La casa di Natasha non è distante dalla base, si tratta di una piccola villetta in riva al mare, in affitto. Cinque minuti e siamo arrivati.
"Grazie per il passaggio."
"Di nulla, figurati."
"E tu, dove dormirai stanotte?"
"Credo che accetterò l'invito di Mav per il divano a casa di Penny."
"Perché non resti qui? Pensa, posso offrirti addirittura la camera degli ospiti, con un letto vero."
"Addirittura? E' una proposta allettante..."
C'è sempre stato questo gioco a punzecchiarci e credo che sia proprio questo il segreto della nostra amicizia. Ci siamo trovati in sintonia fin dal nostro primo incontro. Lei supporta me ed io supporto lei, ci siamo sempre l'uno per l'altra.
"Se il letto non è abbastanza, posso offrire anche una birra."
"Allora non posso dire di no."
Posteggio la macchina e la raggiungo sulla porta. Abbiamo passato tanto tempo insieme, ma credo di non essere mai stato a casa sua. Resto fermo sulla porta ad osservare tutto quello che ho intorno. Alla mia sinistra c'è un mobile con sopra alcune fotografie: Nat e la sua famiglia, una con il fratello maggiore, una di lei in alta uniforme. Vedere le foto di lei e la sua famiglia felici, fa scendere un velo di tristezza sui miei occhi. Ho perso mio padre quando ero molto piccolo e anche mia madre ormai non c'è più da qualche anno, Pete è l'unica cosa vicina ad una famiglia che mi rimane. Per molti anni non abbiamo avuto contatti, aveva bloccato la mia domanda di iscrizione all'Accademia Navale facendomi perdere quattro anni, ma questo non mi ha impedito di ottenere ciò che volevo, ovvero diventare pilota, ma non uno qualsiasi, uno dei migliori. Alla fine le cose si sono sistemate, adesso abbiamo ripreso a frequentarci, sono sicuro che non mi abbia mai perso veramente d'occhio anche quando le cose tra di noi non funzionavano.
Senza accorgermene avevo preso in mano la foto di Nat e la sua famiglia.
"Tutto bene?"
"Sì. Scusa, la rimetto subito apposto."
"No, tranquillo. Mi sei sembrato assente per un attimo."
"Ammiravo la vostra bella famiglia."
"Non mi hai mai raccontato molto della tua. Ormai ci conosciamo da anni, ma ogni volta che esce l'argomento, cambi discorso."
"Non c'è molto da dire."
"Non credo sia vero."
"Forse hai ragione, ma non voglio parlarne. Non adesso."
Non voglio essere rude, ma davvero non ho nessuna voglia di parlarne adesso. E' una ferita che non si è mai rimarginata. La vedo alzare le mani e girarsi verso la cucina, aprire il frigo e tirare fuori due birre in segno di resa. Nat è testarda, troppo testarda, è ed questo uno dei segreti del suo successo sul lavoro. Non si arrende mai, cerca sempre di superare i suoi limiti, ma sa anche capirli. Credo sia uno dei piloti più talentuosi che io conosca e questo mi rende estremamente orgoglioso di lei.
La serata trascorre in tranquillità: birra, pizza, e chiacchere sulla veranda in riva alla spiaggia.
"Cosa ne pensi della missione?"
"Una missione è una missione" dice Nat imitando la voce di Hangman.
"Non l'hai fatto sul serio? Citare Hangman è un colpo basso."
"Penso che preferirei volare da sola piuttosto che con lui. Passerà tutto il tempo a parlare di sé, già sto pianificando come lanciarmi con il paracadute, oppure sedarlo e prendere i comandi."
Scoppiamo entrambi a ridere. Nat poggia il suo viso sulla mia spalla continuando a ridere. Nel momento in cui il suo sguardo si alza verso di me, i nostri occhi si incontrano, credo che le nostre labbra non siano mai state così vicine. Rimaniamo a fissarci per un breve istante, anche il nostro respiro sembra fermarsi. E' come se ci fosse un magnete tra di noi che invece di respingerci ci attrae l'uno all'altra...e poi squilla il mio telefono. E' Mav.
"E' meglio andare a dormire, tra qualche ora dobbiamo andare." Nat se ne va velocemente e visibilmente imbarazzata, almeno quanto me.
"Mav."
"Avesti dovuto chiamare diverse ore fa. Ho saputo da vie traverse perché sei stato convocato. Dove sei?" il suo tono di voce era tra l'arrabbiato e il preoccupato.
"Innanzitutto non sono un bambino, quindi calmati. Hai ragione, mi sono dimenticato di avvertirti. Sono rimasto a dormire da Phoenix."
"Da Phoenix? Ma perché, voi due state insieme?"
"No! Certo che no. Ma la sua casa è a cinque minuti dalla base. Se devo dirla tutta mi ha offerto un letto vero anziché il divano per dormire e quindi ho accettato."
"In realtà ho chiamato perché Penny vuole sapere se domani passerai la viglia di Natale da noi."
Dopo un breve momento di riflessione, forse anche troppo lungo, rispondo.
"Non ho fatto programmi. Penso di sì. Scusa, ma è tanto che non passo un Natale in..."
La frase mi si spezza in gola. Cala nuovamente il silenzio.
"Brad, se non te la senti non sei obbligato. Ti capisco, più di quanto pensi. Puoi anche pensarci e farcelo sapere domani quando torni."
Passare il Natale da solo non mi renderebbe meno malinconico, anzi. E so che anche a Pete fa piacere avermi con lui.
"Ci sarò."
"Perfetto Bradley, ci vediamo domani." Sento urlare dall'altra parte del telefono, era Penny.
"Ehi, Brad. Stai attento domani."
"Lo so, Non pensare, agisci."
"Non prendere sempre alla lettera quello che dico. L'istinto è quello che ti salva, ma devi anche riflettere. Le azioni che compi hanno sempre delle conseguenze. Le incognite di una missione possono sempre essere tante, e la maggior parte delle volte non te lo insegnano a scuola come comportarsi in determinate situazioni."
"Ho capito."
"Ti aspettiamo domani sera." La chiamata si chiude.
Resto a fissare il mare. Anche se Mav è sempre stato presente, ci sono moneti in cui sento particolarmente l'assenza di mio padre. Mi ricordo così poco di lui...
Chiudo gli occhi e cullato dai ricordi e dalla brezza marina mi addormento.Mi sveglio di soprassalto dopo l'ennesimo incubo, quando Natasha mi raggiunge con in mano una tazza di caffè.
"Vedo che hai preferito la sdraio al letto."
Mi accorgo di essermi addormentato in veranda. Sposto la coperta, deve essere stata lei a coprirmi perché prima non l'avevo.
"Che ore sono?" Chiedo stropicciandomi gli occhi.
"Le cinque, dobbiamo prepararci. Caffè?" Mi porge la tazza.
"Grazie." mentre si gira per rientrare la fermo per una mano. "Non è cambiato nulla tra di noi, vero?" La vedo irrigidirsi.
"No, non è cambiato nulla...figurati. Vado a prepararmi."
La sua risposta non mi convince del tutto, ma preferisco non approfondire l'argomento. Bevo il caffè e vado a prepararmi. Una missione ci aspetta.
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Legacy
FanfictionUna nuova missione attende i migliori piloti della Top Gun. A bordo dei loro F/A-18 Super Hornet, Rooster, Hangman, Bob e Phoenix sorvolano l'obiettivo della missione e fanno una scoperta sconcertante. La loro incursione viene notata dal comandante...