Capitolo 1

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-Kaitlyn muoviti! Dovevi essere partita di casa dieci minuti fa!- la rossa sospirò al richiamo del padre e dandosi un'ultima occhiata veloce allo specchio scese finalmente le scale che l'avrebbero portata dalla sua camera al soggiorno, soggiorno nel quale la stava aspettando il padre che appena la vide scendere la guardò con un sopracciglio alzato.

-che c'è?- chiese la ragazza ormai ventenne osservando lo sguardo critico del padre.

-quella gonna è troppo corta- concluse l'uomo mentre Kaitlyn alzava gli occhi al cielo.

-no non lo è. Quelle delle mie compagne di classe sono corte-

-questo non significa che ti devi mettere una gonna così corta anche tu! Non mi piace per niente signorina, torna in camera tua a cambiarti- concluse Kynan indicando con l'indice le scale e la ragazza quasi ringhiò prima di voltarsi e risalire di corsa le scale facendo anche spostare violentemente i suoi lunghi capelli rossi. La ragazza però non si tolse la gonna ma la maglia, sostituendola con un top parecchio scollato, e si tolse anche le scarpe da ginnastica per mettersi un paio di tacchi che aveva usato solo una volta per una festa. avrebbe fatto imbestialire ancora di più il padre vestita in quel modo ma l'uomo se l'era andata a cercare trattandola in quel modo. Perché non poteva mettersi quella maledetta gonna? Lei non ci vedeva niente di male.

-che ci fai vestita in questo modo?- chiese appunto sconvolto Kynan osservando la figlia che lo sguardò con sfida.

-mi hai detto di andare a cambiarmi e io l'ho fatto papà- rispose lei convinta incrociando le braccia al petto.

-Kaitlyn per favore questo non è un abbigliamento adatto per andare a scuola e...-

-non c'è un abbigliamento adatto papà, sei solo tu che non vuoi che io mi vesta con cose che a detta tua sono provocanti ma che non lo sono-

-tesoro io sto pensando alla tua sicurezza. Potrebbe succederti qualcosa se vai in giro vestita in questo modo-

-papà non mi succederà niente! Sono dodici anni che ti preoccupi più del dovuto solo perché Adam è scomparso- urlò la ragazza -sono stufa di vivere una vita da reclusa perché mio fratello ha avuto la brillante idea di sparire nel nulla!- senza aspettare la risposta del padre la ragazza prese e uscì di casa camminando a passo svelto cercando di non prendersi una storta per colpa dei tacchi. Non portandoli spesso ogni tanto aveva problemi a riabituarsi.

Kaitlyn sbuffò ancora pensando al comportamento del padre. Certo, a volte ci poteva stare essere gelosi della propria figlia e iperprotettivi ma suo padre aveva davvero superato il limite e l'uomo ancora si ostinava a non volerlo capire. Perdere Adam era stato un brutto colpo per lui di certo ma anche Kaitlyn si era disperata quando aveva capito che non avrebbe più rivisto suo fratello maggiore.

Il giorno della scomparsa di Adam lei nemmeno ci aveva fatto tanto caso al fatto che il fratello stesse tardando a rientrare e essendo anche una bambina di soli otto anni non aveva minimamente prestato attenzione al nervosismo del padre quando l'aveva portata a letto.

Solo la mattina dopo, quando era andata in camera del fratello per svegliarlo saltando sul suo letto si era accorta dell'assenza del ragazzo ed era corsa dal padre in cucina spaventata e li aveva visto suo padre devastato mentre parlava con degli agenti di polizia.

Ci avevano sperato, per settimane, che trovassero Adam ma le ricerche non avevano portato a niente se non al decretare che il ragazzino di dodici anni era scomparso nel nulla.

E Kaitlyn crescendo aveva quasi sempre maledetto il fratello per il fatto di essere scomparso a aver messo lei nei casini. Per colpa di Adam Kaitlyn non aveva potuto fare tantissime cose se non strettamente controllata dal padre, padre che le aveva anche imposto di non avere un ragazzo. Lei ovviamente, più una cosa le veniva imposta e più la faceva per ripicca, si era trovata il ragazzo ma non le era durato più di un giorno visto che suo padre in qualche modo era riuscito a scoprire il tutto e aveva minacciato il suo fidanzato facendolo sparire dalla faccia della terra. Era stato anche per quello che al liceo era stata definita cocca del papi. Nome che lei aveva iniziato ad odiare così tanto che dovunque sentisse anche solo una di quelle parole correva immediatamente via.

Era tutta colpa di suo fratello.

Troppo immersa nei suoi pensieri la ragazza non vide che sul marciapiede che stava percorrendo c'era un mattone leggermente spostato e mise nella fessura il piede che si piegò in modo innaturale cosa che la fece anche cadere a terra.

-maledizione!- urlò la ragazza tenendosi la caviglia dolorante tra le mani ed evitando di incrociare lo sguardo con i passanti che non la stavano nemmeno aiutando a rialzarsi.

-maledetto Adam, perché quando ci sei tu di mezzo nei miei pensieri deve andarmi tutto male?- sussurrò poi la rossa alzandosi con calma e constatando che la caviglia le faceva più male del dovuto. Quella non era stata per niente una semplice storta e Kaitlyn si trovò a sbuffare e a chiedersi ancora perché le doveva andare tutto male.

Iniziò a camminare lentamente cercando di ignorare il forte doloro che avvertiva alla caviglia e pregando di trovare qualcuno gentile al college che le avrebbe dato un passaggio per il ritorno a casa. Mentre pensava a ciò però fu attirata da un albero. E non da un normale albero.

Certo visto da fuori sembrava un normalissimo albero, uno di quelli che sono piantati sui marciapiedi per dare un po' di ombra alle persone, ma quello aveva qualcosa in più, aveva un cerchio dorato che stava girando all'infinito e Kaitlyn era certa di non aver mai visto niente di simile.

Con calma, visto che non poteva andare veloce per colpa della sua caviglia, si avvicinò all'albero e lo osservò curiosa cercando di capire quale strano trucco c'era dietro quella luce dorata. La ragazza avvicinò una mano al cerchio dorato per fermare quello che pensava fosse un disco che stava ruotando velocemente ma prima scomparve la sua mano e poi si sentì completamente tirare all'interno di quel cerchiò e per lo spavento urlò.

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