Capitolo 1841

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Oggi è il mio compleanno per cui sorpresina per tutti 😘😘😘😘

Emily Pov's

05/11/2052 h. 11.30

I miei occhi fissano un punto casuale che ho di fronte, non riuscendo nemmeno a mettere bene a fuoco, ma servirebbe a poco visto che non sto nemmeno prestando molta attenzione a ciò che è entrato nel mio campo visivo. La mia testa è da tutt'altra parte.

X: a questo punto Emily, direi che noi possiamo iniziare. Gli abbiamo già concesso mezz'ora, si unirà a noi quando arriverà.

La voce che riecheggia nella stanza mi riporta temporaneamente alla realtà e con un sorriso mi mostro d'accordo con quelle parole. La figura maschile che mi ha appena parlato è il dottor Davide, il terapista che da ormai sette mesi segue la mia terapia. Se dovessi essere precisa, dovrei dire che segue anche la terapia di Colin. Dopo un paio di mesi però Colin si è rifiutato di frequentare gli incontri individuali, tuttavia ha accettato di frequentare quelli di coppia che abbiamo ogni due settimane. Peccato che venga solo ad alcune di queste, ovviamente con scuse sempre diverse, e arrivi in ritardo le poche volte in cui decide di presentarsi. Sinceramente non ci faccio più nemmeno caso, non ne ho voglia. Osservo l'uomo mentre viene a sedersi nella poltrona nera di fronte al divano coordinato su cui sono seduta io. Prende in mano il suo tablet e lo appoggia delicatamente sulle ginocchia che, grazie alle gambe accavallate, gli consentono di tenere il tablet in posizione obliqua. Lo vedo osservarmi attentamente con quel suo solito sorriso che fa trasparire compassione, così ne approfitto per bere un sorso di tè caldo.

Dott: allora, come sono trascorsi questi giorni?

Em: lenti, come tutti gli altri.

Dott: a casa? Colin e i bambini?

Em: i bambini stanno bene, considerato che non si rendono molto conto della situazione e Colin... beh semplicemente non c'è mai.

Dott: resterà in Italia o dovrà ripartire?

Em: non ne ho idea.

So di risultare scostante, ma sono veramente poco interessata a queste informazioni. Da quasi sei mesi Colin aveva accettato un'importante offerta di lavoro in Inghilterra come insegnante in un college. L'anno scolastico durava 8 mesi ma il college svolgeva lezioni telematiche e quindi molte volte poteva rimanere a casa, ma altre era necessario che partisse. Inizialmente partiva solo quando era necessario, ma dopo due mesi avevo avuto come l'impressione che non partisse solo in quei casi. Anzi non era un'impressione.

Dott: pensa che arriverà?

Em: so che il primo volo arrivava a Roma per le 9:00. Non so se ha trovato traffico o ha perso il volo.

Dott: la vostra comunicazione non ha avuto cambiamenti rispetto a due settimane fa a quanto vedo.

Em: è difficile comunicare con qualcuno che non c'è.

Dott: è anche difficile comunicare con qualcuno che non ha molta voglia di parlare.

Il suo sguardo cerca il mio, convinto di avermi toccata con il suo tono velatamente rimproverante. Non è affatto così però. Sapeva benissimo che per quanto io cercassi un contatto con lui, Colin trovava qualsiasi scusa pur di tenersi impegnato con altro.

Dott: avete provato a fare delle videochiamate in questi giorni?

Em: quasi tutte le sere in realtà.

Dott: bene. - scrive qualcosa sul tablet - Allora un piccolo progresso lo avete fatto.

Em: le conversazioni sono più che altro con i bambini e quelle poche parole che ci scambiamo, sono in loro funzione.

Dott: come non detto.

Torna con il dito a toccare il suo tablet, probabilmente per cancellare quello che ha scritto poco fa. Colin videochiamava sempre verso sera, dopo cena, più che altro per salutare i bambini e, oltre a qualche frase di ordinaria amministrazione, noi non parlavamo di nulla. Non so come siamo arrivati a questo punto; so solo che più passano i mesi da quel 28 aprile e più la distanza tra noi aumenta. 

Biondo ed Emma - Ricordati di ... 10Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora