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Erano seduti comodi sul divano, ed Elena era felicemente sorpresa nel sentire Matteo che le chiedeva informazioni su Eleonora, quasi volesse la sua benedizione per potersi approcciare alla bella segretaria.
Ne avrebbe parlato sicuramente con lei il giorno dopo. In fondo, erano due brave persone entrambi e se fosse nato qualcosa tra di loro avrebbero incontrato senza dubbio il suo beneplacito consenso. Ne sarebbe stata felicissima.
- Oh scusa Elena, forse aspettavi qualcuno, non sarei dovuto venire qui - il cardiologo si scusò al primo suono del campanello di casa.
- Non aspettavo nessuno, tranquillo - gli sorrise, mentre andava alla porta - sarà Brigitta, viene spesso a quest'ora.
Colta di sorpresa per la piacevole apparizione, si buttò letteralmente sull'ammasso di muscoli fermo sulla porta, rigido, mentre i suoi occhi glaciali e indagatori si facevano spazio oltre l'ingresso per scannerizzare la figura dell'odioso palestrato che aveva visto entrare poco prima, e affrontarlo, se necessario, scaricando su di lui tutta l'adrenalina che aveva in corpo.
- Sei da sola o c'è qualcuno con te? - mentì, spudoratamente, con tono indagatore - scusa l'intrusione, ma era troppa la voglia di vederti.
E la strinse in un abbraccio possessivo da farle mancare l'aria, allo scopo di tenersela vicino, appiccicata e andare oltre lo spazio fisico tra corpo e corpo. Voleva far capire a lei e al suo ospite chi aveva in mano lo scettro del comando: lui e nessun altro.
- Elena devo andare - il medico si palesò davanti - ti lascio alle tue cose. Ci sentiamo per telefono, se hai novità chiamami. Ciao e grazie per la pazienza - e le stampò un bacio sulla guancia che fece stringere la mascella all'avvocato, mentre non mancò un lampo di sfida tra i due, prima che la porta si chiudesse alle loro spalle.
L'avvocato si concentrò su di lei, guardandola a fondo negli occhi, come fosse in un'aula di tribunale e avesse davanti un colpevole che si dichiarava innocente e dovesse scoprire dal suo sguardo se stesse dicendo la verità.
- Cosa ci faceva a casa tua quell'individuo? - fece scorrere dolcemente il dorso della mano sulla guancia dell'adorata testimone, addolcendo il tono della voce e avvicinando di più il petto contro il suo in un intreccio di sguardi d'azzurro e di mare in tempesta.
Elena si fece trascinare in quel vortice di fascino, un carisma da maschio intrigante che la destabilizzava in tutto e si lasciò andare. Appoggiò la testa sul suo petto, annusando il perforante, inebriante profumo, e come ipnotizzata cominciò a raccontare, in modo del tutto spontaneo, il motivo di quella presenza in casa sua, come la paziente con il suo psicologo.
Leonardo sospirò sollevato, forse poteva stare tranquillo, se l'obiettivo del palestrato era un'altra persona.
L'allontanò, allungando le braccia per squadrarla da cima a fondo, mentre la ragazza sentì un vuoto penoso in quel distacco. Lui sembrava averlo percepito, l'attirò di nuovo a sé con forza e le stampò prepotente le labbra sulle sue.
Era sua, semplicemente sua, e la baciò con tutta la passionalità di cui era capace. Si staccarono per la mancanza di respiro, immortalando lo sguardo dentro l'altro, persi in un mondo tutto loro.- Tesoro, non ti rendi conto di cosa mi stai facendo. Mi abbassi le difese e non capisco più chi sono e cosa faccio. Ma so cosa vorrei fare con te. Vorrei darti il Paradiso in questo momento e farti urlare il mio nome per tutta la notte, ma non ti nego che sono ancora irritato per aver visto entrare quell'uomo in casa tua - e le mise un dito davanti alla bocca per zittirla, quando tentò di parlare - sono geloso marcio, lo confesso - e le baciò dolcemente entrambe le mani, fissandola nelle iridi cielo.
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Un amore a Tramonte (Amore Completa)
RomansLa ragazza osservava la collina, quella casa là in alto, quei cespugli verdi che si inerpicavano a gradoni, come avessero gli artigli per aggrapparsi fino all'ultimo sforzo, ed era curiosa, molto curiosa di sapere chi ci abitasse lassù. A mano a man...