Il lenzuolo di lino lo ricopriva soltanto per metà, il respiro ansante colto da un senso di ansia e oppressione. Non riusciva a respirare. Sentiva i suoi polmoni implorare per un po' d'ossigeno in più, che tuttavia non arrivava. Il suo corpo si contorceva sul materasso, la coperta scivolò lontano dalle sue caviglie. Si impose di svegliarsi, eppure pareva quasi essersi dimenticato come si facesse. Diversi minuti dopo si sedette di scatto, la fronte grondante di sudore, le ciocche di capelli rosse spiaccicate sopra, il respiro che non accennava a placarsi così come anche il suo battito cardiaco che superava sicuramente il numero di battiti al minuto consono per le persone normali. Si guardò attorno spaesato. Gli girava la testa, quindi vedeva tutto un po' sfocato.Tastò la mano sul lato del materasso di fianco a sé e l'agitazione si impossessò di lui come un demone maligno. La sera precedente, per quello che ricordava, aveva dormito nel medesimo letto di Dazai, particolarmente provati dopo aver fatto ancora una volta l'amore. Ciononostante, quella mattina su quel letto era da solo. Non doveva stupirsi più di tanto, insomma, era abituato ad essere abbandonato da lui no? Quella non sarebbe stata altro che l'ennesima volta in cui Chuuya si fidava di lui come un idiota. Si strinse una mano al petto, afferrando la stoffa della maglietta, di qualche taglia più grande, che lo faceva più piccolo di quel che era, cercando in tutti i modi possibili di regolarizzare il respiro. Nonostante tutti i suoi sforzi continuò ad annaspare alla ricerca di aria. Doveva calmarsi, agitarsi per quell'idiota non sarebbe servito a lui. Era conscio di ciò, tuttavia non poteva fare a meno di starci male. Non era la prima volta che veniva colto da un attacco di panico, tuttavia gli era spesso risultato complicato calmarsi in quel tipo di situazioni, seppur ci fosse abituato da anni, impiegandoci alle volte addirittura una mezz'ora o giù di lì.
D'un tratto un rumore metallico, proveniente da un'altra stanza, catturò l'attenzione del rosso. Spalancò gli occhi.
E se...?
Si fiondò letteralmente fuori dal materasso senza nemmeno pensare. Fu così repentino nei suoi movimenti che, a causa di una fitta di dolore dietro la schiena, ruzzolò sul pavimento. Gemette dal dolore e istintivamente si portò una mano nella parte inferiore della colonna vertebrale. “Quello sgombro ci è andato pesante ieri, eh...” Si dette forza con le braccia e si sollevò da terra, dopodiché schizzò fuori dalla camera da letto del castano dirigendosi verso la fonte di quel rumore. Rischiò di capitombolare a terra un paio di volte ma non se preoccupò. Finì sull'uscio della porta della cucina. Alla vista di ciò che gli si parava davanti, il suo cuore riprese a battere normalmente così come anche il suo respiro non era più tanto affannato come prima. Ai fornelli trovò Dazai, un grembiulino bianco a circondargli i fianchi magri, così concentrato sulle pentole e su chissà cosa stesse cucinando in quel momento che inizialmente non si era accorto di un'altra figura nella stanza assieme a lui.
Lo vide voltarsi verso di lui, sorridente e gioioso già di primo mattino. Sembrava un vero e proprio sole agli occhi di Chuuya. «Buongiorno Chuuya-kun! Scusami se ti ho svegliato...» Disse sgrattandosi il retro della nuca imbarazzo. «È che volevo farti una sorpresa e portarti la colazione a letto.» Si fermò un attimo per guardarlo. Chuuya collocò lo sguardo fisso sul pavimento, era in condizioni pietose in quel momento coi capelli scarmigliati in quella maniera e gli occhi lucidi. «Be' non importa... mangeremo qui allora! Tu intanto comincia a sederti.» Terminò di dire in tutta tranquillità, non accorgendosi quasi di come il suo partner fosse particolarmente ansioso quella mattina.
Si voltò nuovamente rivolto ai fornelli e seguitò a preparare la colazione.
No, basta. Non ne poteva più. Con un scatto si slanciò in avanti verso Dazai e, inaspettatamente anche per se stesso, lo abbracciò da dietro. Si strinse a lui, cingendolo con le braccia e adagiò il capo sulla sua schiena. Aveva ancora il respiro un po' pesante e sperò che l'altro non lo notasse, cosa alquanto improbabile. Dazai ne rimase colpito da quel gesto così dolce ma al tempo stesso atipico da parte di Chuuya. «Ehi, Chuu-Chuu... Stamattina sei in vena di coccole eh?» Disse con fare civettuolo. Non rispose, si limitò a stritolare quanto più poteva il corpo dell'altro sprofondando nella maglietta di Dazai. «Ehi...» Continuò preoccupato accorgendosi che l'altro non aveva proferito parola da quand'era entrato in quella stanza e non gli era sembrato avesse una bella cera. «Ti senti bene, Chuuya-kun?» Mentre parlava gli afferrò una mano dal bacino e gliela accarezzò dolcemente.
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Siamo come i fiori di ciliegio- Soukoku
Romance[Chuuya Nakahara × Osamu Dazai] Questa è la storia di due anime affini che, per quanto possano stare distanti l'una dall'altra, anche per giorni, mesi, o addirittura anni, finiranno sempre e comunque per rincontrarsi perché, senza l'altro, si senton...