Ciao a tutt*!
Era da un po' di tempo che non tornavo a rileggere "Ignaro che ti sto facendo a pezzi"; in realtà non ho riletto tutto, anche se dovrei farlo, e sono certa che ci saranno ancora degli errori (orrori) da correggere. Quando ho iniziato a scrivere questa storia, in realtà, non immaginavo che sarebbe andata oltre il primo capitolo, ho visualizzato per la prima volta Mario e Giovanni nella mia mente in maniera molto casuale. Quando mi capita di scrivere funziona sempre allo stesso modo, inizia con un certo lasso di tempo libero che occupo ascoltando musica, e la cosa strana è che ho passato anni ed anni della mia vita ad ascoltarla. Quando dico anni non è per caso, ho sempre preso questo aspetto della mia vita molto seriamente: per me tornare a casa, stare seduta sul letto o sulla poltrona in silenzio a godermi la musica è un momento sacro. Quando per la prima volta immaginai la scena descritta nel primo capitolo pensai immediatamente a due ragazzi completamente diversi tra loro, ma con un legame talmente forte da poter essere osservato anche da lontano, una famiglia con troppi problemi e segreti celati da anni, e un periodo storico che non penso abbia bisogno di altre presentazioni. Non ho mai pensato di essere troppo brava a scrivere, mi dico sempre che per me rimarrà soltanto un passatempo, un modo per sfogare la mia creatività e le mie idee, o per evadere dalle giornate che spesso sembrano essere tutte troppo uguali.
In quest'ultimo periodo mi sono presa del tempo per pensare nuovamente a questa storia, anche per via del secondo volume che ho iniziato già da un po' di giorni. Ci vorrà forse troppo tempo prima di completare tutto, prima che questo progetto arrivi ad una conclusione definitiva (contando che ogni giorno inizio 20 cose nuove per portarne a termine soltanto 2 di queste); e ho pensato anche al fatto che avrei dovuto cambiare quella che è stata la playlist iniziale che avevo deciso di adottare per la storia. "Running up that hill (a deal with God)" di Kate Bush è stata la canzone che mi ha accompagnata nella stesura del primo capitolo; grazie a lei ho visualizzato quasi tutti i personaggi principali che poi sono finiti veramente all'interno della storia. Ma ad oggi sento che questo testo non renda del tutto giustizia a quella che poi è diventata la trama vera e propria del primo volume. Ho deciso, come avrete visto, di cambiare totalmente strada in questo senso, e non mi sono sentita di fare troppe ricerche perché senza troppi sforzi questo nuovo testo è venuto da sé. Essendo la storia ambientata principalmente in Sardegna, e concepita anche grazie alle esperienze e agli insegnamenti (nel bene e nel male) che vivere in un piccolo paesino mi ha dato, ho deciso di "utilizzare" come brano principale tutt'altra tipologia di musica.
I Tazenda sono una band abbastanza conosciuta in Sardegna, e forse anche al di fuori dell'Isola. Vinsero il festival di Sanremo nel 1992, ma con un altro brano; quando presentarono "Disamparados" purtroppo non ci fu una vittoria. Ma penso che sia stata proprio la partecipazione al festival a rendergli più conosciuti all'interno del panorama musicale, anche al di fuori della stessa Sardegna. A proposito del brano, Andrea Parodi (voce e storico componente del gruppo) disse "Disamparados significa rifiutati, emarginati, abbandonati. Sono i bambini che si lasciano sulle autostrade, sono i vecchi che si trascurano, sono tutta quella parte del mondo che vive con i rifiuti della nostra società". La canzone vinse poi la targa Tenco e ottenne un'ovazione dal pubblico del festival nonostante il risultato; per permettere a tutt* di comprendere il testo ho inserito la traduzione appena sotto il verso scelto.
Quello che vedete nella foto è l'abito tipico di Orgosolo (quello femminile), oggi questi abiti non si usano più se non per particolari occasioni, ma rimangono comunque un pezzo fondamentale della storia sarda. Ogni paese ne ha uno tutto suo, diverso dagli altri anche solo per pochi dettagli; in alcuni sono presenti più gioielli, cambiano i colori, i ricami o il tessuto utilizzato. All'interno della storia ho voluto "omaggiare" l'abito con flashback da parte di Antonia, dove racconta la vestizione durante il giorno del suo matrimonio, con i termini giusti che indicano i vari "pezzi" (passatemi il termine) dell'abito.
Spero di non avervi stressato troppo, lol
Giuro che questa sarà l'ultima
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Ignaro che ti sto facendo a pezzi | Vol. I #wattys2022
Ficción históricaNel 1915 anche la Sardegna viene sconvolta dall'avvento del primo conflitto mondiale. Sembrava tutto così lontano, e invece anche le vite tranquille di due giovani ragazzi, Mario e Giovanni, cambieranno da un momento all'altro. Il legame che unisce...