire, con le stesse paure ma con molte consapevolezze in più. Rimane un secondo a fissare la maestosità di quell'edificio e si accoda alle altre persone in direzione dell'ingresso. Mostrato il biglietto, oramai tutto stropicciato, ai controlli, si dirige verso il suo posto e si siede nella poltroncina rossa in terza fila, sulla sinistra. È teso, le gambe gli tremano. "Respira" pensa stringendo i pugni. Mancano pochi minuti, gli spettatori hanno infatti preso quasi tutti posizione e ci sono ben poche poltrone libere. A fianco a lui prende posizione una signora anziana accompagnata probabilmente dal marito. «Bonsoir» sussurra cordiale lei.
«Bonsoir» ribatte lui sorridendo, con una pronuncia alquanto discutibile.
«le spectacle est sur le point de commencer» dice poi lei rivolta al marito che annuisce mostrandole il volantino dello spettacolo.
«Le rôle de Juliette est joué par cette danseuse » indica.
«Carola? Elle s'appelle ça ?».
«Oui»
«Elle est magnifique» sorride lei guardando l'immagine della piccola Carola.
Luigi osserva la scena, comprendendo la metà delle parole ma afferrando il senso del discorso a pieno. "Aspettate di vederla ballare" pensa orgoglioso di lei.
«Tu as raison ma chère. Cette danseuse à la place...shh le spectacle commence».
Le luci si spengono e il tendone inizia a salire piano, mostrando una scenografia ben fatta, ma a Luigi non importa: ha solo occhi per lei.  Carola resta ferma un attimo, nel silenzio assoluto della sala, con la testa chinata e poi, non appena parte la musica, ecco che anche lei inizia a danzare.
Si muove sinuosa, volando sulle punte e distribuendo magia. Riempie gli occhi degli spettatori di stupore puro, quello che solo un bambino può provare davanti alla magia di un attimo fatato. Vola Carola, danza sulle note di un incantesimo perfetto, usa il suo corpo come fosse un pennello e dipinge un quadro che solo chi sa amare può vedere. Le linee delicate, le gambe lunghe, i lineamenti dolci del suo viso che si stagliano controluce. "Wow" pensa, esattamente come la prima volta che l'ha vista danzare. Senza fiato si abbandona, lascia che tutto il suo essere sia innondato di quella perfezione che lei trasmette. Vuole lottare per lei, vuole che quella perfezione sia solo sua, toccare la pelle bianca, stringerla, baciarne ogni centimetro. "Ti amo Carola e niente potrà cambiarlo" pensa deciso.

...

Lo spettacolo è finito, il tendone è sceso è il pubblico dopo una standing ovation è un applauso durata un infinità, sta lasciando il teatro in maniera ordinata.
Carola durante i ringraziamenti si è mostrata sul palco in tutta la sua eleganza, facendo un inchino profondo. Luigi la guardava, con un sorriso ebete di chi è consapevole che quello che ha davanti è la cosa migliore che gli potesse capitare nella vita. Sicuramente lei non si è accorta di lui tra la folla, ne è consapevole ma spera davvero che l'orgoglio è l'amore che prova le siano arrivati.
«Pardon» bisbiglia una coppia urtandolo. Luigi è ancora lì, su quella stupida poltroncina, immobile senza sapere cosa fare. "Sei qui per lottare per lei" pensa osservando il palco ormai vuoto. "Non è il momento di tirarsi indietro".
Si alza di scatto e si guarda intorno alla ricerca di un modo per andare nei camerini ed incontrarla. Si avvicina al palco, cercando di evitare le persone che vanno nella direzione esattamente opposta alla sua. Non è molto pratico di teatri, soprattutto quelli francesi, ma è piuttosto certo che nel sotto palco ci sia un passaggio per il dietro le quinte e quindi i camerini. Certamente potrebbe salire semplicemente sul palco ed accedervi ma sarebbe  scoperto immediatamente e quindi fermato da chi di dovere, pertanto si insinua furtivo e come immaginava, eccola la piccola porticina. Fortunatamente è aperta ed entra con estrema facilità.
Inizia a percorre il piccolo corridoio, cercando di non dare troppo nell'occhio, consapevole che li non ci potrebbe proprio stare. D'improvviso dal dietro le quinte appaiono due ballerine, che prendono a camminare davanti a lui, ignorandolo totalmente.
«Sono contenta! È andata alla grande. Domani le prove a che ora sono?» esclama quella più alta delle due, che nemmeno ricorda di aver visto sul palco, diretta alla sua compagna che le cammina al fianco.
«Alle 15:00, non qui però. Nella palestra di via Le Fayette, ricordatelo».
«Certo, secondo te quanto ci metteremo? Domani sera vorrei andare a quella festa di cui ci ha parlato Martina».
«Alle sei siamo fuori, tranquilla tesoro» .
Luigi le ascolta chiacchierare, seguendole, nella speranza che possano portarlo ai camerini e quindi dalla sua Carola. Ad un certo punto una di loro si volta nella sua direzione e chiede: «Tu chi sei?».
«Ehm...».
«Qualcuno che qui non deve starci» sbotta una voce maschile nota alle sue spalle e le ragazze fanno immediatamente un passo indietro.
«Giovanni» lo fulmina Luigi voltandosi ed incontrando il suo sguardo.
«Ciao. So cosa ci fai qui. Vattene, lascia perdere».
«Non sono affari tuoi» sbotta lui in cagnesco.
«Invece si, eccome se lo sono ed è per questo che è meglio che te ne vai subito».
«Non sei nessuno per dirmi cosa devo fare».
«Qui sbagli. Lei sta con me ora. Tu non hai neanche la minima idea di quanto abbia sofferto per te e di quanto tempo le sia voluto per stare meglio. È felice ora: abbi la decenza di non rovinarle più la vita». In questo momento Luigi vorrebbe davvero prenderlo a pugni ma se che non è la scelta giusta. «Quando le avrò parlato sarà lei a decidere» ribatte.
«No, tu le devi stare lontano e basta. Non ti vergogni a venire a incasinarle la vita di nuovo adesso, dopo tutto questo tempo?». Giovanni allarga le braccia poi si volta indietro. "No, non ora" pensa Luigi vendendo arrivare un inserviente della sicurezza.
«Il ragazzo qui non è autorizzato».
«Mi mostri il pass» chiede con voce ferma l'uomo.
«Come immaginavo... lei qui non ci può stare» aggiunge vedendo che Luigi non ubbidisce, mettendogli una mano sul braccio.
«Non c'è bisogno che mi tocchi» sbotta Luigi furioso. «Me ne vado».

Allora cuori! Opinioni? Che pensate di Giovanni? Riuscirà Luigi a portargliela via? Fatemi sapere! Un bacione❤️
-Eli

IL MIO SBAGLIO SULLE OSSADove le storie prendono vita. Scoprilo ora